Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina: il mondo attraverso i film

A Milano e in streaming, un momento di contaminazione culturale attraverso il linguaggio del cinema. Occasione unica nel panorama nazionale, che oltre alla proiezione di film prevede eventi speciali e incontri con gli autori.

Il 29 Aprile ritorna il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, che quest’anno raggiunge la 31ᵃ edizione: è un’occasione particolarmente importante sia dal punto di vista culturale, poiché è l’unica manifestazione di questo tipo in Italia e una delle tre in Europa, ma anche sotto il profilo della partecipazione del pubblico. Infatti, dopo l’inevitabile annullamento nel 2020 e la modalità di fruizione online a cui si è stati costretti l’anno scorso, ritorna la possibilità di seguire le proiezioni dal vivo. Ci sono 5 sale a Milano dove i quasi 50 film saranno proiettati: Auditorium San Fedele, Cinema Arlecchino, Wanted Cine Clan, Cinema Palestrina e CinéMagenta 63-Institut Français de Milan.

Sul sito ufficiale è possibile prendere visione di tutti i i film in programmazione con i trailer.

Se è forte il desiderio e la volontà di ritornare a frequentare i luoghi del cinema e della cultura, si è ritenuto altresì importante confermare quella modalità virtuale, che può consentire a chiunque nel territorio nazionale di partecipare all’iniziativa: a tale proposito l’organizzazione si è avvalsa della possibilità della visione in streaming su MYmovies.it. È stata inoltre data la possibilità di scegliere fra sei diverse tipologie di abbonamenti, in maniera da andare incontro alle esigenze più diverse, visto comunque il persistere di un periodo di restrizioni.

Il programma completo si sviluppa in 10 giorni, con inizio venerdì 29 aprile presso l’Auditorium San Fedele con il film “Twist à Bamako” (da cui è tratta immagine di copertina), che vedrà la presenza dell’attore protagonista Stephane Bak. Ci sono diverse sezioni e le proiezioni sono frutto di un’accurata valutazione e scelta, per aprire delle finestre sul mondo: si raccontano le problematiche dei giovani in alcuni paesi, fra sogni, miseria, lotta politica, piuttosto che situazioni che denunciano il dramma dei soldati bambini o quei contesti in cui alle donne è vietato l’accesso allo studio. Non mancano sguardi ironici ma saggi su tradizioni che cambiano con impressionante rapidità, vengono affrontate tematiche che parlano di riforme sociali e capitalismo, di speranze e incertezze sul futuro, di storie d’amore ricche di tenerezza e dignità. Fino alla chiusura con la commedia “Kung Fu Zohra” che, parodiando i film di arti marziali, tratta il tema della violenza domestica e della forza interiore che una donna trova per potersene liberare.

Dal film Children of the Mist – della regista Diem Ha Le | Vietnam | 2021 | 93′


Ai film si affiancano alcune tavole rotonde e dibattiti, fino alle già apprezzate Ore del Tè, incontri con gli autori, sia in presenza che online.

In contemporanea al festival c’è la 3ᵃ edizione del MiWY (MiWorld Young) che è lo spinoff del cinema dedicato alle scuole, che si tiene al mattino, e rappresenta un’ottima occasione affinché gli studenti possano comprendere le culture dei tre continenti.

Il festival si conferma un’opportunità per approfondire le realtà di Africa, Asia e America Latina, attraverso il linguaggio cinematografico: organizzato dall’Associazione COE, una ONG con oltre 50 anni di storia nella cooperazione internazionale, rappresenta una delle modalità d’incontro e di conoscenza fra culture e popoli di continenti diversi. “Questa è un’edizione ambiziosa e difficile, dopo i due anni precedenti”, sottolinea Paolo Caporali, direttore del COE, “ma l’abbiamo voluta con tutte le nostre forze, anche perché coincide con i 100 anni dalla nascita di don Francesco Pedretti, fondatore del COE, che ha sempre puntato sulla cultura, sul cinema in particolare, come strumento di sviluppo della persona e di dialogo tra i popoli”.

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