Cominciamo col dire che la cosa non è semplice: i bambini si annoiano facilmente e al tempo stesso rispondono agli stimoli inaspettatamente. Ricordo sempre il figlio di una mia amica che puntualmente di fronte a regali ben impachettati apriva selvaggiamente il tutto per lanciare da una parte il vero giocattolo e cominciare ad amoreggiare con il packaging. Chiaro che a quel punto per amici e parenti era diventato meno dispendioso accontentare il bambino.
Ma per Chiara il problema rimaneva: come farlo giocare con qualcosa di stimolante? Le sole cose che sembravano interessare Andrea erano: scatole di cartone, smartphone, spiaggia e palette, non sempre disponibili. Un problema comune a tanti genitori.
La situazione è diventata drammatica a partire dalla pandemia e dall’arrivo dello smart working, una comodissima modalità lavorativa che però richiede una certa organizzazione se si hanno figli.
Una ricerca statunitense segnalata da Axios ha rivelato adesso un lato nascosto dell’isolamento obbligato: i bambini hanno aumentato notevolmente il loro tempo trascorso sui digital device (tv, smartphone e tablet) e questa non è che la conseguenza della condizione di solitudine in cui si trovano in questo momento.
I bambini hanno cominciato a trascorrere molto più tempo a casa, con i genitori fisicamente presenti come mai prima, ma piuttosto occupati con il lavoro, e la scivolata dall’uso all’abuso di digital device è stato un attimo: si stima che i bambini abbiano trascorso oltre il 50% in più del loro tempo davanti ad uno schermo rispetto all’inizio dell’isolamento. Le bambine, secondo la ricerca, sono più interessate alle app come TikTok e a quelle conversazionali, mentre i bambini sono più interessati ai giochi online proprio perché sono entrambe forme di socializzazione che permettono un’interazione continua con i propri amici online o con i personaggi delle loro avventure.
Certamente i giochi analogici tradizionali, Lego, colori, Pongo, Art Attack e dintorni funzionano sempre soprattutto se ci sono altri bambini e genitori che giocano insieme. Il problema vero nasce proprio quando i bambini devono essere lasciati a giocare da ‘soli’. Qui corre in soccorso anche l’innovazione (startup fondate da neo-genitori), con idee e soluzioni che stimolano il bambino lasciandogli anche uno spazio di autonomia.
Per esempio, Lunii, startup di origine francese, ha creato “La fabbrica delle storie”, un piccolo dispositivo (adatto a bambini dai 3 agli 8 anni) che permette ai frugoletti di sviluppare delle vere e proprie storie che vengono poi ascoltate tramite il giocattolo, creando l’interazione di cui hanno bisogno e stimolando la fantasia e la creatività, senza dover rimanere con lo sguardo incollato ad uno schermo.
Lunii è un giocattolo raccontastorie senza onde e schermi che permette ai bambini di comporre diverse trame scegliendo il personaggio, l’ambientazione e gli altri elementi caratteristici delle fiabe. Attraverso il Luniistore, i genitori possono scaricare nuove storie e nuovi personaggi così da arricchire le storie dei loro bambini che daranno libero sfogo alla fantasia attraverso un gioco senza schermo.
“Lunii rappresenta una soluzione pratica per dare la possibilità ai bambini di utilizzare uno strumento che incentivi la loro creatività evitando l’utilizzo di device digitali mentre per i genitori che sono impegnati e che stanno vedendo la loro vita rivoluzionarsi, di sapere che i loro figli stanno impiegando il loro tempo in un’attività non dannosa e che potranno ricordare quando tutto questo sarà finito.” spiega Lorenzo Asuni, Marketing Manager di Lunii.
Un’altro straordinario aiuto è quello che arriva dalla startup Mukako, fondata da neogenitori che hanno ben presenti le esigenze. La carta vincente di Mukako è che si occupa dello sviluppo del gioco e della creatività dei bambini partendo dalla defizione e organizzazione del loro spazio, ovvero della loro cameretta e dagli oggetti. Per esempio: il MUtable è un tavolo multigioco adatto a bambini da 1 a 8 anni, che si trasforma per prestarsi a diverse funzioni tutte creative e di divertimento e che cresce col bambino, oltre a offrire un sistema di riordino (super importante!). Poi cè il MUwall, una parete attrezzata e modulare che offre spazio per le innumerevoli collezioni di cose di tuo figlio, ma anche un sistema di arrampicata!
Se poi vuoi andare su un gioco educativo più specializzato, dovresti dare un’occhiata a Cubetto (3-9 anni), fondata dalla società innovativa Primo Toys, inglese ma fondata da un italiano, che ha la straordinarietà di essere un gioco analogico (Montessori approved) che insegna ai bambini le basi del coding, cioè dello sviluppo di software.
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