Nell’episodio precedente, abbiamo visto come l’educazione sessuale abbia spesso incontrato grossi ostacoli nella nostra società. Il vento, però, sta cambiando o, almeno, questa è l’aria che si comincia a respirare.
Ma perché è così importante parlare di educazione alla sessualità e all’affettività?
Un’educazione al rispetto del corpo, dei sensi, del desiderio
Avere indicazioni chiare su come funziona il proprio corpo a livello biologico e anatomico aumenta, innanzitutto, la conoscenza di sé: il corpo, infatti, è il primo mezzo attraverso cui, fin dalla nascita, si entra in contatto con il mondo. Prima del pensiero e delle emozioni, delle credenze e della morale, vengono sviluppati i cinque sensi. Quotidianamente dimenticati, i sensi sono la bussola delle relazioni familiari e con chi si prende cura dei neonati, sono il ponte che permette il contatto con le altre persone nell’arco della crescita e saranno i canali privilegiati delle sensazioni che accompagneranno l’individuo nel corso delle sue relazioni adulte e sessuali. Capire e conoscere il proprio corpo, entrare in sintonia con esso, accettarlo nella sua forma e sensorialità permette uno sviluppo sessuale sano e spontaneo, privo di credenze e fantasie che ancora popolano le convinzioni di molti individui.
Attraverso percorsi di educazione al piacere e alla sessualità è inoltre possibile fare prevenzione e informazione. L’educazione sessuale, nelle scuole e in qualsiasi contesto extra-scolastico, diventa una guida fondamentale per persone giovani e meno giovani e permette loro, come prima cosa, di evitare comportamenti a rischio, malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate. Forse ancora più importante per i tempi che stiamo vivendo, educare alla sessualità vuol dire insegnare a rispettare i confini del proprio corpo e di quello delle altre persone: scegliere consapevolmente come, quando e quanto entrare in relazione, scegliere di dire di no, adottare un’ottica inclusiva nei confronti degli altri individui e di noi stessi, imparare ad accogliere il piacere, rispettando la sessualità in tutte le sue sfaccettature.
Oggi si tratta di riuscire a costruire un approccio positivo alla sessualità: ciò significa parlarne all’interno di conversazioni e attività condivise, che aumentino la conoscenza di sé e di chi amiamo. Parlando di sex positive, le nuove generazioni saranno in grado di agire responsabilmente non solo verso se stesse, ma anche verso il loro mondo relazionale, favorendo così inclusione e accettazione.
A che punto siamo in Italia con l’educazione sessuale?
Nonostante l’UNESCO abbia stilato una Guida tecnica internazionale sull’educazione sessuale (la Comprehensive Sexual Education, ovvero una guida ad un’educazione sessuale completa, che tenga in considerazione aspetti fisici, biologici e sanitari della sfera sessuale, accanto alla componente emotiva, personale e sociale) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia condiviso il bisogno di azione in questo senso, l’Italia ancora non prevede l’insegnamento dell’educazione sessuale come materia scolastica obbligatoria.
In Europa, si trovano nella stessa situazione anche Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania, con una distanza impressionante dai paesi scandinavi, che, fin dagli Anni Sessanta, educano meticolosamente le generazioni più giovani alla vita sessuale e affettiva.
La scuola quindi, ad oggi, non rappresenta ancora un canale aperto in questa direzione, nonostante sia l’ambiente potenzialmente più adeguato: il contesto scolastico, infatti, è lo spazio in cui si crea il pensiero comune, il dialogo attivo e il rispecchiamento tra pari ed è, inoltre, il luogo principale in cui gli individui si sperimentano a livello relazionale. Figure mediatrici adulte e specializzate permetterebbero a ragazzi e ragazze l’espressione libera di dubbi, paure, curiosità e fantasie, fornendo anche un contenimento funzionale alla loro crescita.
Il ruolo dei social media nell’educazione al piacere
In questi ultimi anni, l’educazione alla sessualità e all’affettività, benché ancora poco strutturata, sta però progredendo e aumentando la sua risonanza nelle vite delle nuove generazioni. Professioniste e professionisti scelgono sempre più di utilizzare media e canali social per la loro attività di divulgazione e lo fanno con un linguaggio sensibile, semplice e accattivante. Questo sta permettendo alla popolazione adolescenziale di avvicinarsi a un’idea di sessualità più coerente con la realtà, ridimensionando le fantasie distorte della pornografia non etica. Sfogliando le pagine di Instagram, è possibile trovare figure esperte in ostetricia, medicina, psicologia, nutrizione, sessuologia, e anche personalità del mondo social e dello spettacolo che affrontano il tema della sessualità consapevole.
