Long Covid dot com

Da quel 14 novembre la vita di Ernesto era cambiata radicalmente: un tampone positivo aveva stravolto ogni sua prospettiva e lo aveva proiettato in un mondo fino al giorno prima a lui sconosciuto.

Il suo unico rapporto con la medicina si era sempre esaurito nella visita medico-sportiva, necessaria per svolgere la sua attività, che poi era anche la sua passione: quella di calciatore. Militava in Serie D, non era un vero e proprio professionista, ma per lui era una grandissima soddisfazione.

Non aveva idea che esistessero modi per poter avere un consulto medico utilizzando WhatsApp, né sapeva cosa fosse un saturimetro, benché in quel periodo i telegiornali ne parlassero quasi quotidianamente.

Tuttavia, l’autunno del 2020 segnò un punto di svolta in cui ogni cosa cambiò. Tutto ebbe inizio quando cominciò ad avvertire una certa spossatezza ed una strana difficoltà respiratoria. La seconda ondata era nel suo punto più elevato ed Ernesto pensò “eccolo, l’ho preso pure io, ma come è potuto accadere, esco di casa solo per andare ad allenarmi al campo sportivo e non vedo nessuno da settimane!”.

Ernesto, confermato caso Covid, si trovò quindi forzatamente posto in isolamento dalle Autorità Sanitarie e fu così che si trovò ad vivere, suo malgrado, una nuova fase della sua vita.

I giorni successivi alla positività trascorsero con l’ansia di potersi aggravare che lo accompagnava giorno e notte, ma i 14 giorni passarono rapidamente ed un secondo tampone negativo gli restituirono la libertà e l’ansia scomparve in un secondo.

Non vedeva l’ora di rimettere gli scarpini, allenarsi e tornare a competere, era davvero una grande gioia, ma lo era ancor di più quella di aver sconfitto il virus così velocemente e senza nessun problema.

Tuttavia, appena ricominciò con gli allenamenti, fu presto chiaro che la situazione non era davvero superata.

Nelle settimane successive, infatti, Ernesto cominciò ad avvertire fastidiosi dolori al petto ed alla schiena, le sue prestazioni sul campo erano pessime, si sentiva costantemente in affanno. Il medico della squadra, dopo le opportune indagini, sentenziò: “E’ post-Covid, mi dispiace. Ci devi fare l’abitudine, caro mio. Abbi pazienza, per il momento non potrai giocare”.

Ernesto non aveva sentito parlare del post-Covid. Appena rientrato a casa, impaurito, cominciò a cercare informazioni sul web. Fu così che trovò un gruppo Facebook, con oltre 13.000 persone iscritte, che lamentavano gli stessi suoi sintomi. Le informazioni erano confuse, differenti, alcune convincenti, ma tutte tendenzialmente rassicuranti. Egli però non si fidava.

Decise così di sottoporsi a ulteriori controlli specialistici. La risposta, però, era sempre la stessa: “Fondamentalmente sei guarito, non preoccuparti, purtroppo questa malattia lascia a volte degli strascichi che ci vuole tempo a superare”.

Eh no accidenti, era facile per gli altri dire ‘non preoccuparti, abbi pazienza’, lui stava ancora male, non poteva giocare, e quel senso di impazienza e frustrazione di certo non faceva altro che complicare ulteriormente il quadro. Il dolore lo accompagnava giorno e notte, talvolta si alternava anche ad emicranie. Insomma, non era per nulla ‘tutto a posto’.

Fu così che Ernesto, insoddisfatto, si ributtò nel mare del web alla ricerca di una risposta. Uno, due, tre gruppi social differenti, ma nulla. La confusione aumentava assieme alla stanchezza, ma ecco che in un momento di sconforto si imbatté in qualcosa che ne stimolò la curiosità. Era una pubblicità apparentemente “normale” che ovviamente, non dava risposte, ma qualcosa colpì il suo istinto  “Fammi aprire la pagina e leggere un po’”, pensò.

