Pantelleria, l’isola che mette la comunità al centro della transizione energetica

Il Comune lavora a un programma ambizioso che mira all’autonomia alimentata completamente da fonti rinnovabili. In campo anche imprenditori locali e privati cittadini per accelerare la svolta

Eccola l’isola, nera di lava, verde di vigneti, oro di Zibibbo, gialla di zolfo venato di rosso dalla chimica vulcanica, blu e indaco di mare. Solo l’avvicinamento vale l’intero viaggio. Ecco lo specchio di Venere, lo chiamano u bagnu, azzurro come l’unico occhio di un ciclope folle spalancato sul cielo in un’interrogazione esterna, senza risposta”. Con queste parole il poeta Giosuè Calciura descrive l’arrivo a Pantelleria, terra di vento e di mare al centro del Mediterraneo, diventata oggi laboratorio di sostenibilità.
Proprio il vento e il mare sono le risorse più preziose di Pantelleria che punta all’autonomia energetica in ottica sostenibile; impegno riconosciuto anche dall’Unione europea che l’ha inserita nella lista delle migliori dieci isole energeticamente sostenibili del Vecchio Continente.

Nel 2015 per la produzione e la gestione dell’energia proveniente da fonti rinnovabili, il Comune ha collaborato con il Politecnico di Torino, il Cnr ed Enea per l’installazione di un sistema basato sul movimento delle onde del mare. La piattaforma, la prima mai installata nel Mediterraneo, è stata collocata nel Nord Ovest dell’isola e con i suoi 250 Mwh/anno risponde al fabbisogno di circa 90 famiglie.
La tecnologia adottata per la produzione di energia è costituita da un sistema galleggiante di ingombro in pianta pari a 8×15 metri affondato di 4 metri e fuoriuscente dal livello del mare di 1 metro. Il sistema galleggiante è ancorato con un ormeggio lasco, con quattro punti di ancoraggio. Data l’innovatività del sistema, è previsto un piano di monitoraggio della rumorosità dell’impianto e dello sviluppo della Poseidonia.


L’amministrazione pantesca sta inoltre lavorando alla messa a punto dell’Agenda per la Transizione Energetica. L’iniziativa, supportata dal Clean Energy for Eu Islands Secretariat, è finalizzata all’elaborazione di un documento condiviso dagli attori locali in ambito energetico e ambientale, con il coinvolgimento della cittadinanza e degli stakeholder. Il testo, a partire dall’analisi delle criticità e potenzialità locali, individua gli obiettivi di sviluppo energetico, le azioni e le best practice per il loro raggiungimento.

Decarbonizzazione: Pantelleria Zero

L’isola punta a raggiungere la completa decarbonizzazione nel più breve tempo possibile, tramite una roadmap ad obiettivi progressivi di sostenibilità e dipendenza decrescente dalle fonti fossili.
Pantelleria Zero” rappresenterà un modello di elevata autosufficienza, caratterizzata da una coesistenza di sostenibilità energetica, protezione ambientale e conservazione del territorio. L’efficientamento energetico permetterà di ridurre notevolmente alcuni carichi termici oggi prodotti con energia elettrica e di coprire con l’autoproduzione i consumi termici ed elettrici delle utenze finali residenziali.
La redazione dell’Agenda è stata coordinata dall’Energy Center del Politecnico di Torino, in collaborazione con Comune di Pantelleria, Parco Nazionale Isola di Pantelleria, S.MED.E Pantelleria S.p.A., SOFIP S.p.A., Associazione di Promozione Sociale Resilea e Cantina Basile.

Il ruolo dei privati: Cantina Basile

Cantina Basile è una giovane azienda vitivinicola a conduzione familiare che ha iniziato la sua attività nel 2006 per volontà di Fabrizio e Simona Basile nei locali del dammuso che ospitava l’antica falegnameria spagnola.
Fabrizio Basile ci racconta perché ha voluto fortemente partecipare al progetto di autonomia energetica.
La transizione verso un’economia a basso consumo energeticospiega Basile non è solo una necessità legata all’ambiente ma soprattutto un modo per immaginare nuovi modi di fare comunità, all’interno della quale la sostenibilità deve diventare la bussola di ogni azione e ogni investimento. L’impegno di Cantina Basile va letto in questo contesto: ci piace immaginare di mettere a disposizione le nostre capacità, la nostra passione per contribuire a fare di Pantelleria una terra dove non si viene solo a fare a turismo ma ad imparare a vivere in modo rispettoso dell’ambiente, della comunità e della tradizione”.

