Giornata Mondiale dell’Ambiente 2025

Combattere l’inquinamento da plastica, Beat Plastic Pollution, è oggi quanto mai urgente. Due esempi significativi, dalla Nigeria alla Francia.

Il tema del 2025 è combattere l’inquinamento da plastica e il paese ospitante è la Corea.

La Giornata Mondiale dell’Ambiente nasce nel 1973, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. In questi cinquant’anni è diventata un momento di confronto, una giornata di azione in tutto il mondo e anche una piattaforma online per la sensibilizzazione globale sui problemi ambientali. Oggi decine di milioni di persone partecipano attivamente ad eventi in tutto il mondo, oltre a sostenere online le diverse iniziative.

Ogni anno viene scelto uno Stato nel mondo come Nazione ospitante. Dopo la Costa d’Avorio con il sostegno dei Paesi Bassi nel 2023 e il Regno dell’Arabia Saudita nel 2024, il 2025 è l’anno della Repubblica della Corea.

Combattere la plastica

Il tema del 2025 della Giornata Mondiale dell’Ambiente è: Beat Plastic Pollution. Combattere insieme l’inquinamento da plastica, che è probabilmente la principale fonte di inquinamento di questi decenni, è una missione che ci riguarda tutti.

Le stime del sito World Environment Day ci dicono che il mondo produce più di 430 milioni di tonnellate di plastica ogni anno. Anno dopo anno, la plastica si accumula e nuova plastica viene continuamente prodotta in un cerchio senza fine. I due terzi della plastica prodotta annualmente è di tipo monouso, plastica di breve durata che in poco tempo finisce nei rifiuti, nei mari, per terra.

Come paese ospitante, la Corea l’anno scorso ha aperto una serie di negoziati sull’inquinamento da plastica anche in ambiente marino. L’obiettivo è quello di “sviluppare strumenti internazionali giuridicamente vincolanti sull’inquinamento da plastica, come richiesto dall’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente nella risoluzione 5/14”.

Liberare il pianeta dall’inquinamento da plastica contribuisce a raggiungere numerosi Obiettivi di sviluppo sostenibile, in particolare quelli legati alle azioni per il clima, alla produzione e al consumo sostenibili, alla protezione di mari ed oceani, alla riparazione degli ecosistemi e al mantenimento della biodiversità.

L’importanza dei dati, l’esempio pratico di Lagos in Nigeria

Le giornate mondiali dedicate ad un tema sembrano sempre giornate astratte, ma non è così. Basta leggere le numerose storie e i tanti buoni esempi.

Nella città di Lagos, in Nigeria, la plastica era ovunque ma i governi non riuscivano ad intervenire per mancanza di dati. Anche i dati, sappiamo, sono soggettivi, ma è comunque necessario raccoglierli in modo da avere un quadro della situazione nel tempo.

Nel 2020, Lagos era una città da 22 milioni di abitanti con plastica ovunque ma i funzionari della città non avevano i dati che servivano loro per iniziare a mettere in atto politiche contro l’inquinamento da plastica. Così la città ha deciso di collaborare con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, UNEP, per condurre un primo audit dei propri rifiuti.

È emerso il dato di 34 kg di rifiuti di plastica per persona all’anno, come se ogni cittadino di Lagos, ogni singolo giorno, lanciasse 10 bottigliette d’acqua di plastica nell’ambiente. A questo punto, dati alla mano, il governo ha vietato i contenitori per alimenti in plastica monouso e polistirolo.

La città ha iniziato a raccogliere dati sull’inquinamento in modo uniforme, con controlli casa per casa, analizzando i rifiuti domestici e quelli delle discariche.

Le lacune sui dati della plastica esistono in tutto il mondo: il caso di Lagos ci invita a raccogliere i dati con più costanza, precisione e in modo uniforme. Dati uniformi permettono interventi mirati perché l’inquinamento non ha confini geografici e politici.

Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il mondo ha generato 400 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica nel 2024 e si stima che tale numero dovrebbe triplicare entro i prossimi 25 anni, soprattutto per il contributo maggiore dato da paesi in via di sviluppo delle zone dell’Africa, Asia e Pacifico.

I politici, in ogni area del mondo, spesso chiedono dati precisi prima di iniziare a mettere in atto politiche contro l’inquinamento in generale, e per quello da plastica in particolare.

Un strumento realizzato dall’UNEP è il progetto Waste Wise Cities, un insieme di linee guida che aiutano le città a valutare quanti rifiuti in plastica stanno generando. Seguendo questo protocollo, ad esempio, la città di Mombasa ha scoperto che solo il 50% dei propri rifiuti veniva raccolto e solo il 5% è stato recuperato nel 2020.

I dati sono importanti e questa Giornata ci spinge a raccoglierli, condividere e agire per un mondo meno inquinato. Come ha affermato Sinikinesh Jimma, capo del ramo marino e d’acqua dolce dell’UNEP:

Una comprensione olistica dell’intero ciclo di vita della plastica, dalla produzione allo smaltimento, è necessaria per sviluppare strategie globali che contrastino in modo efficace l’inquinamento da plastica”.

La responsabilità del produttore, il caso della Francia

La Francia, trent’anni fa, è stata sopraffatta dalla plastica. I suoi leader si sono chiesti: cosa succederebbe se le aziende che producono e vendono imballaggi in plastica fossero responsabili dell’imballaggio stesso?

È nato così uno dei primi programmi al mondo di responsabilità estesa del produttore. Da allora, numerosi Paesi si stanno muovendo su questa strada: in questa Giornata Mondiale dell’Ambiente, sono esempi positivi da seguire.

Sul sito ufficiale del World Environment Day troviamo un’intervista che racconta di come le aziende si sono riunite in organizzazioni di responsabilità del produttore, PRO, per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi, soprattutto quelli in plastica.

Viene messa una piccola tassa di 2 centesimi sull’imballaggio e il denaro ricavato viene utilizzato per finanziare progetti e programmi di riduzione dei rifiuti, di eco-progettazione, di sensibilizzazione, per arrivare ad un’economia circolare vicinissima al 100%. Questo piccolo costo aggiuntivo può essere visto come un contributo ai servizi ecosistemici gratuiti che la natura ci fornisce.

Oggi non abbiamo altra scelta e questo è un buon esempio per ridurre l’impatto ambientale. Secondo l’esperienza francese, questo tipo di responsabilità estesa del produttore deve essere: obbligatoria, controllata, integrata e dare valore a chi partecipa. Molto importante è il riutilizzo, la gestione delle risorse e l’eco-design. I dati sostengono questo metodo: oggi in Francia il 70% degli imballaggi per la casa vengono riciclati.

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