Giornata Mondiale della Terra 2024: pianeta versus plastica?

La Giornata Mondiale della Terra, Earth Day 2024, quest’anno ci invita a riflettere sulla plastica che ormai è talmente diffusa da costituire il nostro ambiente esterno. Una riflessione che riguarda soprattutto i bambini

Il 22 aprile di ogni anno il mondo celebra la Giornata Mondiale della Terra. L’Earth Day nasce il 22 aprile 1970 con l’obiettivo di porre l’attenzione sulla conservazione delle risorse naturali della Terra e sui primi danni provocati dall’inquinamento.

La conservazione dell’ambiente, la biodiversità e lo sviluppo sostenibile sono di fondamentale importanza e non basta di certo una giornata a ricordarci che dobbiamo avere cura del Pianeta e di noi stessi ogni giorno.

Nel mondo e in Italia il 22 aprile sono previste numerose iniziative, incontri, manifestazioni e dibattiti. Tutti prendiamo parte a questo grande movimento per la Terra, tutti dobbiamo essere consapevoli e renderci conto che occorre cambiare e ispirare il cambiamento, promuovendo una maggiore e più forte connessione con la Natura. Insieme possiamo vivere in un mondo migliore e lasciare un Pianeta vivibile alle generazioni future.

Il tema dell’Earth Day 2024, Planet vs Plastic

Per la Giornata Mondiale della Terra del 22 aprile 2024, il sito internazionale propone il tema della plastica. La frase chiave “Planet vs Plastic” ci pone davanti al fatto che viviamo immersi nella plastica che oggi può quasi essere considerata come il nostro ambiente esterno. Senza contare che la plastica è ormai dentro il corpo umano e in ogni ecosistema naturale.

In particolare, la Giornata Mondiale della Terra 2024 si prefigge di porre fine alla diffusione eccessiva della plastica che causa danni alla salute umana e planetaria, chiedendo una riduzione del 60% nella produzione di tutte le plastiche entro il 2040. 60 x 40 diventa la cifra simbolo della Giornata Mondiale della Terra 2024: ridurre del 60% la produzione della plastica entro il 40, cioè entro l’anno 2040.

EarthDay ha scelto il tema della plastica perché è collegato a quattro problemi importanti che coinvolgono ogni Paese e abitante della Terra. Questi temi sono stati l’oggetto di un report scaricabile dal sito ufficiale che pone l’attenzione su quanto i bambini siano esposti alla plastica fin dalla prima infanzia: giochi, prodotti per la dentizione, ciucci e biberon rappresentano una fonte importante di ingestione di microplastica.

I quattro temi trattati costituiscono anche le quattro richieste principali per un Pianeta con meno plastica possibile:

1. Rischio per la salute umana. Troppa plastica è un serio rischio per la nostra salute. Occorre promuovere una diffusa consapevolezza dei danni causati dalla plastica alla salute umana, animale e a tutta la biodiversità e richiedere maggiori ricerche sulle implicazioni che plastica e microplastiche hanno sulla salute. Si chiede inoltre di rendere pubbliche tutte le informazioni di cui siamo in possesso.

2. Diminuire la domanda di plastica nel mondo: eliminare le plastiche monouso entro il 2030 e richiedere che le Nazioni Unite arrivino ad un trattato comune sulla plastica e sul suo utilizzo.

3. Chiedere la fine della fast fashion nel mondo, la più grande produttrice di plastica che finisce nelle discariche, nel suolo, nelle acque.

4. Cercare soluzioni innovative. Investire denaro e ricerca verso le tecnologie e i nuovi materiali per arrivare ad accumulare sempre meno plastica sul suolo, nei mari, nell’aria che respiriamo.

I danni della plastica nell’ambiente e nel corpo umano

Come ha ricordato Kathleen Rogers, Presidente di EarthDay.org, l’ambiente è tutto ciò che ci circonda. Oggi siamo talmente invasi dalla plastica a livello globale che la plastica è diventata l’esterno del corpo umano, quasi il nostro ambiente esterno artificiale. Non solo: la plastica è entrata nel corpo umano.

