Cosa sono gli INC, i luoghi del Trattato sulla plastica

Si chiamano INC - Intergovernmental Negotiating Committee e sono i consessi che dovrebbero condurre a un trattato mondiale sulla riduzione della plastica. Le sfide che hanno davanti non sono facili.

Intergovernmental Negotiating Committee: queste sono le parole che compongono la siglia INC.

L’Iniziativa Intergovernativa di Contrattazione (INC), diremmo in italiano: il suo tema centrale è la lotta all’inquinamento da plastica, ed è stata avviata sotto l’egida del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP). Il comitato mira a sviluppare un accordo internazionale legalmente vincolante (cioè un trattato) per ridurre l’inquinamento da plastica, incluso quello marino. L’obiettivo è affrontare l’intero ciclo di vita della plastica, dalla produzione al design fino allo smaltimento. L’INC ha iniziato i suoi lavori nella seconda metà del 2022 con l’ambizione di completare i negoziati entro la fine del 2024.

La roadmap dell’INC

L’Iniziativa Intergovernativa di Contrattazione (INC) sull’inquinamento da plastica è nata in seguito all’adozione di una risoluzione storica durante la quinta sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEA-5.2) nel marzo 2022. Questa risoluzione ha incaricato il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) di convocare l’INC per sviluppare un accordo internazionale legalmente vincolante sul inquinamento da plastica, mirando a un approccio comprensivo che affronti l’intero ciclo di vita della plastica.

La risoluzione 5/14 dell’UNEA si intitolava “Porre fine all’inquinamento da plastica: verso uno strumento internazionale giuridicamente”.

L’INC ha iniziato il suo lavoro nella seconda metà del 2022, con l’ambizione di completare i negoziati entro la fine del 2024. La prima sessione dell’INC (INC-1) si è svolta a Punta del Este, Uruguay, dal 28 novembre al 2 dicembre 2022, seguita da una seconda sessione (INC-2) dal 29 maggio al 2 giugno 2023 a Parigi, Francia, e una terza sessione (INC-3) dal 13 al 19 novembre 2023 a Nairobi, Kenya.

La quarta sessione (INC-4) è prevista per il 23 al 29 aprile 2024 a Ottawa, Canada, e la quinta sessione (INC-5) dal 25 novembre al 1 dicembre 2024 a Busan, Repubblica di Corea.

Jyoti Mathur-Filipp è la Segretaria Esecutiva (Executive Secretary) del Comitato, e presiderà anche il prossimo appuntamento di Ottawa.

Le sfide del comitato INC

Il comitato INC dovrà affrontare molteplici sfide, tra cui l’armonizzazione delle politiche ambientali a livello globale, la gestione delle diverse posizioni e interessi dei paesi partecipanti, e la creazione di un quadro legale efficace che affronti l’intero ciclo di vita della plastica. Inoltre, sarà cruciale trovare soluzioni innovative per ridurre la produzione e il consumo di plastica, promuovere il riciclo e l’uso di materiali alternativi, e gestire l’impatto socio-economico della transizione verso pratiche più sostenibili.

Alcune delle proposte in campo

Il comitato INC sta considerando diverse proposte per combattere l’inquinamento da plastica a livello globale. Tra gli argomenti più caldi ci sono la gestione dell’inquinamento derivante dalle microplastiche e la regolamentazione delle sostanze chimiche utilizzate nella produzione della plastica.

Durante i negoziati, è stata espressa una forte pressione per la cessazione della produzione e l’uso dei PFAS (perfluoroalchilici), sostanze impiegate in numerosi materiali ma che comportano gravi problemi di inquinamento ambientale. Questi composti sono monitorati attentamente a causa dei potenziali danni alla salute e all’ambiente.

Il rapporto dell’UNEP “Turning off the Tap” suggerisce tre principi fondamentali per contrastare l’inquinamento da plastica: riutilizzare, riciclare e diversificare i prodotti, indicando che soluzioni di riutilizzo potrebbero ridurre l’inquinamento da plastica del 30% entro il 2040, mentre il miglioramento del settore di riciclo potrebbe contribuire con un’ulteriore riduzione del 20%.

Un nuovo report di EA – Earth Action, stabilisce che 220 milioni di tonnellate di rifiuti plastici saranno generati solo quest’anno, equivalenti a 20.000 Torri Eiffel, 28 kg di rifiuti plastici per persona. Il report indica anche che senza una riduzione aggressiva alla fonte, la nostra lotta contro l’inquinamento da plastica sarà, nella migliore delle ipotesi, una situazione di stallo. Per affrontare il problema servono quindi nuove strategie.

Ci si attende che i prossimi appuntamenti INC stabiliscano qualcosa di determinante.

