Teatri e cinema chiusi, manifestazioni annullate, musei a singhiozzo, le restrizioni imposte dalla pandemia hanno avuto un impatto devastante su una parte importante della fruizione culturale, con conseguenze non solo di tipo culturale ma anche economico, è bene sempre ricordare che dietro una mostra, uno spettacolo, un artista, una sagra, un evento ci sono centinaia di persone che con il loro lavoro dietro le quinte permettono il realizzarsi di qualcosa di speciale.
Intesa Sanpaolo, che ha musei e svolge diverse attività di sostegno a progetti e istituzioni culturali, ha realizzato due ricerche per indagare l’impatto del lockdown sulla cultura italiana e volte a fornire uno strumento di aiuto alle organizzazioni culturali impegnate a programmare la ripartenza. La prima “I consumi culturali degli italiani ai tempi del Covid-19: vecchie e nuove abitudini”, condotta da Ipsos, ha evidenziato come dopo un primo momento di smarrimento, gli italiani abbiano fatto di necessità virtù e abbiano accolto favorevolmente il digitale nella fruizione di contenuti culturali. Anzi, il digitale ha realizzato il miracolo di avvicinare una nuova fascia di persone al mondo della cultura.
E’ ovvio che la fruizione dal vivo, soprattutto per determinati tipi di eventi, è insostituibile perché offre un’esperienza immersiva, completa e valorizzante. Ma è anche vero che il digitale aiuta a colmare un vuoto e aiuta a colmare distanze (geografiche, culturali, generazionali, economiche) e senza dubbio di presta ad diventare un territorio di esplorazione per nuove tipologie di eventi, nuove forme di manifestazione artistica, nuove forme di espressione e nuove modalità di interazione con i fruitori.
Secondo la ricerca, condotta su un campione di 1000 persone, la fruizione dal vivo degli eventi/attività culturali è mancata molto all’86% del campione e al 94% dei fruitori abituali. Ma la situazione contingente ha poi stimolato e imposto delle scelte, delle strategie per sopperire alla mancanza della fruizione dal vivo, che si sono rilevate tutto sommato soddisfacenti. Benchè il 24% abbia risposto ‘non ho fatto nulla’ alla domanda “Come ha sopperito all’impossibilità di usufruire dal vivo dei suoi eventi/attività culturali preferiti?”, il 53% ha cercato nuove modalità di fruizione culturale a distanza.
Il ruolo del digitale è stato certamente sorprendente per quanto riguarda la platea di nuovi fruitori, per i «neofiti» della cultura il lockdown è stato un momento di sperimentazione e scoperta, un’opportunità che ha semplificato e reso più accessibile la fruizione della cultura in qualunque momento (per il 68%) e in qualunque luogo (53%), nonché una condivisione familiare, capace di avvicinare i figli alla cultura per il 30%. Oltre naturalmente al vantaggio economico riconosciuto dal 50% degli interpellati.
Quando l’emergenza sanitaria finirà, si vorrà tornare ad una fruizione dal vivo: il pubblico più assiduo e appassionato non ha alcun dubbio a tal proposito. Ma è anche chiaro un aspetto, che indietro non si torna, gli artisti, gli organizzatori di eventi culturali, i produttori, ecc, si sono resi conto che il digitale deve diventare una parte del loro lavoro, che permetterà di raggiungere un pubblico nuovo, ampio, globale, e di arricchire la loro proposta.
Photo by Pramuk Perera on Unsplash