Il futuro è della blockchain, se tutto va bene

Come funziona la catena dei blocchi spiegato semplicemente e quali sono i suoi vantaggi

Cos’è la Blockchain? Una breve definizione

Sempre più spesso sentiamo parlare di blockchain: articoli di giornale, servizi televisivi, workshop ed eventi non solo rivolti agli “addetti del settore”, ma anche al grande pubblico.

Eppure la blockchain resta ancora una chimera, soprattutto in un Paese come l’Italia, guardata con diffidenza e sospetto. Tutti la citano, qualcuno inizia ad utilizzarla, ma nessuno la conosce davvero.

Soprattutto, pochi ne hanno intuito il vero potenziale e la portata rivoluzionaria.

La blockchain nasce nel 2009 e la sua prima applicazione riguarda l’ambito finanziario.

Sebbene il termine bitcoin sia ormai entrato nell’uso quotidiano, pochi sanno che la tecnologia che è alla base delle criptovalute, la blockchain appunto, può essere applicata a moltissimi altri settori, dalle pubbliche amministrazioni alle aziende, ed è una tecnologia talmente dirompente che può essere paragonata all’impatto che l’avvento di internet ha avuto nelle nostre vite.

Spiegare e capire la blockchain non è semplice, soprattutto per chi non si occupa di informatica; per questo credo che il modo migliore per fare divulgazione su questo tema sia di evitare eccessivi tecnicismi.

La blockchain è un registro pubblico, condiviso e distribuito attraverso cui è possibile validare tutte le informazioni senza l’intervento di intermediari, in quanto ciascun utente vi accede direttamente da internet. Su questo registro è possibile caricare qualsiasi dato o documento rendendolo immodificabile e completamente tracciabile.

Come funziona la catena dei blocchi

La struttura della blockchain, come dice il nome, è costituita da una serie concatenata di blocchi. I dati e documenti inseriti, vanno a coprire un blocco che – quando è pieno – si chiude con un lucchetto la cui chiave viene inserita all’interno del blocco successivo e via così.

Le chiavi utilizzate nella tecnologia blockchain sono chiavi crittografiche: una pubblica, che serve a tutti gli utenti per visionare i dati presenti su blockchain e l’altra privata – detenuta esclusivamente da chi ha compiuto l’operazione (dal proprietario – ad esempio – di un conto corrente blockchain) che ne tutela, di fatto, la privacy.

A differenza dei database oggi esistenti, tutti caricati su server proprietari con una struttura gerarchica, (e per questo non soggetti ad alcun controllo di terzi e facile bersaglio di hacker) la blockchain adotta una struttura peer to peer, distribuita su migliaia di pc (di nodi) in tutto il mondo, è pubblica, come dicevamo, in quanto tutti possono avervi accesso tramite internet per caricare o visionare i documenti ed è strutturata come una rete in cui ogni nodo è interconnesso e controlla l’altro.

In questo tipo di struttura, come potete capire, è impossibile falsificare, alterare o cancellare dati e documenti una volta immessi perchè – per farlo – bisognerebbe avere il controllo di tutte le migliaia di pc della rete che sono sparsi per il globo.

La blockchain, di fatto, è inviolabile. Tutti i tentativi che sono stati fatti – dal 2009 ad oggi – di violarla sono miseramente falliti.

L’unico modo per “cambiare” un dato su blockchain è procedere con una rettifica: aprire un nuovo blocco in cui si dichiara che il dato precedentemente inserito non è corretto oppure è variato. Mentire, sulla blockchain, risulta impossibile.

Esistono diversi tipi di blockchain, chiamati protocolli, tutti con una struttura e una criptovaluta propria. I più famosi e utilizzati sono EOS e Ethereum.

Quali sono le applicazioni della blockchain

Come dicevamo in apertura, le applicazioni della blockchain sono pressoché illimitate: trattandosi di una tecnologia trasversale, ben si adatta a molteplici settori dell’economia e della vita quotidiana.

L’utilizzo in ambito finanziario – con undici anni di storia alle spalle – risulta essere attualmente quello più articolato. Le criptovalute stanno riscuotendo sempre maggiore successo tra i players del settore (istituti finanziari, banche, & co.) tanto che, recentemente, anche l’autorità di vigilanza del settore bancario degli Stati Uniti ha emanato le linee guida per la gestione della moneta virtuale da parte degli istituti di credito. Questi ultimi, un po’ in tutto il globo, stanno partecipando alla nuova corsa all’oro rappresentata dagli investimenti in questo campo.

Molti Paesi, del resto, hanno lanciato le proprie criptovalute nazionali e molti altri stanno valutando la possibilità di farlo.

Le transazioni finanziarie su blockchain sono molto rapide e hanno costi contenuti, per questo nel prossimo futuro avranno un grosso impatto nella vita quotidiana.

