Nel piccolo borgo di Spinetoli (AP), più vicino al mare Adriatico che al capoluogo, si trova Centimetro Zero, una locanda sociale che ha preso vita nel 2015 grazie a un bando e al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, ma soprattutto attraverso il lavoro di orticoltura e il recupero e riciclo di sedie, lampade, tavoli e varia mobilia. I protagonisti sono alcune persone con vari tipi di disabilità che vengono impiegati con diverse mansioni.
Il centro diurno che alcuni di loro frequentavano è diventato il laboratorio dove restaurare gli oggetti che erano stati accantonati un po’ da tutti e che hanno poi costituito l’arredamento del locale.
Dall’orto proviene molta materia prima per il ristorante, così come le sedie sono stati i primi oggetti che i ragazzi hanno sistemato: affinché queste attività diventassero una straordinaria opportunità per molti ragazzi ci hanno pensato i due ideatori del progetto, Emidio Mandozzi e Roberta D’Emidio.
“Ritrovare nella locanda le sedie su cui ognuno stava lavorando, è stato per tutti i ragazzi un motivo d’orgoglio”, ci racconta la cofondatrice, “che ha dato alla loro attività quel valore che non percepivano mentre lci lavoravano”.
Tutte le sedie sono personalizzate con delle frasi che esprimono i pensieri dei ragazzi e che caratterizzano l’identità di Centimetro Zero: molto spesso vengono poi regalate, affinché chi le riceve abbia un segno che rimane in evidenza. Come è successo nel 2019 con il Presidente della Repubblica. Nel suo discorso di fine anno, Sergio Mattarella ricordò che una associazione di persone disabili gli aveva donato una sedia molto semplice, ma che avrebbe conservato con cura per la scritta che recava.
Passione per la cucina e impegno per l’inclusione
Presso la locanda sociale Centimetro Zero lavorano ragazzi e ragazze autistici o con sindrome di down: tutti hanno effettuato un percorso formativo, sia in cucina che in sala, dove sono emerse le loro attitudini. Inizialmente il locale apriva solo nei weekend, ma il lavoro e l’entusiasmo dei ragazzi, ben sostenuti dei loro tutor, sono stati immediatamente colti dalla clientela: si può dire che ben presto la domanda ha superato l’offerta, spingendo la locanda ad aprire anche per la cena dei giorni feriali.
L’impegno per la sostenibilità e l’auto-produzione emerge dai piatti che vengono serviti, i cui prodotti provengono dall’orto o dalla rete di cooperative sociali e aziende locali con cui si è instaurata una proficua collaborazione. Per questo il menu celebra la cucina stagionale e della tradizione locale, con un approccio che garantisce freschezza e qualità.
Proprio quella qualità che li ha portati a diventare parte del circuito SlowFood e ad essere presenti nelle pubblicazioni del Touring Club e del Gambero Rosso. Una popolarità meritata, sostenuta anche da iniziative come “Adotta uno chef”: si tratta di serate che il ristorante organizza soprattutto d’estate, usufruendo dell’ulteriore spazio esterno, dove alcuni importanti chef del territorio cucinano per l’occasione avvalendosi del servizio e del supporto dei ragazzi della locanda.
“Per i nostri ragazzi questo è un momento straordinario” riprende Roberta D’Emidio, “la vicinanza di un professionista che, come loro vive la cucina, fa scattare qualcosa di magico, grazie soprattutto alla disponibilità e all’umanità di ogni chef”. Molti i nomi di spicco, da Federico Palestini a Daniele Citeroni Maurizi, da Aurelio Damiani fino a Massimo Bottura (del cui impegno nei confronti della disabilità abbiamo già parlato, scrivendo del Tortellante). “Con Bottura lavoriamo anche per una manifestazione che si tiene da molti anni in un comune di Ascoli Piceno”, continua Roberta, “dove i nostri ragazzi sono coinvolti nel servizio della cena”.
Un’offerta che diventa ancora più dolce
Il periodo del lockdown è stato quasi un termometro che ha confermato la validità del progetto: tutte le famiglie chiamavano per dire come i loro figli stavano peggio senza lavorare. La riapertura è stata una vera e propria rinascita, da cui sono presto partite nuove iniziative: le etichette denominate “Soqquadro” rappresentano l’impegno dei ragazzi anche nella produzione di vino, in collaborazione con il rinomato viticoltore Roberto Cipresso. Con una vigna ad Offida, si producono una varietà di vini che sono diventati un’aggiunta pregiata al menu della locanda e sono stati presentati con orgoglio al Vinitaly.
A dicembre 2022 è stato poi aperto un laboratorio di cioccolato, a pochissimi metri dal ristorante: qui altri ragazzi hanno potuto ampliare le loro attività, offrendo prelibatezze dolci fatte a mano con cioccolato di alta qualità. “Il primo Natale è andato bene, il secondo benissimo”, ricorda Roberta, “ma questa Pasqua 2024 ci ha sconvolto, tanta è stata la richiesta!”. Inoltre, per riuscire ad andare oltre alla stagionalità tipica del cioccolato, grazie a un nuovo bando, la cofondatrice ci presenta un nuovo capitolo di questa storia straordinaria di imprenditorialità e inclusione sociale: “abbiamo acquistato una confettatrice, grazie alla quale potremo permettere ai ragazzi di lavorare tutto l’anno”.
Ancora una volta l’ambito della ristorazione risulta particolarmente adatto per alcune tipologie di persone con disabilità, che hanno l’opportunità di sviluppare e potenziare alcune loro attitudini, nel contatto con i clienti. “Con questo lavoro i ragazzi socializzano, parlano, crescono, maturano, cambiano”, conclude Roberta D’Emidio: “ne abbiamo alcuni che all’inizio neanche parlavano, e ora invece… non li fermi più”. Il progetto di Centimetro Zero è un’ulteriore dimostrazione di come il lavoro non sia solo un mezzo di sostentamento, ma anche una forma di realizzazione personale e concreta integrazione sociale.
Locanda sociale Centimetro Zero.