L'Iniziativa Intergovernativa di Contrattazione (INC) sono i comitati che dovrebbero condurre a un trattato mondiale sulla riduzione della plastica.
Questa immagine del famoso fotografo Chris Jordan’s è diventata virale nel 2009 per la sua evidenza e drammaticità nel denunciare l’inquinamento da plastica, suscitando molte reazioni e attivismo. Il gabbiano morto ritratto, come si può vedere, nella sua decomposizione naturale lascia intatta la plastica che l’animale ha ingerito in vita. (https://www.chrisjordan.com/)

La ‘bozza zero’

La bozza di trattato, nota anche come “Zero Draft” (“bozza zero”), rappresenta il primo testo concreto su cui confrontarsi per raggiungere un accordo globale sulla plastica.

Certo, ecco i punti salienti del documento, suddiviso in sei parti:

Introduzione e Ambito di Applicazione

  • Preambolo, obiettivo, definizioni, principi e ambito di applicazione del trattato.

Opzioni e Raccomandazioni Specifiche

  • Polimeri Plastici e Sostanze Preoccupanti: Inclusione di polimeri plastici primari, sostanze chimiche e polimeri di preoccupazione.
  • Prodotti in Plastica Problematici: Prodotti in plastica evitabili, monouso, a breve vita e microplastiche aggiunte intenzionalmente.
  • Micro- e Nanoplastiche: Discussione specifica su micro- e nanoplastiche.
  • Altre Opzioni: Esenzioni su richiesta, programmi di lavoro, design del prodotto e sostituti non plastici. Responsabilità estesa del produttore (EPR), gestione del ciclo di vita della plastica, gestione dei rifiuti e commercio. Inquinamento da plastica esistente, transizione giusta, trasparenza e monitoraggio.

Supporto Finanziario e Tecnico

  • Finanziamento, costruzione di capacità, assistenza tecnica e trasferimento tecnologico.

Attuazione Nazionale e Cooperazione Internazionale

  • Piani d’azione nazionali, implementazione e conformità, reportistica, valutazione periodica e monitoraggio. Cooperazione internazionale, scambio di informazioni, sensibilizzazione, ricerca, coinvolgimento delle parti interessate e aspetti sanitari.

Struttura Governativa del Trattato

  • Governo, organi sussidiari e segretariato del trattato.

Annessioni al Trattato

  • Possibili allegati che riguardano specifiche questioni o protocolli aggiuntivi.

Questo documento si prefigge di fornire una base comprensiva per il trattamento della problematica della plastica, affrontando sia gli aspetti tecnici e scientifici sia quelli di governance e cooperazione internazionale.

La posizione di WWF

“Questa bozza è solo il punto di partenza poiché entreranno ora nel vivo i negoziati sul testo del trattato. Se i paesi non riescono a stabilire forti misure comuni e sono tentati di optare per opzioni più volontarie, non riusciremo ad arginare l’insostenibile inquinamento da plastica che il mondo sta già sperimentando”, ha affermato Eirik Lindebjerg, Global Plastics Policy Lead del WWF.

“Abbiamo bisogno che i paesi aumentino le proprie ambizioni e finalizzino un trattato sulla plastica che sia vincolante a livello globale, con divieti sui prodotti monouso ad alto rischio e requisiti sull’uso dei prodotti che predano in considerazione il loro intero ciclo di vita e una transizione giusta. I paesi non si devono accontentare di niente di meno di questo”.

Le posizioni critiche, ad esempio Greenpeace

Così come avvenuto per le COP, anche il comitato INC e i suoi lavori vengono criticati per essere ‘inquinati’ dalle aziende petrolchimiche, una lobby che riesce a influenzare i Governi e le negoziazioni.

«La plastica danneggia direttamente ciascuno degli 8,1 miliardi di abitanti di questo fragile pianeta, ma i nostri leader hanno scelto, nei fatti, di considerare le aziende petrolchimiche come gli unici portatori d’interesse degni di ascolto», ha detto Graham Forbes, capo delegazione di Greenpeace ai negoziati che si sono tenuti nella sede del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente a Nairobi, dal 13 al 19 novembre. «Se vogliamo proteggere il nostro clima, la nostra biodiversità e la nostra salute, dobbiamo ridurre la produzione di plastica almeno del 75% entro il 2040: questo è indiscutibile, ma oltre la metà del tempo a disposizione per i negoziati è già trascorsa e stiamo procedendo verso il fallimento. I governi stanno permettendo agli interessi legati ai combustibili fossili di guidare i negoziati verso un trattato che, senza alcun dubbio, aggraverà la crisi climatica e accelererà un cambiamento climatico incontrollato».

«Dobbiamo trovare una soluzione senza consentire ai produttori di petrolio e gas di dettare i termini della nostra sopravvivenza», prosegue Forbes. «Abbiamo un anno per invertire questa tendenza e assicurarci di celebrare il nostro successo collettivo, anziché condannarci a un futuro oscuro e pericoloso. Questo fallimento deve essere un campanello d’allarme per i governi che rappresentano miliardi di persone colpite dall’inquinamento da plastica in tutto il mondo. Quando i negoziati riprenderanno in Canada ad aprile 2024, i nostri leader dovranno essere pronti a dimostrare un livello di coraggio e leadership che non abbiamo ancora visto».