Perché “The Good in Town”? Perché c’è sempre bisogno di progetti e comunicazione positiva, da creare o raccontare valorizzando città, territori, comunità sostenibili.
The Good in Town nasce dalla passione per la comunicazione e per l’innovazione. Ma soprattutto dalla convinzione che a fare la differenza siano le persone.
L’approccio al business, la visione del mondo (opportunità o problemi?), l’uso della tecnologia. Quanti dibattiti, per esempio, sui risvolti etici dell’intelligenza artificiale, sul modo migliore di fare business o di vivere la propria vita per avere successo.
Nella mia visione in un sistema sostenibile, il successo si misura in termini di energia e non di tempo. Valorizza la diversità e la responsabilità individuale che porta ciascuno a contribuire con le proprie azioni. La mia, è mettere a disposizione di un bene più grande l’esperienza di questi anni.
In uno spazio condiviso per un bene comune (la sostenibilità, la csr e il positive impact) che unisca competenze, visioni del mondo e ambiti apparentemente inconciliabili. Il business con le sue innumerevoli sfaccettature e caratteristiche territoriali, le startup e l’innovazione che abilita nuovi scenari, la ricerca, la musica e lo spettacolo.
Senza etichette o distinzione tra ambiti disciplinari, aziende grandi e piccole, personaggi famosi e non: semplicemente persone che si mettono in gioco e fanno qualcosa.
“Fatti e persone che cambiano il mondo”.
Il barcode colorato per noi è già un segno positivo di informazione, innovazione e ispirazione. Vorremmo diventasse la “Good Economy” di aziende che fanno responsabilità sociale d’impresa, di persone che lanciano iniziative sociali e ambientali, di startup che credono nell’innovazione per la sostenibilità.
Sara Serafini, Co-Founder The Good in Town