Netflix, con la messa in onda delle serie Sex education (2019), Big Mouth (2017) e svariate altre, ha permesso alle persone più giovani e alle loro famiglie di condividere riflessioni (e, speriamo, ampie conversazioni!) in merito alla crescita, alle pratiche sessuali, all’identità di genere, all’orientamento sessuale, al fare sesso e fare l’amore, al significato delle relazioni e delle forti emozioni che accompagnano questa fase di sviluppo.
Questi canali iniziano a spargere piccoli semi di educazione al piacere e alla scoperta del corpo e del desiderio, fondamentali per far sbocciare un fiore, ma non sempre sufficienti a coprire l’interezza della sessualità. Spesso, purtroppo, manca un reale spazio di condivisione e confronto aperto, e vengono preferite forme di educazione “calate dall’alto”, dimenticando così il vero significato di inclusività. Parlare di inclusività vuol dire sia rispettare orientamenti di genere e identità sessuali, ma anche avere il coraggio di aprire il confronto e ascoltare i reali dubbi e paure di chi sta affrontando la sessualità a piccoli passi.
Si parla spesso di amore relazionale, quando forse sarebbe più importante sottolineare l’importanza di esplorare, amare e accettare prima di tutto la propria persona e, poi, andare nel mondo alla ricerca delle altre, senza (più) insicurezze sul proprio desiderio. Potremmo elencare ancora tante mancanze, ma sarebbe poco costruttivo.
Come possiamo cambiare l’educazione sessuale oggi e nel prossimo futuro?
Parlandone. Dove non arrivano scola e istituzioni, gli individui adulti di oggi hanno la responsabilità di assumersi questo compito. Bisogna cambiare la prospettiva del tabù sulla sessualità e comunicare apertamente con i giovani, insegnare a figli e figlie (a studenti e studentesse, pazienti, nipoti, etc.) che una vita appagante passa anche da relazioni sessuali appaganti. Che è normale desiderare una relazione, così come è normale non desiderarla. Dare loro il permesso di sperimentare in solitudine o con un’altra persona, senza paura di chi si trova al di là di noi, sapendo di potersi proteggere dicendo “no” e di potersi lasciare andare dicendo “sì”.
Un giorno, forse non troppo lontano, anche la sessualità diventerà un argomento comune, a tal punto da non destare più timori, imbarazzi e vergogne e favorendo, al contempo, il benessere delle future generazioni.
Guardando a quel futuro, ciò che serve è un lavoro che inizia nelle scuole dell’infanzia e prosegue, successivamente, con pre-adolescenti e adolescenti: una formazione olistica che consideri sia i temi più psico-emotivi, che l’anatomia e fisiologia, fino ad arrivare alla consapevolezza del proprio desiderio e limite.
Un approccio di questo tipo avrebbe un forte impatto positivo non solo sulla sessualità e sull’accettazione di sé, ma anche su altre sfere della socialità, come bullismo, cyberbullismo, omofobia e paura di chi ha volontà e bisogni diversi dai nostri. Essere consapevoli che esistono diversi orientamenti sessuali e conoscere persone con esperienze diverse dalla nostra può avere un effetto normalizzante e funzionare come strategia vincente all’interno di un’educazione al piacere ad ampio raggio.
Ricordiamoci che per potere pensare e comprendere le cose nella loro essenza, abbiamo bisogno di parole che le sappiano descrivere. Dobbiamo, pertanto, imparare tutti e in particolare le nuove generazioni, più parole possibili, per essere in grado di pensare a una sessualità più libera, inclusiva, realizzata, consapevole e serena.
Questo articolo è stato scritto a quattro mani dalla dott.ssa Federica Piacenza, Psicologa e specializzanda in Psicoterapia ad indirizzo Analitico Transazionale e dalla dott.ssa Chiara Maggio, Psicologa clinica, co-founder e Digital media specialist di greenvibes.store.
Bibliografia
https://www.stateofmind.it/2018/10/educazione-sessuale-adolescenti/
https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_sessuale
https://www.psicolinea.it/storia-delleducazione-sessuale/
https://www.cosicomeviene.it/breve-storia-delleducazione-sessuale-parte-1/
https://www.cesp-pd.it/spip/spip.php?article2153