Lo scorso 18 novembre, il Ministro Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto attuativo che rende operativo con una dotazione totale di 10 milioni di euro l’agevolazione in forma di credito d’imposta società benefit per le imprese presenti sul territorio nazionale.
E finalmente, la misura entra nell’operativo e a partire dal prossimo 19 maggio e fino al 15 giugno 2022 le società benefit potranno presentare domanda per ottenere un’agevolazione da parte dello Stato.
Gli ultimi due anni hanno visto il boom delle società benefit in Italia, che sono passate dall’essere circa 500 nel 2019 alla triplicazione nel 2021.
Un’ottima notizia per il nostro Paese che è stato nel 2015 pioniere in Europa e nel mondo dell’introduzione nel diritto civile del modello di società benefit, attraverso la Legge 208/2015 (Commi 376-384), cioè società che ‘nell’esercizio di una attivita’ economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o piu’ finalita’ di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunita’, territori e ambiente, beni ed attivita’ culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse’.
La rivoluzione società benefit
Una rivoluzione, se si pensa che fino a oggi nel nostro Paese (ma anche nel resto del mondo), il concetto di impresa ruota attorno allo scopo di creare profitto economico, fare soldi, e che su questo si è sempre basata anche la distinzione tra imprese profit e no profit.
Con le società benefit (in breve SB) questa contrapposizione è del tutto superata, perchè le benefit sono imprese che ruotano intorno al concetto non del profitto, ma del valore, e quindi persegue sia obiettivi di un guadagno, realizzato in maniera giusta e sostenibile; sia obiettivi di impatto positivo nel contesto in cui opera.
L’auspicio è che questo modello che a tanti sembra ‘troppo bello per essere vero’ si diffonda sempre più e tutte le aziende diventino benefit, perché è l’unico modello di impresa che consente uno sviluppo sostenibile sotto tutti i punti di vista.
Il Governo italiano già una volta ha creduto una volta nelle SB, grazie anche al lavoro in questa direzione del senatore Mauro Del Barba, promotore anche del nuovo risultato: con il decreto attuativo dell’art.38-ter del decreto Rilancio, il Mise destina 7 milioni di euro per il 2021 al finanziamento del credito d’imposta e 3 milioni per la promozione delle Società Benefit nel nostro Paese.
“Un riconoscimento importante per le SB italiane: abbiamo a suo tempo sostenuto la norma approvata dal Parlamento riconoscendovi un segnale concreto per accrescere ulteriormente la rilevanza delle SB sul mercato – commenta il Presidente Mauro Del Barba, che è anche presidente di Assobenefit. “Con il provvedimento del governo sul credito d’imposta e la diffusione delle SB questo segnale diventa ora operativo. Più forti le Società Benefit e più forte la spinta alla loro diffusione: fondamentale che anche le istituzioni si siano dotate di uno strumento per promuoverle”.
Come funziona il credito d’imposta per le società benefit
Da qualche tempo all’interno del mondo benefit, che conta circa 1500 imprese ad oggi, ci si interroga sui possibili aiuti che lo Stato potrebbe dare per incentivare questa forma d’impresa. La considerazione prevalente, che riflette la stessa forma mentale dell’imprenditore benefit, è che troppi incentivi di natura finanziaria possano creare delle distorsioni.
Ma il credito d’imposta ottenuto adesso riguarda solo le spese per la costituzione della società benefit. Il credito, in regime de minimis e fruibile in compensazione tramite F24, potrà coprire il 50% delle spese di costituzione o trasformazione, con un’agevolazione massima per beneficiario pari a 10mila euro, sostenute a decorrere dal 19 luglio 2020, data di entrata in vigore del decreto Rilancio, fino al 31 dicembre 2021. Saranno ammissibili le spese notarili e di iscrizione nel Registro delle imprese, nonché le spese inerenti all’assistenza professionale e alla consulenza sostenute e direttamente destinate alla costituzione o alla trasformazione in società benefit. Il credito d’imposta sarà riconosciuto fino all’esaurimento dei fondi.
Ricapitolando:
Quali società benefit possono richiedere il credito d’imposta
Possono richiedere l’agevolazione sia costituende società, sia società già costituite ed operanti che devono trasformarsi, operazione che richiede la conversione dello statuto e pertanto l’intervento del notaio.
Il Mise ci fornisce questo elenco, possono presentare domanda le società che:
- sono costituite, regolarmente iscritte e “attive” nel Registro delle imprese;
- hanno sostenuto spese per la costituzione ovvero per la trasformazione in società benefit, a decorrere dal 19 luglio 2020 – data di entrata in vigore del decreto rilancio – fino al 31 dicembre 2021;
- disponendo di una sede principale o secondaria, svolgono un’attività economica in Italia;
- si trovano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti e non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;
- non rientrano tra i soggetti nei cui confronti sia stata applicata la sanzione interdittiva di cui all’articolo 9, comma 2, lettera d), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 (reponsabilità per illeciti amministrativi) e successive modificazioni e integrazioni.
Spese ammissibili
Sono ammesse tutte le spese inerenti la costituzione, o trasformazione della società benefit, cioè: spese notarili, iscrizione al registro imprese, assistenza professionale, come commercialisti e consulenti.
L’agevolazione massima concedibile a ciascun beneficiario non potrà superare l’importo di 10 mila euro.
Limiti temporali
Potranno presentare domanda per l’agevolazione le società che hanno affrontato le spese ammissibili a partire dal 19 luglio 2020, data di entrata in vigore del decreto Rilancio, fino al 31 dicembre 2021. La misura di agevolazione, infatti, essendo stata originariamente prevista dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 è legato alla data di entrata in vigore dello stesso, appunto il 19 luglio.
La domanda dovrà essere presentata tramite la procedura online che sarà disponibile sul sito del MiSE dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Ovviamente è troppo presto per sapere se diventerà una misura strutturale e quindi ricorrente o una tantum.
The Good in Town, società benefit, costituitasi a maggio 2020 non potrà usufruirne (come molte altre società) perché appunto costituita prima di luglio.