Il poeta russo Iosif Brodskij, Premio Nobel per la letteratura nel 1987, descriveva così Procida, piccola isola che punteggia il Golfo di Napoli, che brilla in mezzo al mare, che pulsa di vita. E che ci insegna che la cultura, il coraggio di innovare e di diventare protagonisti di una trasformazione in ottica sostenibile non dipende dalla grandezza, né dalla posizione geografica.
Una filosofia, questa, che ha dato i suoi frutti: l’isola sarà infatti la Capitale italiana della Cultura nel 2022. Per la prima volta il riconoscimento è andato a un piccolo borgo, invece, che a un capoluogo di provincia o di regione. Complice, forse, anche la pandemia da Covid-19 che ci ha costretto a rivedere il nostro modo di vivere, di svolgere le nostre attività.
E Procida ha vinto non tanto – non solo comunque – per le sue bellezze naturali ma soprattutto per aver messo la cultura alla base dello sviluppo sociale ed economico da qui ai prossimi cinque anni. Mettendo in evidenza il valore strutturale della cultura nei processi di crescita locale.
Procida 2022, i pilastri strategici
Il progetto Procida 2022 è stato intitolato “La Cultura non Isola” ed è il frutto di un lavoro di collaborazione che ha coinvolto direttamente i cittadini procidani nell’ideazione di attività ed eventi in diverse aree:
- “Procida immagina” che raccoglie gli eventi propriamente artistici: mostre, cinema, performance e opere site specifici.
- “Procida ispira” per quelle azioni che candidano l’isola quale fonte d’ispirazione, sia come luogo reale che come spazio dell’immaginario;
- “Procida include” per le molte attività di inclusione sociale attraverso i linguaggi dell’arte;
- “Procida innova” per quei progetti che promuovono il rapporto tra cultura e innovazione;
- “Procida impara” per attività che favoriscono la creazione di alleanze tra i soggetti pubblici e privati, come ad esempio l’utilizzo, anche in questo contesto, di Cultura Campania, la piattaforma da 30.000.000 di euro sviluppata dalla Regione Campania a sostegno dei processi di digitalizzazione del patrimonio.
Gli appuntamenti verranno distribuiti durante tutto l’intero arco dell’anno – e non concentrati durante l’estate – per iniziare a testare un modello di turismo più lento e sostenibile.
Fino ad oggi sono stati avviati 44 progetti culturali con un budget 4.150.000 euro, di cui il 70% provenienti da investimenti pubblici.
“Il nostro progetto – spiega il direttore di Procida 2022, Agostino Riitano – punta molto sulle opportunità da offrire a quelli che l’Agenda 2030, il documento adottato dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, definisce ‘agenti critici del cambiamento’: bambini, giovani uomini e donne. Trasformeremo l’isola in un laboratorio di felicità sociale, con programmi culturali educativi e inclusivi. Un secondo asset riguarda le imprese culturali e creative, il cui sviluppo sostenibile è fondamentale per un cambiamento ecologico del Paese”.
“Innovazione sociale e rigenerazione urbana, in linea con il “Piano Sud 2030, sviluppo e coesione per l’Italia”, elaborato dal nostro governo, faranno di Procida un laboratorio di transizione ecologica per una nuova idea di Mezzogiorno, connesso e inclusivo – puntualizza – E infine il turismo lento e di ritorno: la scelta di Procida come capitale della cultura suggerisce una riflessione sugli ecosistemi fragili, spesso aggrediti dalla forte pressione dei visitatori”.
“L’isola incarna alla perfezione l’idea di una realtà autentica – conclude – in cui sarà generata una contaminazione sostenibile tra la comunità procidana e i visitatori, assurgendo a modello esemplare per le altre piccole isole d’Italia e per i comuni delle aree interne del Paese, con i quali abbiamo da tempo instaurato un dialogo”.
L’Agenda 2030, una bussola per re-immaginare Procida
I 44 progetti del programma puntano a perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030. Quattro gli assist strategici: agenti critici del cambiamento grazie al coinvolgimento di giovani e bambini nella costruzione di programmi collettivi, lo sviluppo dell’ecosistema delle Industrie Culturali e Creative come strategia per rendere protagonisti i giovani di ritorno, presupposto necessario per poi agire con un cambio di paradigma ecologico, innovazione social e rigenerazione urbana per dare nuova centralità a un patrimonio comune in disuso. Tra questi c’è sicuramente da citare il Palazzo D’Avalos, l’ex carcere borbonico che dopo 25 anni di dismissione è stato riaperto alle visite e, in occasione di Procida 2022, ospiterà il progetto artistico “SprigionArti. Visioni del tempo e dello spazio”.
La sostenibilità passa per l’inclusione e la cultura
Tra i progetti chiave che hanno permesso a Procida di diventare Capitale della Cultura, quelli relativi all’inclusione e l’innovazione sociale con l’obiettivo di promuovere il concetto di “cittadinanza culturale”, per il modello di vita urbana attiva e orientata dalla cultura e alla valorizzazione delle diversità.
Procida è stata la prima isola italiana ad avere uno Sprar – un sistema di protezione di migranti – attivo dal 2018.
Il progetto Aida (Accoglienza Isola di Arturo) – Sprar del Comune di Procida garantisce interventi di “accoglienza integrata” che superino la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.
Nel solco di questo impegno è in cantiere la realizzazione del centro “Amih”, una residenza per artisti rifugiati e richiedenti asilo di tutta Europa. Un luogo dove l’arte andrà a braccetto con la solidarietà e l’accoglienza e dove mettere a fattor comune talenti, storie e capacità le più diverse.
Contestualmente sono attivi nella residenza Sprar, giochi, attività culturali, presentazione e illustrazione dei laboratori ludico-creativi destinati ai bambini nativi e migranti in corso e di nuova attivazione. Obiettivo dell’iniziativa, promossa da LESS Cooperativa Sociale-Ets e realizzate dalle associazioni procidane Boom Boom e TerraPrena, è quello di promuovere l’Intercultura attraverso il gioco, raccontando la bella esperienza che stanno vivendo in questi mesi i bambini procidani e i figli delle persone accolte nell’ambito del progetto Aida.
Ogni settimana, presso la ludoteca, i bambini sono coinvolti in attività ricreative e ludiche al fine di favorire in essi un atteggiamento di apertura verso l’altro. Il gioco, inoltre, stimola la convivenza democratica ed è un collante sociale.
Le attività laboratoriali, costituiscono pertanto una buona pratica per creare un ponte tra nativi e migranti poiché scoprendo culture diverse si possono trovare somiglianze e richiami che rendono più vicine le altre culture.
“Le attività si tengono in orari extracurriculari offrendo un servizio all’intera comunità in fasce orarie non coperte sull’isola da altre offerte ludico ricreative pubbliche e private – spiega Daniela Fiore, presidente di LESS Cooperativa Sociale Ets – Ciò in una ottica di complementarietà con i servizi già presenti e di rafforzamento delle azioni destinate ai più piccoli, quanto mai fondamentale in questo periodo di pandemia”.
Giocando i bambini imparano ad apprezzare non solo le proprie radici e le somiglianze, ma anche le diversità tra le culture e a uscire dai pregiudizi. A breve, poi, partiranno anche iniziative laboratoriali destinate ai ragazzini di fascia maggiore dei cinque anni: l’obiettivo sarà mettersi in gioco sull’isola e riscoprire il territorio dopo un periodo di chiusura, mettendo in rete le persone, le strutture, le risorse e le competenze, dando voce a quello che è lo sguardo dei bambini.
Foto di copertina di LUIGI RICCHEZZA