Le assicurazioni italiane diventate società benefit

L'Italia ha un piccolo ma importante primato, ben quattro compagnie assicurative sono diventate società benefit e B Corp. In totale nel mondo sono circa 20

Negli ultimi anni il concetto di società benefit sta diventando sempre più importante, anche in Italia cresce il numero di imprese che scelgono di aderire a questo movimento del ‘business come forza positiva’, a livello globale raccoglie già aziende di primo piano, pioniere di un nuovo modo di fare impresa. L’obiettivo di una società benefit è creare valore per la società, un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente non solo per gli attori tradizionali come gli azionisti. E le società benefit possono avvalersi della certificazione B Corp (di cui parliamo qui) che misura il modello di business dell’azienda, la trasparenza, l’etica, il trattamento dei lavoratori, l’inclusione, la relazione con la comunità, l’impatto sull’ambiente e sui clienti.

Le società benefit possono appartenere a qualsiasi settore, molto frequenti sono quelle in ambito agricolo e alimentare, tra di esse abbiamo nomi come Olio Carli, Illy, Cortilia, Panino Giusto, Isola BIO, Damiano Organic, ecc.

Un settore ancora poco battuto dalle società benefit e B Corp a livello globale è quello assicurativo, se ne conteranno una ventina in totale, di cui ben 4 nel nostro Paese.

In Italia, infatti, sono quattro le compagnie assicurative che sono state certificate B Corp. Da Assimoco ad Ars Assurbanking, passando per il ramo altoatesino di Raiffeisen e Idm assicura, negli ultimi anni anche il ramo assicurativo mostra un’attenzione rinnovata nei confronti sia dei propri lavoratori, sia dell’ambiente, sia del territorio nel quale lavora. Vediamo, dunque, perché queste quattro compagnie hanno ottenuto il certificato B Corp e quali sono gli aspetti di beneficio comune sui quali puntano.

Assimoco, il business che guarda la welfare globale

Il Gruppo Assimoco è stato precursore in Italia, diventando la prima compagnia assicurativa a diventare società benefit e a ottenere la certificazione B Corp. Sono diversi i settori su cui punta Assimoco per garantire una crescita sostenibile, sia all’interno dell’azienda sia rivolto ai clienti. Assimoco, infatti, partecipa al progetto Great Place to Work che monitora il livello di gradimento dei propri collaboratori ed evidenzia le aree su cui il Gruppo deve lavorare per migliorare le condizioni di lavoro dei propri lavoratori. Dall’altra, invece, il Gruppo presenta annualmente alla Camera dei Deputati il Rapporto Neo Welfare per individuare e sostenere i bisogni delle famiglie italiane. Da due anni la compagnia ha dato vita alla “ReteDelWelfare”, la prima rete di imprese nata per fornire un servizio di educazione finanziaria di qualità in materia di indebitamento, protezione, previdenza, e investimento che mira ad aiutare le persone a raggiungere un maggiore stato di consapevolezza e di benessere.

Raiffeisen, in Alto Adige al servizio di chi subisce calamità naturali

Un anno fa è diventata società benefit e ha ottenuto il certificato B Corp anche l’altoatesina Raiffeisen Servizi Assicurativi. Anche in questo caso uno dei punti principali della compagnia assicurativa è la sostenibilità aziendale, intesa come creare un ambiente lavorativo a misura d’uomo per i propri dipendenti. Ma è soprattutto ai clienti che Raiffeisen guarda in chiave di sostenibilità e impatto sul territorio. Da un lato, come sottolinea la Compagnia, è importante riconoscere tempestivamente le possibili lacune previdenziali e rischi, affrontandoli nel colloquio di consulenza con il cliente. Con una protezione su misura, infatti, è possibile tutelare da precarie situazioni economiche sia famiglie e privati cittadini sia aziende e organizzazioni. Ma non solo. In un territorio come quello altoatesino, infatti, un occhio di riguardo deve essere garantito per chi subisce danni imprevisti a causa di calamità naturali. In un territorio dove eventi naturali catastrofici come smottamenti e slavine, ma anche alluvioni o straripamenti non sono rari, infatti, serve intervenire in maniera immediata e garantendo una copertura assicurativa certa. E come spiega il presidente Paul Gasser “la missione di generare un valore aggiunto per la società e l’ambiente, perseguendo volontariamente elevati standard socio-ecologici, spianerà la strada alle generazioni che guideranno l’azienda in futuro”.

Idm Assicura, per la crescita culturale e sociale del territorio

Dal novembre 2020 anche IDM Assicura è diventata società benefit e la compagnia assicurativa sottolinea come l’attenzione venga rivolta principalmente al territorio, con iniziative per la crescita culturale e sociale. E questo attraverso il diretto coinvolgimento del territorio e di chi lo abita. IDM, infatti, sotto la vigilanza di un comitato tecnico istituito allo scopo, ha deciso di aprirsi verso l’esterno e recepire anche spunti di intervento nel sociale che venissero proposti fuori dall’azienda. I cittadini e i clienti di IDM Assicura, infatti, possono proporre direttamente progetti finalizzati a creare beneficio, generare sostenibilità e valore durevole per il territorio. Insomma, l’azienda alla sua anima profit tradizionalmente legata al mondo assicurativo ne ha affiancata un’altra concentrata nella rigenerazione del territorio in cui opera.

Ars Assurbanking, un’assicurazione a basso impatto ambientale

Infine, l’ultima compagnia assicurativa benefit è l’Ars Assurbanking, che affianca alla sua propensione profit assicurativa sia un’attenzione nei confronti dei propri dipendenti sia un’attenzione ambientale. Da un lato, infatti, l’Ars si adopera al mantenimento costante di condizione aziendali tese al concetto di work life balance, che comprende una palestra all’interno degli uffici, la presenza di un nutrizionista e una sala relax. Dall’altro, però, tutto il percorso lavorativo è incentrato su un basso impatto ambientale, implementando fin dal 2017 sistemi di documentazione paperless (senza carta), sensibilizzando la propria clientela all’utilizzo di un’App per diminuire sensibilmente l’utilizzo della carta. Già prime dell’emergenza Covid-19 l’Ars Assurbanking aveva promosso lo smart working per almeno 1/2 giorni a settimana, in particolare con un occhio di riguardo per le donne, sia per migliorare lo stile di vita dei propri dipendenti, sia per minimizzare al massimo l’inquinamento ambientale.

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