L’ambiente in Europa: a rischio la qualità della vita

Il nuovo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente fotografa un continente in transizione: migliorano le emissioni e la qualità dell’aria, ma la natura è ancora sotto assedio

La crisi ambientale che attraversa l’Europa non è un problema lontano, astratto o esclusivamente scientifico. È una questione che tocca la vita di tutti noi, ogni giorno. È questo uno dei messaggi più forti che emerge dal nuovo Rapporto sullo stato dell’ambiente in Europa 2025 pubblicato a fine settembre 2025, che traccia un bilancio lucido e documentato: se da un lato il continente ha registrato progressi significativi nella riduzione delle emissioni di gas serra e nell’incremento delle fonti rinnovabili, dall’altro permane un quadro preoccupante per la biodiversità, il suolo, le risorse idriche e la resilienza agli impatti climatici.

Se spesso gli allarmi ambientali sono snobbati come ‘roba da fanatici attivisti’, il report calca l’accento, in questa edizione, sul fatto che proprio questi dati ambientali sono anche indicatori di una fragilità crescente che mette a rischio salute, sicurezza, benessere economico e coesione sociale.

La sfida del secolo: clima e natura, un binomio inscindibile

L’Europa, che si sta riscaldando più rapidamente rispetto ad altri continenti, è al centro di una trasformazione senza precedenti. A confermarlo sono le parole di Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva per una transizione pulita e giusta: «Ritardare gli obiettivi climatici aumenterebbe solo costi, disuguaglianze e vulnerabilità. Proteggere la natura è un investimento, non un costo».

E in effetti, il Rapporto 2025 dell’EEA – frutto della collaborazione tra 38 paesi e oltre 30 anni di monitoraggio ambientale – mette nero su bianco una verità difficile da ignorare: l’attuale modello di sviluppo non è più sostenibile. Il degrado degli ecosistemi, la perdita di biodiversità e l’aumento di eventi meteorologici estremi rappresentano minacce concrete alla sicurezza alimentare, alla salute pubblica e all’economia europea.

I progressi che danno speranza

Nonostante lo scenario complesso, non mancano segnali incoraggianti. L’Unione europea è considerata leader globale nella lotta al cambiamento climatico: dal 2005 ha raddoppiato la quota di energie rinnovabili e ha avviato la decarbonizzazione di settori chiave come trasporti e industria pesante. Crescono anche gli indicatori legati al riciclo, alla finanza sostenibile e all’occupazione verde.

«L’Europa ha politiche, strumenti e competenze per affrontare queste sfide – sottolinea Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell’EEA – ma dobbiamo agire ora: quello che facciamo oggi plasmerà il nostro futuro».

Italia: tra buone pratiche e sfide aperte

Nel quadro europeo, l’Italia si posiziona con luci e ombre. Tra i punti di forza evidenziati nel rapporto troviamo:

  • la crescita dell’agricoltura biologica;
  • l’espansione delle energie rinnovabili, che ha superato gli obiettivi 2020 e punta al 38,7% entro il 2030;
  • una buona estensione delle aree protette;
  • un’elevata circolarità nell’uso dei materiali.

Tuttavia, restano numerose criticità. Il nostro Paese è ancora fortemente dipendente dall’importazione di materie prime critiche e fatica a colmare alcuni gap strutturali: gestione dei rifiuti, strategie di adattamento climatico, povertà energetica e disuguaglianze sociali. Elementi che impongono un approccio integrato alle politiche ambientali, economiche e sociali.

In questo senso, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile possono rappresentare strumenti strategici per una transizione realmente equa e duratura.

La rotta da seguire: innovare per rigenerare

Il messaggio chiave del rapporto è inequivocabile: per garantire la prosperità futura dell’Europa e il mantenimento (se non il miglioramento) della qualità della vita occorre accelerare il cambiamento sistemico, trasformando modelli di produzione e consumo. Decarbonizzazione, economia circolare, tutela della biodiversità e resilienza idrica sono le direttrici fondamentali per un continente che voglia restare competitivo, sicuro e vivibile.

Jessika Roswall, commissaria europea per l’ambiente, ha ribadito: «Dobbiamo ripensare il legame tra ambiente ed economia. Una natura sana è la base per una società sana e un’economia forte».

Il Rapporto 2025 oltre all’allarme, offre una mappa per il futuro. Una mappa che richiede coraggio politico, visione strategica e partecipazione collettiva. L’Europa ha già dimostrato di saper innovare e guidare la transizione. Ora è il momento di fare un passo in più: integrare sostenibilità, equità e innovazione come pilastri di un nuovo modello di benessere condiviso.

Come ricorda il documento, “ripristinare l’ambiente naturale è la condizione per mantenere alta la qualità della vita in Europa”. È tempo di agire, insieme.

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