Dal 1992 il 3 dicembre è la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, istituita dall’ONU. Il suo scopo è sensibilizzare la società sul tema del diritto delle persone con disabilità di prendere parte attivamente a ogni ambito della vita sociale, economica e politica, abbattendo ogni genere di barriera (fisica o culturale) in questa direzione, per contribuire al superamento di ogni forma di razzismo e di esclusione.
Anche se questa ‘Giornata’ ha quasi trentanni, si inserisce oggi nel contesto degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, in particolare in quelli inerenti la riduzione delle disuguaglianze (Goal 10), la qualità dell’educazione (Goal 4), città e comunità più sostenibili (Goal 11).
Cosa si intende per disabilità
Prima di tutto dobbiamo dire che oggi non si parla più di ‘disabile’ ma di ‘persona con disabilità‘. Se è necessario specificare il tipo di disabilità, sono preferibili espressioni come “è una persona con sindrome di Down” , “è una persona con distrofia muscolare”, “è una persona nello spettro autistico”, “è una persona con autismo” etc.
Questo perché, secondo le indicazioni di un’organizzazione come l’ONU, che promuove la condivisione internazionale di concetti, definizioni e linguaggi su questo tema, ‘bisogna descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana in relazione al loro contesto ambientale e sottolineare l’individuo non solo come persona avente malattie o disabilità, ma soprattutto evidenziarne l’unicità e la globalità’.
In pratica, non è corretto identificare le persone con la loro disabilità e definirle ‘disabili’ o ‘handicappati’; la stessa definizione ‘diversamente abili’ è da molti ritenuta falsa e inefficace, buonista.
Premettendo che il concetto di disabilità è in evoluzione, la definizione che sembra trovare maggiori consensi è quella che la considera come il risultato dell’interazione tra persone con impairments (con compromissioni del corpo umano, fisiche, mentali, intellettive o sensoriali) e barriere
negli atteggiamenti ed ambientali, che ostacolano la piena ed effettiva partecipazione alla società, uguale ed equa a quella di altre persone e senza discriminazioni (fonte: OSSERVATORIO NAZIONALE SULLA CONDIZIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ).
Per chi volesse approfondire, c’è un’ottima guida realizzata da Intesa Sanpaolo, ‘Le parole giuste. Media e persone con disabilità‘, che fornisce elementi utili per trovare la terminologia più adatta per riferirsi alla persona con disabilità utilizzando un linguaggio inclusivo che sottolinei il valore della persona indipendentemente dalla sua condizione.
La condizione di disabilità ha una sua tutela giuridica
Nell’ordinamento italiano già l’articolo 3 della Costituzione che eleva a principio ispiratore del nostro Stato il concetto di uguaglianza sarebbe da considerarsi un punto fermo. Dice infatti: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione alcuna di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Il riferimento, nella seconda parte del testo, alla rimozione degli ostacoli, dovrebbe essere una vera e propria direttrice per lo sviluppo di politiche e azioni di Governo, anche locale, indirizzate alla concreta rimozione.
Purtroppo non possiamo dire che lo sia, basti pensare che solo un terzo delle scuole italiane sono accessibili fisicamente agli alunni con disabilità.
A livello internazionale esiste dal 2007 la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che si richiama ai principi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Nei suoi 50 articoli enuncia principi di non discriminazione, eguaglianza, pari opportunità, rispetto dell’identità individuale, diritto di cura, di formazione personale, ecc; ma parla anche di strategie operative atte a promuovere la cultura della disabilità, la consapevolezza, l’inclusione a ogni livello sociale e lavorativo.
Il Ministro per la disabilità
Da alcuni anni in Italia esiste, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un ufficio chiamato ‘Ministro per la disabilità’, attualmente ricoperto dalla senatrice Erika Stefani.
Questo ufficio, che non è un Ministero, ha lo scopo di supportare e lavorare con il Governo in materia di disabilità. Nell’ambito dell’Ufficio opera l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità che ha funzioni consultive e di supporto tecnico-scientifico per l’elaborazione delle politiche nazionali in materia di disabilità.
Una recente iniziativa: la Disability Card
E’ stata presentata ufficialmente il 1 dicembre la Disability Card, la tessera che permetterà un più facile accesso alle persone con disabilità ai servizi, tariffe agevolate e la riduzione della burocrazia, in regime di reciprocità con gli altri Paesi della UE, contribuendo alla loro piena inclusione nella vita sociale delle comunità.Ne avranno diritto tutte le persone con disabilità dal 67 al 100% di invalidità. La durata della carta è di un massimo di 10 anni.
“È il compimento di un lungo percorso che ci ha visti impegnati nel condurre in porto un’operazione fortemente attesa che necessitava di essere concretizzata quanto prima – dice il Ministro Stefani -. La Disability Card è un nuovo passo verso la piena inclusione, semplificherà la vita e l’accesso ai servizi alle persone con disabilità, avvicinando il Paese al raggiungimento degli obiettivi inseriti nella convenzione Onu”.
La Disability Card italiana rientra nel progetto EU Disability Card, prevista dalla Strategia dell’Unione Europea 2010-2020 in materia di disabilità.
Le attività del Ministero della Cultura italiano dedicate a questa giornata
Il Ministero della Cultura (MiC) italiano ha aderito a questa Giornata per ribadire che tutti hanno il diritto di partecipare alle attività culturali e questo significa che bisogna lavorare per garantire a tutti l’accesso ai luoghi della cultura e l’accesso ai contenuti del patrimonio culturale.
La Direzione generale educazione, ricerca e istituti culturali e la Direzione generale Musei hanno invitato gli Istituti del MiC a:
- operare per il potenziamento dell’accessibilità ai siti e alle collezioni;
- organizzare, nel mese di dicembre, attività in presenza e online intese a favorire una partecipazione quanto più ampia possibile al patrimonio culturale;
- su impulso dei responsabili per l’accessibilità di musei, monumenti, aree e parchi archeologici e dei responsabili dei servizi educativi, adottare ogni accorgimento per dar luogo ad iniziative che siano accessibili anche tramite gli strumenti digitali, per le quali si rimanda anche alle Linee guida sull’accessibilità degli strumenti informatici emanate da AGID.
Ogni Istituto è tenuto a inserire le iniziative nel Grande Evento di riferimento: “3/12/2021 Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità”.
Tutti gli eventi saranno pubblicati sul sito del MiC.
(Immagine di copertina: Chona Kasinger per Disabled and Here)