Immaginando la blockchain a pieno regime, si deve ipotizzare la possibilità per tutti i cittadini di possedere un indirizzo blockchain, un po’ come oggi avviene per l’indirizzo email. In questo modo, ciascuno, potrebbe pagare qualsiasi transazione in criptovaluta.

Ad esempio, sarà possibile pagare le tasse comunali. Andando all’indirizzo blockchain del comune di residenza e poi alla mia operazione, avrò la possibilità di seguire in tempo reale il mio pagamento.

Non meno importante, l’impatto che questa nuova tecnologia avrà sulla gestione dei registri pubblici. Basti pensare a quanto la blockchain potrebbe rendere veloce, trasparente e interattivo l’accesso da parte dei cittadini e degli operatori al Pubblico Registro delle Automobili, ai documenti del Catasto, agli archivi di biblioteche, pubbliche amministrazioni o tribunali.

In ambito sanitario, poi, ogni cartella clinica può essere condivisa con qualunque medico ovunque nel mondo. I medicinali possono essere tracciati e validati in ogni passaggio della distribuzione e prescritti in qualsiasi punto del globo si trovi il paziente.

Sempre più rilevante, infatti, sarà l’utilizzo della blockchain nei processi produttivi delle aziende, dove già da tempo si discute in merito alla necessità di tracciare la filiera dalle materie prime al consumatore finale, evitando contraffazioni e alterazioni organolettiche del prodotto.

Oltre che nel già citato settore farmaceutico, questa esigenza è sempre più impellente nell’agroalimentare, nel settore vinicolo, in cosmetica, nella moda. In tutti quei settori in cui gli elevati standard di produzione sono requisiti essenziali per la tutela della salute del consumatore e dell’ambiente.

Grazie a sensori, detti check point, applicati su tutti i macchinari coinvolti nella filiera, i dati di produzione vengono infatti registrati automaticamente su blockchain. Gli addetti alla lavorazione e ai controlli qualità, dotati di app collegate a blockchain, possono inserire in tempo reale ogni dato proveniente dalla filiera.

In questo modo, ogni pacco di pasta che arriva a scaffale, la pregiata bottiglia di vino che il consumatore trova in enoteca, la giacca made in italy venduta in una boutique di Tokyo, può essere tracciato in ogni passaggio.

Dal campo di grano alla tavola, dal vigneto al ristorante stellato, dalla fibra vegetale alle vetrine dei negozi di tutto il mondo.

Casi applicativi

Molte aziende internazionali si stanno muovendo in tale direzione. Gruppi come Barilla, Carrefour, LVMH stanno adottando tecnologia blockchain per tracciare la propria filiera produttiva ed evitare contraffazioni.

Non sono da meno multinazionali nei settori assicurativo e bancario, che da sempre necessitano di una gestione di dati e transazioni il più trasparente ed efficiente possibile.

Le imprese di dimensioni ridotte – in particolare in un mercato come quello italiano – faticano ancora ad approcciarsi a questo tipo di tecnologia in quanto un progetto di blockchain ha un impatto economico e strutturale importante a livello aziendale.

Tuttavia, anche per queste realtà, si stanno sviluppando soluzioni tecnologiche pronte all’uso e “smart” capaci di apportare innovazione senza essere eccessivamente costose o di difficile gestione.

I vantaggi della blockchain

La tecnologia blockchain è dunque una rivoluzione dai connotati fortemente positivi?

Certamente vi sono anche punti critici nell’utilizzo di questa nuova tecnologia. In particolare sono stati sollevati dubbi circa l’immissione di dati contraffatti o falsificati all’origine.

La domanda “chi controlla se non esiste un ente centrale?” è stata spesso proposta.

Sarà necessario regolamentare e dare norme che definiscono cosa è blockchain e in che limiti può essere utilizzata.

Tuttavia, i vantaggi sono immensi. E la parola chiave che li riassume tutti è “trasparenza”. La blockchain – grazie alle caratteristiche che abbiamo analizzato – favorisce un ecosistema sociale, economico e politico trasparente e interconnesso.

Un sistema in cui gli operatori dei vari settori (aziende, istituti finanziari, pubbliche amministrazioni…) sono per la prima volta interconnessi in una struttura orizzontale con tutti gli utenti del globo.

Una struttura in cui immettere documenti falsificati e contraffare dati risulta essere nocivo soprattutto per chi decide di perseguire tale strada.

La blockchain – con gli anni – andrà sempre di più a premiare operatori e utenti trasparenti, creando un circolo virtuoso in cui comunicare e reperire informazioni certificate sarà alla portata di tutti.

Così, da un paradigma di enti certificatori, organismi di controllo, sistemi possessori di dati si passerà ad un paradigma di autocertificazione in cui vincerà chi saprà essere il più trasparente possibile.

La blockchain è la tecnologia giusta con cui affrontare il futuro… Un futuro che è già qui, pronto per essere costruito.

Scritto da Amelia Bassini, Country Manager Italy di Genuine Way, società che promuove blockchain per la sostenibilità