Si trattava di una nuova App che, collegata ad uno smartband e armata di intelligenza artificiale, avrebbe potuto aiutarlo per la gestione del long-Covid, almeno così diceva la pubblicità. Una App, uno smartband, ma che roba è? Va beh proviamoci, tanto, cosa ho da perdere?

Fu così che si iscrisse al portale longcovid.com pensando fosse una cosa rapida e stupida. Aveva sentito parlare di diavolerie simili dai suoi compagni, ma non aveva mai considerato questi strumenti. Per lui, contava solo il lavoro sul campo.

Alla prova dei fatti però fu colpito. L’approccio con il portale non fu né rapido né stupido. Il processo di registrazione durò un’intera ora, perché il portale richiedeva l’upload di tutte le visite pregresse e terminò con un colloquio via whatsapp con un medico vero! Il tutto gratuitamente, come prova.

Si trovò quindi di buon grado ad accettare la proposta di un piccolo canone mensile che gli avrebbe garantito il pacchetto completo: uno smartband, un piccolo dispositivo che funge da ecocardiografo che poteva tenere in casa, una visita specialistica ogni bimestre e la convenzione con il laboratorio analisi vicino casa sua.

Fu così che per il semestre successivo iniziò ad utilizzare la App Longcovid, che non solo risultò utile a monitorare il suo stato di salute ma gli consentì anche di migliorare le proprie performance sportive grazie ad un servizio aggiuntivo, disegnato sulle sue specifiche necessità, con nutrizionista e personal trainer.

Praticamente, aveva scoperto un mondo della salute parallelo!

Una App che gli consentiva non solo di curare il suo post-covid, ma anche di migliorare la sua salute a 360 gradi. In tutto questo periodo, il confronto con il suo medico sportivo era sempre stato costante, ma il Dott. Serafella era molto scettico. “Sono 30 anni che parlo e tocco pazienti per capire se va tutto bene, non venirmi a dire che una telefonata (al mese) allunga la vita, quella era la pubblicità della Telecom negli anni ’90!”

Eppure, era proprio così. Questo smartphone stava, forse non allungando la vita, ma certamente gliela stava cambiando. In meglio.

Ernesto ricordava ancora il momento chiave in cui capì le potenzialità dell’App e come avrebbe potuto impattare realmente sulla sua vita. Tutto iniziò una sera, dopo cena, sdraiato sul divano in un attimo di relax dopo gli allenamenti.

Scorreva i post degli amici sul telefono e scambiava due chiacchiere sulle chat del calcetto, quando di colpo saltò fuori una nuova notifica: “Ernesto, ci hai fornito un sacco di informazioni utili! È tempo di conoscere uno dei nostri più esperti dottori per specializzato nel post-covid! Apri l’App per fissare l’incontro!”.

Scettico, Ernesto aprì l’applicazione. “Un nuovo messaggio: clicca qui per fissare il primo appuntamento a te più comodo”. Cliccò e di colpo si aprì una mappa, con gli studi specialistici più vicini e i primi appuntamenti disponibili. Qualche secondo per acquisire confidenza con la schermata ed ecco che saltò fuori un nuovo fumetto: “Ernesto, cosa ne pensi di domattina alle otto nello studio del dott. Daniele Cerranno? È ad appena 700m di distanza dalla tua attuale posizione, ed è uno dei più esperti sul tema”.

“Certo che è intelligente questa applicazione…” pensava Ernesto. “Andata, prenoto! Chissà cosa mi aspetterà…”.

E fu così che passò il resto della serata avvolto da una sensazione di sorpresa mista a curiosità.

L’indomani si presentò all’appuntamento puntuale come un orologio svizzero. La segretaria del dottore lo accolse per nome, già sapeva tutto di lui. Nessuna carta da scambiare, nessun pagamento, e nessuna coda di persone in attesa. L’App aveva già fatto tutto. O per meglio dire calcolato tutto!

