Sbagliando si impara, ecco perché

Per in genitori è spesso difficile capire quale sia il giusto equilibrio tra protezione e spazi di sperimentazione, ma è uno sforzo necessario. Ecco perché sbagliando si impara

Che sbagliando si impara, ce lo insegna già Maria Montessori: la più grande maestra è la vita. Nella sua pedagogia, l’adulto non interviene, ma offre al bambino un ambiente adatto e gli strumenti idonei per poter sperimentare, possibilmente sbagliare, e imparare da solo dai propri errori.

Semplice.

Eppure… quante volte, come genitori, ci è capitato di chiederci “Cosa posso fare per garantire ai miei figli che abbiano successo nella vita?”, senza considerare che la risposta potrebbe essere proprio “lasciarli sbagliare”?

Ecco così che, per evitare che possano sbagliare, ci ritroviamo a spiegare cosa fare prima che le cose accadano, correggere tempestivamente, fino ad arrivare a sostituirci nelle decisioni, senza nemmeno lasciare loro il tempo di provarci.

Il valore dell’errore

Ritorniamo alla teoria. A metà del 900 Karl Popper prima e, poi, Henry J. Perkinson, sviluppano il concetto di “Pedagogia dell’Errore”, sostenendo che proprio l’errore è elemento fondamentale del processo di conoscenza.

È dimostrato, infatti, che attraverso lo sperimentare e lo sbagliare si sviluppano competenze cruciali, proprio le stesse che associamo alle persone di successo. Vediamole:

  • Quando comprendiamo quali sono le cause che ci hanno portato a sbagliare, applichiamo la stessa prontezza e capacità critica anche in situazioni future. È così che nasce la capacità critica.
  • Come si evita di fare ancora lo stesso errore? Con una maggiore attenzione e concentrazione, specie nelle situazioni più difficili.
  • È proprio grazie all’errore che la conoscenza di sé aumenta e la paura del giudizio degli altri diminuisce, dandoci più coraggio.
  • Capire che ognuno può sbagliare, ci mette maggiormente in empatia con gli altri; tutti possiamo sbagliare, fa parte della nostra crescita!

Quindi…


“La cosa più preziosa che puoi fare è un errore: non imparerai nulla dall’essere perfetto.”

sottolinea Elon Musk

Ma se, nonostante tutto questo, ci risulta ancora difficile assumere il giusto atteggiamento e “distacco” per lasciare i nostri figli liberi di sbagliare, ci viene in aiuto la lettura del libro “Parenting in the Real World: The Rules Have Changed” (non ancora tradotto in italiano) di Stephanie O’Leary, psicologa clinica americana, che con una manciata di ‘regole’ ci convince che l’errore fa bene ai bambini.

Perchè ‘sbagliando si impara’

Più sei grande quando “cadi” per la prima volta, più lunga sarà la caduta e più difficile rialzarsi.

Fallire è una lezione importante che è meglio imparare presto nella vita. Pensiamo alle conseguenze di un errore alla scuola materna o alla primaria: una verifica di ortografia, un calcio sbagliato durante una partita a pallone… A prescindere dall’età un fallimento lascia sempre lacrime amare, ma è più facile riprendersi se si è ancora piccoli. Quindi, lasciamo che i nostri figli si esercitino a cadere e a rialzarsi il prima possibile.

Fallire insegna “a cavarsela”.

Applichiamo il consiglio “esercitarsi rende perfetti” a scuola, nello sport, nella musica e in tutte le altre passioni dei nostri figli, tranne che di fronte al fallimento. Le delusioni e le ferite emotive ci spaventano tanto, ma, nel lungo periodo, rischiamo di indebolire la loro capacità di resilienza e di far fronte a situazioni complesse. Una delle cose più difficili della genitorialità è proprio tollerare il disagio e le delusioni dei nostri figli, ma è l’unico modo per aiutarli a sviluppare le capacità di reazione necessarie per interagire con gli altri, oggi e in futuro, anche nelle situazioni più ostili.

Le difficoltà temprano il carattere.

Quando i bambini sono al riparo dalla possibilità di sperimentare l’errore, crescono in una “bolla”. Inoltre, senza vivere un’esperienza diretta con il fallimento, è difficile che imparino a relazionarsi con gli altri che vivono una situazione di difficoltà: l’empatia, infatti, richiede che i bambini si mettano nei panni di qualcun altro e si connettano emotivamente con la sua situazione.

Fiducia è lasciar fare.

Proviamo a fare un passo indietro e permettere ai nostri figli di fallire: in questo modo passeremo il messaggio implicito che ci fidiamo di loro e che crediamo siano capaci di gestire in autonomia le conseguenze, positive o negative. Teniamolo a mente la prossima volta che siamo sul punto di intervenire prima che possano compiere un errore: sarà una scelta coraggiosa che aiuterà la loro autostima e migliorerà la nostra relazione.

Fallire insegna a perseverare.

Come genitori non sogniamo altro che vedere i nostri figli sperimentare un successo senza sforzo, eppure sappiamo bene che sono pochi quelli che hanno il lusso di essere sempre i migliori in tutto. Permettere loro di fallire, renderli consapevoli che non si può sempre essere il numero uno insegna la perseveranza. Il duro lavoro e gli sforzi sostenuti per ottenere un risultato sono preziosi anche se non hanno portato a vincere una medaglia o ottenere il voto più alto. Nel tempo, i bambini che hanno sperimentato la sconfitta costruiranno la resilienza e saranno più disposti a tentare compiti e attività difficili perché non avranno paura di fallire.

Sbagliando s’impara, è un vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe essere che sbagliando s’inventa.” Senza scomodare Elon Musk, lo diceva già Gianni Rodari.

Immagine di copertina: Sarah Kilian on Unsplash

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