Secondo uno studio (Deloitte) condotto negli Stati Uniti, il 61% dei dipendenti nasconde le proprie identità sul lavoro – soprattutto quella di genitore – per paura di essere discriminato.
E’ un dato estremo che offre diversi spunti di riflessione, ma in particolare ora ne consideriamo uno: i molteplici ruoli che dobbiamo quotidianamente gestire.
In particolare ognuno di noi soffre la dicotomia casa – lavoro: da una parte siamo impiegati, manager, imprenditori, tecnici, dall’altra genitori, compagni, caregiver, ecc.
Il lavoro da casa durante il lockdown ha messo in evidenza i molteplici ruoli delle persone, riaprendo il dibattito sull’opportunità di portare “tutte le proprie identità” sul lavoro.
In passato e tuttora in tanti contesti lavorativi, ci si sente quasi obbligati a forzare la nostra personalità a comportarsi e ragionare per scompartimenti, a non mischiare mai casa (e quello che si è a casa) e lavoro.
Eppure, i numerosi ruoli che le persone rivestono tra casa e lavoro non tolgono mai spazio, ma si rivelano sempre un asso nella manica generando benessere e fornendo competenze che facilitano la gestione della vita privata e lavorativa.
È quanto sostiene la società Lifeed by Maam, una società innovativa che si occupa di tecnologie per le risorse umane proponendo ai dipendenti delle aziende dei moduli di formazione e degli strumenti che trasformano gli eventi della loro vita in “master” (es. diventare genitori), in un’occasione per lo sviluppo di competenze soft, che agiscono sull’efficacia professionale e il benessere. Il suo approccio si basa sul Life Based Learning, il metodo che unisce contenuti formativi e auto-narrazioni su piattaforma digitale, a missioni pratiche svolte nella vita-reale, e sui tre pilastri: sinergia vita-lavoro, formazione delle competenze soft, ascolto delle persone.
Recentemente Lifeed ha lanciato un nuovo strumento interattivo chiamato MultiMe, creato con la Kellogg School of Management della Northwestern University, Stati Uniti, che permette di dimostrare e misurare come i ruoli diversi si “accumulano” in ciascuna persona rinforzandosi l’un l’altro, trasferendo tra loro energie e competenze preziose tra casa e il lavoro.
“Il tool MultiMe usa un semplice gioco visivo per far scoprire che spesso i ruoli delle persone condividono molti tratti caratteriali, “sovrapponendosi”. E questo è un bene: le ricerche della Kellogg School of Management dimostrano che, più i ruoli si sovrappongono, più la persona tende a comportarsi in modo etico. Pensiamo alla ricaduta che ciò può avere su un professionista che ha grandi responsabilità decisionali in azienda: se una persona non fa distinzione tra l’essere un manager e un genitore, sarà più propensa ad assumersi la responsabilità dei propri dipendenti con una visione a lungo termine” dichiara Riccarda Zezza CEO di Lifeed by MAAM.
Per scoprire di più sul metodo Multime puoi leggere questo post.
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