“Andrebbe bene per mia nonna!” stava pensando, quando una porta si aprì. Un paziente uscì e una voce chiamò il suo nome.

La scena si ripeté, il medico già lo conosceva. Ma questa volta anche lui non era sprovveduto. Durante colazione aveva esplorato l’App per curiosità e, cliccando sul faccione del Dottore saltarono fuori una sfilza di informazioni: percorso di studio, lingue parlate, chat diretta, documenti e informazioni condivise… mancava solo l’opzione per aggiungerlo alla partita del calcetto con gli amici!

“Buongiorno Ernesto, piacere di conoscerci”.

“Allora, vedo che questo è il suo primo appuntamento. Mi faccia girare lo schermo per mostrarle un po’ di cose interessanti”, aggiunse.

Fu così che il Dott. Cerranno aprì sul computer una scheda con il suo nome, e cominciò a parlare: “Devi sapere che Longcovid.com ha cambiato la vita anche a me! Ecco, guarda qua: in questa metà di schermo l’intelligenza artificiale produce una serie di suggerimenti e alert per il dottore. Come fa? Semplice, almeno per un computer! Incrocia varie informazioni, partendo da quelle che hai inserito in fase di registrazione a quelle raccolte dallo smartband e dall’ecocardiografo. Quindi procede a costruire un tuo profilo e poi lo paragona a quelli simili al tuo tra tanti altri utenti in giro per il mondo”.

Il Dott. Cerranno continuava a parlare, ma la mente di Ernesto aveva cominciato a vagare. Aveva infatti riconosciuto tra tutti quei grafici dei numeri a lui famigliari… Caspita, erano proprio quelli! Quelli della sua app sulla corsa, che usava quando voleva mantenersi in allenamento. E lì, in quel grafico in alto a destra, il suo passo medio in corsa era paragonato a quello di utenti simili, evidenziando il passo nel pre e post-covid.

In un momento di entusiasmo misto a competizione, avendo visto di non essere poi così male rispetto agli altri utenti, si rese conto che la sua performance post-covid era decisamente inferiore a quella pre-covid, ma non solo! A quanto pare questo era vero anche per gli altri utenti!

“Dottore!” disse Ernesto interrompendolo. “Il calcio è la mia vita, ciò che mi fa sfogare e dimenticare tutti i problemi. Dopo la positività non solo continuo ad avere vari dolori, come il mal di schiena ed emicrania persistente, ma ho anche un fiato corto che non mi permette di correre più come prima. Vedo che anche altri vostri pazienti hanno avuto problemi, o almeno così sembra da quel grafico lassù” disse puntando il dito sullo schermo.

Quello fu il momento in cui Longcovid.com andò oltre il recupero post-covid, diventando un suo fedele alleato di tutti i giorni. In quell’ormai lontano incontro con il Dott. Cerranno, l’applicazione suggerì i percorsi riabilitativi che più sembravano aver funzionato in questa malattia sconosciuta per profili simili al suo. Il medico lo aiutò poi a personalizzare ancor di più il percorso. Una volta recuperate le performance di un tempo, però, decise di acquistare un pacchetto-abbonamento differente. Il “pacchetto longcovid” per fortuna non faceva più il caso suo, ma quello del “futuro calciatore” lo attraeva assai. Dovette restituire l’ecocardiografo, ma ricevette nuovi strumenti finalizzati a misurare con precisione i principali parametri atletici monitorati anche nei calciatori professionisti. Era l’inizio di una nuova avventura! A questo si riferiva quando pensava che “quel telefono stava, forse non gli stava allungando la vita, ma gliela stava cambiando!”. Con buona pace del suo medico sportivo!

Scritto da Daniele Colombo, Simone Manno, Edoardo Cerri, Laura Serafin

Photo by Nigel Msipa

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