Poche cicale e tante formiche in Italia, ma il risparmio passa dal fintech

Gli utenti più attivi dell'app fintech Oval hanno fra i 30 e 35 anni

Uno dei pochi aspetti positivi del lockdown è che si risparmia di più. Tradizionalmente attenti al loro salvadanaio, oggi gli italiani si scoprono ancora più parsimoniosi. Sia durante i mesi di quarantena, sia nella fase 2 dell’emergenza sanitaria, la propensione al risparmio (la quota del risparmio lordo delle famiglie sul loro reddito disponibile lordo) è aumentata rispetto alla fine dell’anno passato, dall’8 al 19 per cento, secondo l’indagine “Risparmio: futuro e presente”, condotta da Acri-Ipsos in vista della 96esima Giornata del Risparmio.

Complice la chiusura delle attività commerciali per i mesi di lockdown generale e la grande incertezza per il futuro, nel solo mese di marzo, secondo la Banca Centrale Europea, sono stati risparmiati 16,8 miliardi di euro rispetto a una media di 3,4 miliardi degli anni passati. Va in questa direzione anche l’ultimo rapporto Censis-Assogestioni, confermando che il 39 per cento di italiani si sono dimostrati più parsimoniosi nei mesi della quarantena.

Se il risparmio non comporta sacrifici per il 58 per cento del campione della ricerca Acri-Ipsos (dal 55 per cento del 2019), c’è un 30 per cento (dal 34 dell’anno precedente) che riesce a mettere da parte soldi con fatica. In generale, cresce dal 42 al 47 per cento la quota di coloro che, negli ultimi 12 mesi, sono riusciti a risparmiare, mentre le famiglie in saldo negativo restano stabili al 16 per cento.

In tanti si stanno interrogando se la crescente propensione al risparmio sia un fattore di forza o di debolezza per la nazione. Su questo punto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è stato molto fermo e, intervenendo alla Giornata Mondiale del Risparmio, ha sottolineato che se i maggiori risparmi non verranno accompagnati da una ripresa adeguata dell’attività produttiva e dagli investimenti, allora si avrà una diminuzione della domanda aggregata e dei redditi. In poche parole, soldi fermi sui conti correnti non ci proteggeranno dall’incertezza economica causata dalla pandemia.

Che i soldi messi da parte finiscano soprattutto in banca lo conferma anche l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, che lo scorso mese ha sottolineato come si sia raggiunto un record di liquidità in deposito sui conti correnti italiani: 1.682 miliardi di euro, in crescita dell’8 per cento su base annua (125 miliardi), quasi pari al Prodotto interno lordo del nostro Paese nel 2019 (1.787 miliardi). Ma non siamo le uniche formiche dell’Unione europea: l’Eurostat ha evidenziato come in tutta Europa, nel secondo trimestre 2020, si sia avuto un tasso di risparmio delle famiglie al 24,6 per cento, in crescita dell’8 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno passato, il valore assoluto più elevato di sempre.

Non sono soltanto le banche ad aver beneficiato degli accantomenti degli ultimi mesi, perché molti si sono rivolti alle piattaforme fintech per risparmiare e per investire.

Fintech è acronimo di financial technology e unisce i concetti di tecnologia e finanza. Si tratta di servizi finanziari che, proprio grazie alle tecnologie digitali, offrono nuove opportunità agli utenti finali. Con financial technology oggi si intende, non soltanto la trasformazione digitale di servizi bancari, ma una grande varietà di tecnologie e app che vanno dalla gestione finanziaria personale ai finanziamenti tra privati e permettono di fare tutto tramite pc o altri device.

Secondo Oval, app fintech che vede Intesa Sanpaolo tra gli azionisti, gli utenti che già prima della pandemia si affidavano a portafogli digitali sono riusciti a trasformare i loro risparmi in investimenti protetti. La società con sede a Londra e Torino ha, infatti, reso noti i risultati di un’indagine condotta tra i propri clienti, dalla quale si evince che il 57 per cento di chi usava Oval dal 2019 ha aumentato il proprio risparmio settimanale medio durante i mesi di pandemia, e, tra questi, il 34 per cento lo ha incrementato di oltre il 40 per cento. La metà degli utenti ha anche potenziato gli investimenti, fino al 40 per cento in più. Nel periodo tra marzo 2020 e agosto 2020 gli investitori ricorrenti sono aumentati del 39,69 per cento. In conclusione, chi aveva già maturato una cultura digital anche nel settore della finanza personale è riuscito a combattere l’incertezza economica di questo periodo con investimenti protetti.

Ci sono utenti che prima di scaricare l’app – sottolinea Oval – non avevano mai fatto investimenti, mentre oggi hanno fino a tre operazioni aperte. Il trend è più forte tra i 30 e i 35 anni, una fascia di popolazione che ha in media 4,2 regole di risparmio attive sul suo account, mette da parte circa 132 euro il primo mese e arriva ad avere otto volte di più dopo un anno. Questi risparmiatori Millennial di solito convertono il 33 per cento del totale risparmiato in investimenti, privilegiando modalità di investimento ricorrenti settimanale. Anche in questo caso, quindi, la digitalizzazione e una migliore cultura finanziaria aiutano a superare le barriere economiche create dalla pandemia.

Photo by Maryna Yazbeck on Unsplash

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