Fabrizio Basile nella sua cantina


E l’attività di Fabrizio e la sua famiglia sembra proprio rispondere a questi stimoli.
Un antico detto pantesco – ci ricorda – recita ‘il vino si fa in vigna’. Questo ho imparato da mio padre e da mio nonno che hanno curato i loro vigneti fin dai primi decenni del secolo scorso. Sapevano come lavorare la terra, conoscevano l’influenza delle condizioni meteorologiche sulla qualità del raccolto, l’importanza dell’esposizione al sole e della protezione dal vento che spesso soffiava prepotente sull’isola. Ma mentre continuo a difendere le vigne dalla forza della natura, allo stesso tempo voglio mettere quelle forze a disposizione dello sviluppo del mio business e dell’isola tutta”.
Cantina Basile è un felice connubio tra antico e moderno, quasi una piccola miniatura di quello che Pantelleria potrebbe diventare una volta raggiunta l’autonomia energetica da fonti rinnovabili.
Un connubio che si realizza in una straordinaria cornice nel cuore del Mediterraneo: le conche dei terrazzamenti dell’isola di Pantelleria, accarezzati dal vento che si alza dal mare e baciati da un sole che sembra non tramontare mai.
Dopo un’attenta e rigorosa ristrutturazione del settecentesco “dammuso”, tipica abitazione di Pantelleria, nel 2006 nella cantina di Fabrizio c’è stata la prima vinificazione, frutto non solo di una attenta lavorazione ma anche di una coltivazione basata sulla competenza e sulla capacità acquisita negli anni. “Il mio sogno di imprenditore l’ho fatto diventare realtà, ora è il momento di lavorare perché il sogno diventi realtà anche per Pantelleria”.

Uno storico dammuso ospita dal 2006 la Cantina Basile, giovane azienda vitivinicola pantesca a conduzione familiare nata per volontà di Fabrizio e Simona Basile

Abbiamo un piano: le comunità energetiche

Ma come funziona il sistema al centro del piano di transizione energetica di Pantelleria?
Il sistema sarà caratterizzato da un’elevata penetrazione di FER (fonti energetiche rinnovabili) capace di assicurare costi di approvvigionamento ridotti.
La quota restante di energia elettrica verrà generata da un numero contenuto di impianti FER di medie e grandi dimensioni, installati in un’area limitata allo scopo di circoscrivere l’impatto paesaggistico o in mare, a sufficiente distanza dalla costa.
Il reale valore aggiunto del progetto non sta tanto – o non solo – nella tecnologia e nell’innovazione progettuale quanto nel coinvolgimento attivo dei cittadini, con la costituzione di comunità energetiche, dove gli Enti Pubblici e il DSO (distributore e produttore di energia elettrica) si affiancheranno alla cittadinanza, alle imprese locali ed alle organizzazioni della società pubblica.
Questo permetterà di favorire gli scambi di energia fra produttori-consumatori, nonché di avviare progetti di comproprietà degli impianti di dimensioni maggiori.
Infine, i principi dell’economia circolare verranno messi in atto al fine di garantire un’ampia ecosostenibilità delle attività antropiche sull’isola.

La resilienza di Pantelleria passa anche dall’energia

Dal punto di vista energetico, particolari vantaggi potranno essere ottenuti anche da interventi mirati sul ciclo dell’acqua, al fine di ridurne la domanda netta, e sul ciclo dei rifiuti dove –anche a partire dai già elevati standard di riciclo sull’isola –è possibile ricavare flussi energetici di scarto ed ottimizzare l’utilizzo globale delle risorse.
L’obiettivo è di garantire all’isola autonomia energetica da FER pari al 25% – attualmente Pantelleria dipende per il 98% da energia prodotta nel Continente – fino ad arrivare, progressivamente, al 100% nel 2050.

I veicoli a combustibili fossili verranno progressivamente sostituiti da quelli elettrici; le azioni coordinate di elettrificazione della mobilità verranno accompagnate dall’installazione di adeguate capacità di impianti FER.
Le comunità energetiche avranno lo scopo di installare e gestire impianti di produzione da FER in comproprietà fra gli appartenenti alla comunità stessa, nonché di permettere lo scambio di energia fra essi allo scopo di massimizzare l’autoconsumo collettivo. Gli investimenti nei nuovi impianti condivisi verranno sostenuti, secondo disponibilità, dai differenti membri delle comunità energetiche; l’accesso da parte della comunità a somme di capitale finanziato verrà reso più facile dalla presenza di Amministrazioni Pubbliche e società private, nonché di un grande numero di cittadini.

Un modello di partnership pubblico privato innovativo che coinvolge e rende protagonisti, al fianco di amministrazione pubblica e imprese, i semplici cittadini.

Foto di copertina by Ante Hamersmit on Unsplash