Sono un paio di anni che si parla nelle scuole superiori e università di ‘carriera alias’, una procedura amministrativa che permette di creare un profilo burocratico, alternativo e temporaneo, agli studenti transgender. Il nome anagrafico, quello scritto nei documenti ufficiali e dato alla nascita in base al sesso biologico, viene sostituito con quello di elezione, ossia scelto dalla persona transgender e non binaria.
La procedura non ha un valore legale definitivo o al di fuori della scuola, si pone però come situazione che almeno transitoriamente permette a chi ne fa richiesta di vedere riconosciuta la propria identità di genere, in un ambiente di formazione e di relazione importante come la scuola, evitare il misgendering, cioè l’uso di termini che fanno riferimento al sesso biologico e non all’identità di genere in cui si riconosce l’individuo o addirittura il bullismo e l’abbandono scolastico.
Sarebbero circa 160 le scuole italiane e 39 gli atenei (dati 2022) avrebbero attivato la carriera alias, secondo il sito di Tecniche della Scuola, un po’ pochine considerata la rilevanza del tema, come si può approfondire nel sito dell’associazione Genderlens.
Tuttavia, la formula della carriera alias comincia a uscire dai confini delle scuole e diventa un’opzione ‘amministrativa’.
Il Comune di Bologna lo sta introducendo (primi in Italia) per i dipendenti dell’amministrazione e per l’utenza che si interfaccia con l’amministrazione. “Anche la cittadinanza potrà usare il nome di elezione negli atti interni alla Pubblica amministrazione o, ad esempio, accedendo alla rete di biblioteche o a tutti i servizi pubblici erogati dal Comune di Bologna, compresi quelli che necessitano di un badge o una tesserina” spiega a Open Roberta Parigiani, avvocata e portavoce del Movimento Identità Trans, il quale ha fatto da supporto tecnico al progetto e all’Amministrazione del comune.
Un passo importante, voluto dalla presidente della Commissione Parità e Pari Opportunità di Bologna, Porpora Marcasciano, assieme alla vicesindaca Emily Clancy, e che cerca di mettere a terra soluzioni per ottemperare quanto sia la nostra Costituzione, che Linee guida europee e strategie nazionali LGBT+, prevedono per superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
“Con l’adozione della Carriera Alias amministrativa sarà finalmente possibile garantire il pieno diritto ad essere orgogliosamente se stessi, ben prima e senza la necessità di ricorrere al lungo, costoso e patologizzante iter giudiziale imposto dalla Legge 164 del 1982” ha sottolineato con soddisfazione il Movimento identità transgender. “Un passo importante che oggi più che mai rappresenta un chiaro posizionamento politico e una netta rivendicazione: quella sull’autodeterminazione, quella sui nostri corpi e sul diritto ad essere noi stessi”.