“The land, the people, the light”.
Ovvero “La terra, la gente, la luce“. E’ il motto di questa isola caraibica, una vera miscela di culture ed etnie, indipendente dal 1979 (fa parte del Commonwealth tuttora). Sul suo stemma, nato proprio con l’indipendenza e in cui campeggia il motto, c’è tutta la storia di questo Stato, che ha vissuto un passato coloniale, con la dominazione sia inglese che francese.
Nel suo stemma i simboli del suo passato, ma anche quelli che rappresentano il futuro e le sue ambizioni, ‘la luce’.
Il Country Financing Roadmap (CFR) di Saint Lucia
Oggi, la luce che illumina il futuro dell’isola è un piano d’azione per sbloccare maggiori finanziamenti verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) attraverso la collaborazione pubblico-privato, nato originariamente per traghettare il Paese verso gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 e che è stato poi ampliato per includere anche una risposta all’impatto della pandemia, economico e sociale. Nel 2020 il governo di Santa Lucia, in collaborazione con la Sustainable Development Investment Partnership (SDIP) del World Economic Forum, ha avviato la Country Financing Roadmap (CFR) così si chiama il piano d’azione, che proprio recentemente ha presentato un rapporto preciso sul da farsi e con quali investimenti.
Il rapporto Saint Lucia CFR è il risultato di discussioni tra più parti interessate con esperti, leader globali e rappresentanti di oltre 50 istituzioni, del settore pubblico, del settore privato, banche e finanziarie di sviluppo e altri.
Per il 2020-2023, il piano è stato strategicamente allineata a diversi SDGs – in particolare, SDG 3 (Buona salute e benessere), SDG 4 (istruzione di qualità), SDG 7 (Energia accessibile e pulita), SDG 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica), SDG 13 (Azione per il clima), SDG 16 (Pace, giustizia e istituzioni istituzioni forti) e SDG 17 (partnership per gli Obiettivi).
Ma le priorità in questo momento sembrano soprattutto due: formazione, per aiutare le persone a inserirsi in un mondo del lavoro in trasfomazione; decarbonizzazione, tema sul quale l’isola ha molto da fare.
Identikit dell’isola
L’economia dell’isola vede nel turismo la sua risorsa principale, ben si comprende quindi quale sia stato l’impatto della pandemia globale. Un altro settore tradizionale, oggi ridotto rispetto a un tempo, è la produzione ed esportazione delle banane, che il Governo intende rivitalizzare. Negli anni, come altri Stati caraibici, ha sviluppato attività di offshore banking, attività con molte zone grigie su cui sicuramente, in ottica di sviluppo sostenibile, sarà chiamata a un certo punto a riflettere.
Creare un’unica piattaforma di azione e di investimenti volti sia agli obiettivi di sostenibilità, sia agli obiettivi di ripresa e resilienza, è inevitabile per una piccola isola come Saint Lucia (grande circa quanto Minorca) che subisce fortemente il cambiamento climatico e ha finora basato almeno il 40% della sua economia sul turismo (dato pre-covid). Nel 2019, il turismo ha rappresentato l’80% del mercato del lavoro della nazione che ha visto una riduzione dei posti da 63.400 nel 2019 a 41.600 nel 2020 a causa della crisi.
Inoltre, c’è una forte dipendenza della popolazione dai combustibili fossili che, attraverso una transizione di successo alle energie rinnovabili, potrebbe aumentare l’autosufficienza, l’equità e la sostenibilità ambientale.
Saint Lucia è uno dei Piccoli Stati Insulari in via di Sviluppo (SIDS). Un Paese per il quale il cambiamento climatico non è una minaccia, ma una realtà, per contrastare la quale si è di fronte a una vera e propria lotta contro il tempo. L’adozione del CFR e la sua operatività possono essere un esempio per altre isole.
Tipicamente sono proprio i Paesi SIDS a incontrare i maggiori ostacoli al finanziamento dei progetti per gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Saint Lucia, nel CFR, ha indicato tra questi ostacoli una serie di ‘rischi’ tra cui la vulnerabilità ai cambiamenti climatici, ai disastri e una pessima resilienza economica.
Le strategie di Saint Lucia: formazione e azione climatica
Saint Lucia è il secondo Paese ad adottare il nuovo approccio sviluppato dal World Economic Forum, il Country Financing Roadmap (CFR), per affrontare le barriere agli investimenti e attrarre maggiori fonti di capitale, aprendo la strada alle altre piccole nazioni insulari nella regione dei Caraibi.
Il CFR, è uno strumento di coordinamento che ha stabilito una panoramica di 9 iniziative prioritarie che permetterà al Governo e amministrazioni locali di identificare anche come trovare fonti di finanziamento o investitori privati per la realizzazione dei progetti.
Per esempio, grazie al CFR sono già state mobilitate risorse per 12 milioni di dollari di risorse pubbliche e private (Commissione Europea e Forte) per la formazione e riqualificazione professionale di circa 500-600 persone, volte a creare nuove competenze nell’ospitalità, nel digitale e nell’economia verde o blu entro la fine del 2022, senza costi iniziali per il governo.
L’azione per il clima ruota attorno alla riduzione delle emissioni, oggi ancora piuttosto elevate. Tra gli obiettivi più specifici ci sono il miglioramento dell’efficienza energetica attraverso iniziative come l’eliminazione graduale delle lampadine a incandescenza; la costruzione di un portafoglio di energie rinnovabili per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili; la promozione del trasporto sostenibile (per esempio il passaggio ai veicoli elettrici) per accelerare la transizione di Santa Lucia verso la mobilità e il turismo sostenibili.
Un esempio è l’iniziativa Caribbean Climate-Smart Fund del Rocky Mountain Institute (RMI) e Lion’s Head Global Partners (LHGP), che sta lavorando per mobilitare capitali privati e prestiti convenienti per finanziare una serie di progetti da 80 milioni di dollari dedicati alle energie rinnovabili.
“Trovare soluzioni praticabili a breve, medio e lungo termine alla miriade di sfide che affliggono i piccoli stati insulari in via di sviluppo (SIDS) come Santa Lucia è fondamentale per salvaguardare e mettere al primo posto i bisogni della nostra gente, mentre si raggiunge una significativa ripresa socioeconomica post-COVID e si implementano gli obiettivi di sviluppo sostenibile”, ha detto Wayne Girard, ministro del ministero delle Finanze, dello sviluppo economico e dell’economia giovanile, governo di Santa Lucia. “Il CFR non solo presenta a Santa Lucia delle opzioni praticabili per sbloccare alcune delle strozzature di finanziamento e di investimento che limitano lo sviluppo sostenibile, ma presenta anche un meccanismo utile per la replica in altri SIDS nella regione dei Caraibi. Santa Lucia è impegnata a continuare il suo lavoro con il Partenariato d’Investimento per lo Sviluppo Sostenibile (SDIP), per far progredire un approccio regionale per guidare le nostre capacità collettive per costruire meglio.”
Complessivamente il CFR di Saint Lucia ha indicato che le nove soluzioni progettate
richiederà capitali per una cifra tra i 120 e 390 milioni di dollari, che copriranno più
progetti specifici nei prossimi 10 anni.
Accanto al CFR, il governo di Saint Lucia in collaborazione con la United Nations Office for Project Services (UNOPS) e l’Università di Oxford, ha lanciato la Saint Lucia National Infrastructure Financing Strategy sviluppata utilizzando il Sustainable Infrastructure Financing Tool (SIFT), che integra il CFR ed esplora ulteriormente le opportunità di finanziamento sostenibile delle infrastrutture nel paese.
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