Finora avevamo visto i green bond, cioè i titoli obbligazionari emessi da governi, istituzioni finanziarie, aziende e organizzazioni non governative, per raccogliere fondi destinati esclusivamente a progetti con benefici ambientali. E’ uno degli strumenti finanziari con cui si finanza la costosa transizione green.
Uno strumento che a quanto pare è possibile applicare per il finanziamento di altri tipi di politiche di sostenibilità.
La Repubblica d’Islanda, prima nazione al mondo, ha recentemente emesso dei ‘gender bond’, cioè titoli di Stato che serviranno a finanziare le politiche per migliorare la parità di genere nel Paese. Per un importo complessivo di 50 milioni di euro, l’obbligazione offre una cedola fissa del 3,4% e ha una scadenza di 3 anni. Potrebbero sembrare pochi, ma l’Islanda ha solamente circa 360.000 abitanti, di cui le donne costituiscono il 49,5% della popolazione totale, e un’età media per giovane di circa 36-37 anni.
Le obbligazioni sono emesse nell’ambito di un’Appendice al Quadro di Finanziamento Sostenibile dell’Islanda per il Finanziamento dell’Uguaglianza di Genere e sono le prime del loro genere per questo tipo di emittente, poiché nessun altro stato sovrano aveva precedentemente emesso obbligazioni etichettate di genere. La vendita di questi titoli non è stata riservata a un investitore privato chiamato Franklin Templeton, organizzata con il supporto di BNP Paribas.
Sigurður Ingi Jóhannsson, il Ministro delle Finanze e degli Affari Economici islandese ha detto:
“L’obbligazione di genere è un’aggiunta entusiasmante al nostro portafoglio di debito sostenibile, poiché abbiamo emesso la nostra prima obbligazione verde all’inizio di quest’anno. Essendo il primo stato sovrano a emettere un’obbligazione di genere, l’Islanda sta utilizzando la sua posizione di leadership internazionale in materia di uguaglianza di genere per stabilire un importante esempio per altre nazioni con un nuovo approccio per mobilitare i mercati finanziari e le finanze pubbliche per promuovere l’uguaglianza di genere.”
Lo sciopero del 2023
Lo stimolo a questa operazione arriva forse dalle proteste nate lo scorso anno, riguardanti la parità di retribuzione e la violenza di genere su cui le donne islandesi hanno portato avanti una protesta sfociata in scioperi nazionali con enorme adesione, a cui partecipò anche la premier Katrin Jakobsdottir e alcune ministre, fra cui quelle della Giustizia e della Cultura. Nonostante il primato di essere il primo Paese al mondo in materia di uguaglianza di genere, il ‘gap’ salariale perdura e anche le violenze domestiche.

I proventi dell’emissione finanzieranno le spese governative che promuovono l’uguaglianza di genere nei prossimi anni. Le spese ammissibili sono, da un lato, quelle che mirano a garantire standard di vita dignitosi per le donne e le minoranze di genere in una posizione vulnerabile. Questo include l’aumento dell’offerta di alloggi a prezzi accessibili che beneficiano il gruppo target, principalmente donne a basso reddito, la maggioranza delle quali sono genitori single e/o hanno capacità lavorativa ridotta. Dall’altro lato, le spese possono essere destinate a progetti che contribuiscono a ridurre e ridistribuire il carico di lavoro domestico e di cura non retribuito. Le spese ammissibili includono l’aumento dei pagamenti massimi durante il congedo parentale, destinati a permettere e creare incentivi per entrambi i genitori a usufruire del loro diritto uguale al congedo parentale retribuito dopo la nascita di un figlio.
Il piano islandese per raggiungere l’Obiettivo 5
L’Islanda è costantemente riconosciuta come il paese con la maggiore parità di genere al mondo, secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum. Nel 2024, l’Islanda ha chiuso circa il 93,5% del suo divario di genere, mantenendo il primo posto per oltre un decennio. Questo risultato è stato raggiunto grazie a forti progressi in quattro dimensioni chiave: partecipazione economica e opportunità, istruzione, salute e sopravvivenza, e potere politico.
L’Appendice al Quadro di Finanziamento Sostenibile Sovrano dell’Islanda, pubblicata nel 2023, descrive come il Governo islandese mobiliterà finanziamenti per raggiungere le sue ambizioni di migliorare uteriormente l’uguaglianza di genere e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, chiudendo il 100% del gap. L’appendice definisce cinque categorie di progetti basati sulle sfide chiave relative al raggiungimento dell’SDG 5. Queste sfide includono il divario di reddito di genere, la responsabilità domestica e familiare non equamente distribuita, nonché la violenza sessuale e di genere. Le categorie di progetto sono:

W1: Avanzamento economico e empowerment delle donne.
W2: Servizi sociali essenziali e standard di vita dignitosi per le donne in una posizione vulnerabile.
W3: Ridurre e ridistribuire il carico di lavoro domestico e di cura non retribuito.
W4: Eliminare e prevenire tutte le forme di violenza di genere.
W5: Contribuire all’uguaglianza di genere e all’empowerment di donne e ragazze a livello internazionale.