PlasticFinder è nata nel 2016 a Milano con l’idea di creare una soluzione digitale che contribuisse a ripulire il pianeta dalla plastica, rendendo più facile il riuso della plastica già prodotta. Così è nato il loro marketplace per l’economia circolare delle materie plastiche con tracciabilità del ciclo di vita dei prodotti, un mercato delle materie plastiche, cioè un sito dove quotidianamente le aziende possono acquistare e vendere eccedenze di magazzino, materie prime inutilizzate e obsolete, in modo rapido, anonimo e sicuro con la messa in chiaro dei prezzi di scambio e la totale tracciabilità del ciclo di vita dei prodotti transati.
Dal 2016 a oggi sono state effettuate tramite la piattaforma 1.500 transazioni, sono state scambiate 15 mila tonnellate di polimeri e si sono registrate mille aziende.
L’azienda ha ora creato un marchio per identificare la propria plastica: Certified Recycled Plastic. Questo è importante perché aiuta a capire le informazioni ingannevoli che possono essere presentate nelle etichette che esibiscono uso di plastica riciclata (in percentuali differenti, 30, 40, 50 o addirittura al 100%). Ma chi ci garantisce che queste informazioni siano corrette e che il brand in questione non stia ricorrendo a pratiche di greenwashing per dare un’immagine di sostenibilità che non corrisponde a verità?
Questo marchio è anche la prima etichetta parlante: grazie alla tecnologia blockchain e un semplice QR Code è possibile conoscere e tracciare l’intero percorso di ogni singolo lotto di prodotto, grazie alla registrazione sul database immutabile di Amazon.
“Noi di PlasticFinder – afferma Riccardo Parrini, amministratore delegato di PlasticFinder – abbiamo voluto fare un passo deciso nella valorizzazione delle soluzioni messe a disposizione dalla Blockchain, dando vita a questo servizio che abbiamo deciso di chiamare Certified Recycled Plastic. PlasticFinder è dunque pronta fin d’ora a offrire la garanzia di piena tracciabilità di ogni lotto che verrà acquistato all’interno del suo marketplace. Il servizio CRP consente infatti l’accesso al sistema di trascrizione di Amazon Quantum Ledger Database (QLDB) per registrare in modo univoco, immutabile e verificabile le transazioni lungo l’intera filiera del riciclo, dal “rifiuto” al prodotto finale. Si tratta di un’innovazione davvero enorme per il mondo della plastica”.
Blockchain, il notaio virtuale
Come abbiamo avuto modo di spiegare in questo articolo, la blockchain è una specie di registro digitale su cui possono essere trascritti dati condivisi e immutabili. Una volta che è stata effettuata una trascrizione, nessuno può intervenire per modificarla. Una specie di “notaio virtuale” che può essere consultato in ogni momento, da ogni parte del mondo.
Con questo notaio digitale oggigiorno possono essere realizzati contratti, create identità e documenti legali, sviluppati circuiti di monete (come la blockchain) ma anche garantita la provenienza di opere d’arte (NFT) o la tracciabilità di prodotti, come ha fatto PlasticFinder. Garantire trasparenza e tracciabilità nell’intero percorso che compie la plastica nelle sue seconde vite, significa ‘seguire’ virtualmente la plastica da quando viene scartata dopo il primo utilizzo (assumendo lo “status di rifiuto”), a quando viene trasferita, trasformata e poi reimmessa sul mercato.
L’innovativo sistema chiamato Certified Recycled Plastic sarà in grado di garantire la tracciabilità fisica, la tracciabilità contrattuale, la tracciabilità logistica, la tracciabilità finanziaria, la tracciabilità ambientale e la tracciabilità informatica.
Acquistando la plastica sul portale PlasticFinder si ottiene contestualmente un certificato in cui verrà apposto un codice QR che permetterà di accedere alla storia del singolo lotto acquistato. «È proprio questa la grande novità – rimarca Stefano Chiaramondia, presidente di PlasticFinder –: tutti coloro che oggi assicurano di vendere prodotti con determinati requisiti di riciclabilità, si limitano a esibire certificazioni legate eventualmente agli impianti di produzione. Ma anziché pensare a fornire garanzie a monte del percorso, trascurando quello che succede nella realtà produttiva quotidiana, oggi c’è la possibilità di tracciare in modo chiaro ogni singolo lotto di plastica acquistato: sapere dunque di quale materiale è composto esattamente, la data delle varie transazioni, da dove proviene, quante volte è stato trasformato, il suo impatto ambientale… Si tratta di uno strumento che in alcuni casi, pensiamo a temi come la plastic tax e i crediti d’imposta, diventerà ancora più decisivo consentendo di distinguere in modo netto tra riciclatori reali, meritevoli di sgravi e agevolazioni, e “furbetti del riciclo”».
Il servizio CRP è già stato totalmente sviluppato e testato ed è ormai pronto a partire.
https://www.plasticfinder.it