Gli studi scientifici hanno trovato plastica nel cuore e nel cervello, nel flusso sanguigno, in numerosi organi e perfino nella placenta. La plastica aderisce agli organi interni insieme ai metalli pesanti e può causare numerose malattie tra le quali cancro e tumore.

Basta leggere questi dati per avere la conferma di come ormai la plastica quasi diventata il nostro ambiente esterno (fonte: sito Earth Day):

• La produzione della plastica è cresciuta a più di 380 milioni di tonnellate l’anno.

• Negli ultimi dieci anni è stata prodotta più plastica che nell’intero XX secolo.

• Le persone oggi acquistano il 60% in più di abbigliamento rispetto a 15 anni fa, ma ogni capo viene conservato solo per la metà del tempo.

• Circa l’85% degli indumenti finisce in discariche o inceneritori e solo l’1% viene riciclato. Quasi il 70% dei capi di abbigliamento è costituito da fibre derivate dal petrolio.

• Più di 500 miliardi di sacchetti di plastica, un milione di sacchetti al minuto, sono stati prodotti in tutto il mondo lo scorso anno.

100 miliardi di contenitori di plastica per bevande sono stati venduti l’anno scorso negli Stati Uniti: sono più di 300 bottiglie per abitante.

Le materie plastiche causano gravi problemi all’ambiente, agli ecosistemi e agli esseri viventi che li abitano. Sappiamo che la plastica è praticamente indistruttibile, si spezzetta dando origine alle microplastiche: questi piccoli pezzi di plastica possono rilasciare sostanze tossiche nel cibo, nell’acqua e nell’aria.

Le materie plastiche derivano dal petrolio, fanno parte della lavorazione ed estrazione dei combustibili fossili. Gli impianti che le producono sono inquinanti e nel corso dei secoli sono stati protagonisti di emissioni tossiche, fuoriuscite ed esplosioni. Se pensiamo al mondo intero, la lavorazione della plastica e il suo accumulo nelle discariche avviene quasi sempre nei luoghi più poveri del mondo, andando ad aggravare una situazione già molto precaria.

Il paradosso delle bottiglie di plastica

Anche in Paesi come gli Stati Uniti d’America, le soluzioni finora trovate alla plastica non sono ottimali. Le bevande continuano ad essere consumate per strada, in contenitori di plastica e oltre 300 sono le bottiglie di plastica calcolate per ogni abitante. Molta plastica viene raccolta e riciclata ma non in modo sufficiente nei diversi Paesi al mondo.

I dati del sito dell’Earth Day ci dicono che il 95% di tutte le materie plastiche negli Stati Uniti non viene riciclato. Quel 5% che viene riciclato, dà origine a prodotti inferiori, chiamati downcycling, oppure viene inviato verso le discariche a cielo aperto situate nei Paesi più poveri. Agendo così, la domanda di plastica rimane alta e porta ad estrarre nuovo petrolio per rispondere a questo bisogno indotto.

Una riflessione interessante per questa Giornata Mondiale della Terra 2024 riguarda il rapporto tra plastica e acqua. Pensando ad una bottiglia di plastica, tutti noi poniamo l’attenzione sul materiale che deriva dal petrolio.

Ma per produrre una bottiglia, quanta acqua è stata consumata? A questo pensiamo raramente:

“Fare una bottiglia di plastica richiede sei volte tanta acqua quanto la bottiglia stessa contiene”

Questo è un paradosso che ricorre spesso negli oggetti che utilizziamo ogni giorno: per ogni oggetto prodotto, consumiamo materie prime e risorse naturali, ma anche molta energia e acqua. Occorre cambiare il nostro pensiero, le nostre azioni, il nostro atteggiamento per portare un cambiamento significativo nella nostra vita, in quella di tutti gli esseri viventi e del Pianeta.

