L’invasione su vasta scala della Russia in Ucraina rappresenta il più grande conflitto militare in Europa dall’epoca della Seconda Guerra Mondiale.
Le ostilità scatenate dalla Russia, l’uso di attrezzature militari e ogni tipo di armi convenzionali causano enormi danni all’ambiente. E non solo in Ucraina.
Per quanto possa sembrare che l’Ucraina sia molto lontana dall’Italia, l’ambiente non ha confini.
Chornobyl
Nel 2022, le truppe russe che hanno invaso l’Ucraina dal territorio bielorusso hanno immediatamente occupato la centrale nucleare di Chornobyl e la zona di esclusione. Si sono spostati nella zona di Chornobyl con attrezzature pesanti, hanno scavato trincee nella Foresta Rossa, sollevando polvere radioattiva e hanno provocato una serie di incendi nelle foreste di Chornobyl.
Già dal secondo giorno dell’occupazione della zona di Chornobyl – il 25 febbraio 2022 – il livello di radiazioni nella zona di esclusione è aumentato di 20 volte.
Tutta la polvere radioattiva e le ceneri degli incendi si sollevano nell’aria e vengono trasportate dal vento per decine di chilometri intorno.
I campi agricoli
Gli esplosivi che non detonano durante un’esplosione rimangono nei crateri sotto forma di zolfo e metalli pesanti. Inoltre, a seguito della detonazione di munizioni, si verificano emissioni chimiche, che portano a piogge acide, le quali poi distruggono la terra e i raccolti.
Le emissioni di gas serra
I russi stanno attaccando i depositi di munizioni ucraini, depositi di petrolio, raffinerie di petrolio e altre strutture dell’industria chimica in tutto il paese.
Durante la combustione di prodotti petroliferi, composti estremamente tossici entrano nell’atmosfera insieme all’anidride carbonica e inquinano tutto ciò che li circonda.
La combustione di diesel, benzina e carburante per aeromobili ha provocato emissioni di 18,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Emissioni aggiuntive di 3,1 milioni di tonnellate di CO2 equivalente sono state causate dalla produzione e dall’uso di proiettili di artiglieria e altre munizioni.
Il numero di incendi di dimensioni superiori a un ettaro è aumentato di 36 volte rispetto al periodo prebellico di 12 mesi. Nel 2021, in Ucraina è stato registrato solo un incendio boschivo con un’area superiore a 5 ettari.
L’area totale degli incendi paesaggistici sul territorio dell’Ucraina nel 2022-2023 supera i 2,4 milioni di ettari. Il volume totale di emissioni aggiuntive causate da incendi legati alla guerra è stimato in 17,7 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.
Le emissioni di gas serra attribuibili a dodici mesi di guerra hanno raggiunto i 120 milioni di CO2. Questo equivale alle emissioni totali di gas serra prodotte nello stesso periodo in un paese come il Belgio.
Centrale Idroelettrica di Kakhovka
Il 6 giugno 2023, i militari russi hanno fatto esplodere la Centrale Idroelettrica di Kakhovka. Molti, comprese le istituzioni dell’UE, hanno condannato la distruzione, qualificandola come ecocidio e il peggiore disastro ambientale in Europa da Chernobyl.
Con la distruzione della diga di Kakhovka, la Russia ha sprecato oltre 18 chilometri cubi di acqua dolce. Questo approfondisce la crisi climatica poiché l’esplosione della diga ha portato all’allagamento di oltre 50.000 ettari di foreste ucraine, e almeno la metà di esse è a rischio di morire.
Circa 150 tonnellate di lubrificanti industriali tossici sarebbero stati rilasciati insieme a contaminanti provenienti da pozzi di scarico, stazioni di servizio e depositi di prodotti chimici agricoli e pesticidi, nonché da mine terrestri dislodate.
Questi contaminanti stanno derivando lungo il fiume Dnepr nel Mar Nero, che lambisce le coste di sei paesi, tra cui Romania e Bulgaria, ed è collegato al Mar Mediterraneo, che lambisce Europa e Medio Oriente.
Dopotutto, non ci sono concetti di confini nazionali per le emissioni nell’atmosfera, le acque sotterranee inquinate che entrano nei fiumi, nei mari e negli oceani, e i buchi nell’ozono.
Il video fa parte di un progetto di informazione che si chiama “Digest contestuale”.
La produzione è di gruppo televisivo Starlight Media.
Tutti i materiali del progetto fanno parte di una campagna informativa per contrastare la disinformazione, implementata da Starlight Media e Smart Angel in collaborazione con il sostegno finanziario dell’Unione Europea in Ucraina. I contenuti sono di esclusiva responsabilità di Starlight Media e non riflettono necessariamente le opinioni dell’Unione Europea.