Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il vizio del fumo uccide fino alla metà dei suoi utilizzatori. Viene considerata un’epidemia: il tabacco uccide più di 8 milioni di persone ogni anno. Più di 7 milioni di questi decessi sono il risultato dell’uso diretto del tabacco, mentre circa 1,2 milioni sono il risultato dell’esposizione al fumo passivo dei non fumatori.
Purtroppo, il fumo è così comune e familiare, legato anche all’idea del piacere, che è difficile per le persone percepire la sua pericolosità, sia capire quanto sia grande il suo impatto. Oltre agli 8 milioni di persone che muoiono prematuramente a causa del fumo, (una morte su sette in tutto il mondo è dovuta al fumo), ci sono anche coloro che vivono in cattive condizioni di salute a causa del fumo, malattie cardiache e respiratorie, cancro, sono sempre all’orizzonte.
Nel corso del tempo la consapevolezza circa la pericolosità del tabacco è aumentata, grazie a campagne di informazione massicce, ma è anche vero che le politiche dei singoli Stati sono state piuttosto blande nel contrastare questa vera e propria dipendenza. Ci sono oggi limiti e divieti rispetto a dove si può fumare, si fa leva sul prezzo elle sigarette per ridurne l’acquisto, ma di fatto il tabagismo è molto comune e le grandi corporation del tabacco continuano a fare il loro business.
Un esempio di scelta politca più radicale per combattere il problema l’ha fatta recentemente la Nuova Zelanda.
Questo Paese è determinato a raggiungere l’obiettivo nazionale di ridurre il tasso di fumo al 5% entro il 2025, con l’obiettivo di eliminarlo del tutto.
Attualmente, il 13% degli adulti neozelandesi fuma, con un tasso molto più alto tra la popolazione indigena Maori, dove sale a quasi un terzo. I Maori soffrono anche di un più alto tasso di malattie e di morte. Il ministero della salute neozelandese ha affermato che il fumo causa un cancro su quattro e rimane la principale causa di morte evitabile per i suoi cinque milioni di abitanti.
Adesso arrivano nuove leggi che sono volte soprattutto alle nuove generazioni: chiunque sia nato dopo il 2008 non potrà più acquistare sigarette o prodotti del tabacco, in base a una legge che dovrebbe essere promulgata l’anno prossimo.
Il numero di negozi autorizzati a vendere sigarette sarà drasticamente ridotto a meno di 500 da circa 8.000 ora, dicono i funzionari.
“Vogliamo assicurarci che i giovani non inizino mai a fumare”, ha dichiarato il ministro della Salute, la dottoressa Ayesha Verall.
“Aiuterà le persone a smettere o a passare a prodotti meno dannosi, e renderà molto meno probabile che i giovani diventino dipendenti dalla nicotina”, ha detto la professoressa Janet Hook dell’Università di Otago.
“Credo che sia una buona mossa, davvero”, ha detto un uomo all’agenzia di stampa Reuters. “Perché in questo momento ci sono un sacco di giovani ragazzi che vanno in giro con le sigarette in bocca. Il pubblico si chiede come fanno ad avere queste sigarette”.
La novità non è stata accolta da tutti con lo stesso entusiasmo, molti credono che verrà a crearsi un mercato illegale del tabacco, un po’ come succede con le droghe e che questo non farà che rinforzare la criminalità.
Già nel 2017 il paese ha adottato il vaping – il fumo delle sigarette elettroniche – come un percorso per aiutare i fumatori a smettere con il tabacco.
Il vaping è diventato molto più popolare tra le giovani generazioni rispetto alle sigarette.
Le autorità sanitarie neozelandesi avvertono però che il vaping non è innocuo. I ricercatori hanno trovato agenti pericolosi e cancerogeni anche nei liquidi delle sigarette elettroniche.