L’organizzazione EarthDay chiede al Comitato Negoziale Internazionale per l’Inquinamento da Plastica (INC) di porre fine alla produzione di plastica monouso entro il 2030, inserendo questo punto nel Trattato Globale sulle Materie Plastiche. Inoltre, chiede che il trattato sia attuato utilizzando il principio di precauzione: chi inquina, paga.

Quali azioni mettere in atto per limitare la produzione di nuova plastica

Ecco quali sono, secondo Earth Day, le principali azioni che dobbiamo sostenere e chiedere che vengano messe in atto:

Approvare e applicare un trattato sulla plastica che sia forte e applicabile.

Il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) deve riconoscere formalmente le implicazioni per la salute che derivano dell’esposizione alle microplastiche, alle materie plastiche e ai loro additivi chimici e garantire che le materie plastiche e la salute non siano solo incluse nel Trattato Globale sulla Plastica, ma siano al centro di esso.

Ricerca e studi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si impegni a finanziare una significativa ricerca sulla salute pubblica e sulle implicazioni delle microplastiche sulla salute umana, con particolare attenzione al loro impatto sui nascituri, neonati e bambini.

Riduzione della produzione di plastica. 8,3 miliardi di tonnellate (9,1 miliardi di tonnellate statunitensi) di plastica sono state prodotte da quando la plastica è stata introdotta negli Anni ’50. Chiediamo una drastica riduzione del volume della produzione globale di plastica entro il 2040: una riduzione pari almeno al 60%. In particolare nel settore della plastica monouso, che rappresenta quasi il 50% di tutta la plastica prodotta.

Responsabilità: i produttori di plastica devono essere ritenuti fiscalmente responsabili per gli impatti ambientali di inquinamento da plastica e per le conseguenze sulla salute, sulla respirazione e ingestione di microparticelle.

Stop al Greenwashing. All’industria della plastica si chiede di essere onesta e aperta nel rifiutare il greenwashing: questo comportamento è spesso associato a affermazioni sul riciclo della plastica.

Stop ai sussidi alle industrie della plastica. La produzione di plastica è in gran parte sovvenzionata, contribuendo ad aumentare l’inquinamento. Per raggiungere efficacemente gli obiettivi del Trattato sulle materie plastiche, molti Stati hanno riconosciuto l’urgenza di eliminare queste sovvenzioni.

Divulgazione di informazioni da parte dell’industria della plastica. Chiediamo all’industria manifatturiera di dirci cosa sa sulle materie plastiche e sulla salute umana. Dagli Anni ’70 è noto che la combustione di combustibili fossili avrebbe avuto un impatto sul clima globale attraverso il rilascio di anidride carbonica, ma queste informazioni sono state spesso nascoste o non diffuse.

Scarica il report.

PIù POPOLARI

Cassonetto giallo Consorzi rifiuti tessili

I 5 consorzi italiani per l’EPR tessile

L'articolo parla della frazione tessile tra i rifiuti e dei 5 consorzi nazionali dedicati al suo trattamento. Si fa i punti della situazione normativa e considerazioni sulle tecniche di riciclo
impatto ambientale guerra in Ucraina

L’impatto ambientale della guerra

Ogni guerra provoca danni all’uomo e all’ambiente. Parlare dell’impatto ambientale di una guerra non è facile, pensando alle persone che hanno perso la vita,...
pannelli ecologici

I pannelli ecologici del Gruppo Saviola, la eco-ethical company

Con il legno riciclato nascono i pannelli truciolari diffusi in tutto il mondo
trattato sulla plastica ottawa

Un trattato sulla plastica per il 2024

Entro fine aprile chiude la penultima sessione per discutere un trattato sull'inquinamento della plastica. Entro fine anno il trattato dovrà essere pubblicato superando la divisione tra mondo fiducioso sul solo trattamento fine vita, e mondo che ritiene necessario ridurne drasticamente la produzione.
come costituire una CER

Come costituire una CER (comunità energetica rinnovabile)

Ora che è stato finalmente pubblicato il tanto atteso Decreto CER, i numerosi progetti di costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili che erano in stand...