Pensa se fossi pure una fumatrice incallita

Cioè, niente da dire contro chi fuma eh, sono scelte.

Ma vista la mia situazione, meno male che a 15 anni quella sigaretta mi fece male. Ricordo che mi fece così male che mi  passò subito la voglia di “tirarmela” con la sigaretta in mano solo per fare la “grande”.

E come mi prendevano in giro gli amici, che dicevano “non si fuma così, ci credo che ti viene la tosse”.

Vabbè, a 15 anni anche io volevo sentirmi adulta e quel gesto della sigaretta tra le dita, lo trovavo così affascinante e misterioso.

Per non parlare poi dell’effetto “mamma e papà non vogliono”..!

E chissene! Pensavo.

Mio padre poi, proprio lui che fumava da una vita, poteva dire a me di non fumare?!

A distanza di 25 anni, mi ripeto che meno male che quel vizio non l’ho preso.

Già sono asmatica cronica, ci voleva pure il Covid.

Sono giorni che sono chiusa in casa con la febbre e la bronchite!  in una situazione “normale” mi direi ‘eh ok, non è mica la prima volta’.

Lo sai che hai i polmoni sensibili e una bronchitella all’anno non te la leva nessuno.

Ma un conto era una bronchitella nel 2019 e un conto una bronchite nel 2020.

Cioè, a voi cosa verrebbe in mente? Perché hai voglia a ripetermi, stai tranquilla, ti stai curando, lascia il tempo alle medicine di fare effetto.

Ma se anche voi foste al terzo ciclo di antibiotico senza vedere miglioramenti, non so quanto sareste sereni.

E se mi viene un attacco di tosse e soffoco? E se non riesco a respirare di notte e muoio nel sonno?

Lo so che sono pensieri tragici ma quando ho chiamato la guardia medica l’altra sera, la risposta non mi ha rassicurato per nulla.

“Pronto Dottore buona sera, la chiamo perché vorrei farmi visitare. Ho la febbre da giorni, sono asmatica e sono al terzo ciclo di antibiotico. Sento il respiro affannato e ho paura, perché vivo anche da sola”.

“Signora capisco, ma facciamo così: se stanotte vede un peggioramento nella respirazione e fa fatica a parlare, allora mi richiama e veniamo subito. Che livello di ossigenazione ha?”

“Dottore non lo so. Sono giorni che chiedo in farmacia un saturimetro ma mi dicono che non se ne trovano e non ci provano nemmeno ad ordinarmelo”.

Vabbè, ho capito. Qui di visitarmi a domicilio non se ne parla.

Così il giorno dopo, mi copro come la mummia di Tutankhamon e vado dal mio medico di base, con la stessa leggerezza di una gazzella nella savana. Con la febbre, con la tosse, e l’ansia nel petto. E forse il Covid.

Non 1 cm di pelle scoperta, doppio paio di guanti usa e getta, mascherina chirurgica, chè quella FFP2 è acqua nel deserto.

Finalmente un saturimetro! Pochi secondi e tac: 97 su 100.

È un buon livello, di cosa ti preoccupi? Mi ripeto.

Eppure io ho l’affanno Dottoressa.

“Devi tener presente che nelle persone asmatiche e soggette a bronchiti, la ripresa è più lenta e difficile. L’affanno sarà dovuto a quello. Facciamo così: nei prossimi giorni torna da me così monitoriamo la saturazione”.

Inutile dire che questa proposta non mi ha convinto per niente. Perché qui serve monitorare tutti i giorni, più volte al giorno. E se devo misurare l’ossigeno di notte? Che faccio?

Dai però è assurda ‘sta storia dei saturimetri. Pensa se nel 2020 un aggeggino del genere non lo si riesce a trovare su Amazon.

Vabbè torno a casa per la call delle 14:00.

“Ciao ragazzi, come state?” chiedo ai miei colleghi.

“Bene e tu?” risponde Livia.

“Come un’asmatica in epoca di Covid. Oggi il mio medico mi ha finalmente misurato il livello di saturazione. Ho 97 su 100 ma io ho sempre il respiro affannato. Sento che non entra abbastanza aria nei polmoni. Nei prossimi giorni ci torno di nuovo perché non ho il benedetto saturimetro”.

“Hai provato a ordinarlo on line?”

“Eccerto. Ma è introvabile”.

“Un amico mi ha detto che il nuovo modello del Samsung ha un’app che misura l’ossigenazione. Prova a vedere se anche il tuo ce l’ha. Non sarà magari affidabile al 100% ma ti dà comunque un’indicazione”. Luca le sa tutte.

[Parentesi – Il saturimetro è uno strumento che permette di misurare il livello di concentrazione di ossigeno nel sangue. Il livello di saturazione di ossigeno in adulti sani varia dal 95% al 100% a riposo. La funzione di saturimetro contenuta nell’app Samsung Health fornisce un valore di riferimento ma non è un dispositivo medico e non deve essere utilizzata per la diagnosi di malattie.]

Io di app ne capisco davvero poco. Poi, onestamente, ci vuole il medico per queste cose. Però vabbè, proviamo a vedere dove si trova quest’app.

Sono talmente preoccupata in questo momento, che ripongo in Samsung Health ogni speranza sul futuro dei miei polmoni.

Ecco, lo sapevo. Devo registrarmi, lasciare i miei dati personali. Tutte uguali ste app.

Vogliono i dati, che chissà poi dove vanno a finire le mie informazioni personali.

Allora, vuoi dormire serena nei prossimi giorni? O preferisci continuare le tue elucubrazioni sulla malvagità delle app che ti rubano i dati e poi niente privacy e poi ti schedano pure i servizi segreti?!

OK! Voto per la serenità di sogni tranquilli.

Scarico l’app, affidandole la mia identità e premo l’indice sul sensore a infrarossi.

Aspetto qualche secondo. Quasi 1 minuto. Infinito. Ma quanti secondi ha 1 minuto? Non erano solo 60? Sta registrando, comunque. Vedo il grafico a torta che si sta colorando.

98 su 100. ? ? ?

Eh aspetta, mica mi fido così facile eh. Aspetto 5 minuti e misuro di nuovo.

98 su 100. Ancora!

Dopo altri 30 minuti: ancora 98 su 100. Evvai, qui 3 su 3 danno lo stesso risultato.

Oh, mi sento già meglio. Mi pare che il respiro sia meno affannato.

Mettiamo il Samsung in carica, va. Che da qui a stasera so già che lo stresserò con le mie misurazioni!

Scritto da Francesca Bernava

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