Presso il Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, nella Brianza lecchese, sorge la Cascina Bagaggera, un luogo che fonde agricoltura, inclusione e formazione. Il progetto ha origine da un’idea audace e innovativa di un gruppo di giovani famiglie con bambini piccoli, alcune con esperienza agricola: il loro sogno era creare un luogo in cui l’agricoltura fosse praticata in modo etico e biologico, rispettoso dell’ambiente e, allo stesso tempo, aperto a tutti.
Dalla fondazione nel 1994 ad oggi ci sono state progressive trasformazioni, come quando nel 2007 si sono inseriti dei neolaureati in Agraria, che hanno permesso di fare il salto di qualità in termini produttivi e di allevamento. Attualmente l’azienda si sviluppa su 22 ettari lavorati a foraggio, cereali e adibiti al pascolo: l’attività primaria è l’allevamento di 120 capre camosciate, a cui si aggiungono anche 40 maiali, alcune manze e asini.
Al nucleo storico delle prime abitazioni, risalenti al 17° e 19° secolo, si sono aggiunte nuove costruzioni: oltre alle stalle è sorto un edificio finalizzato a corsi artistici, terapeutici e pedagogici.
Assecondare i ritmi della natura
I terreni vengono coltivati seguendo metodi rispettosi dell’ambiente, privilegiando la diversificazione delle colture e riducendo al minimo l’uso di prodotti chimici. “La nostra produzione alimentare è varia e differenziata, secondo un concetto che deriva dalla biodinamica”, spiega Marta Galimberti, Responsabile Direzione Aziendale: “in quest’ottica l’azienda agricola è vista come un organismo vivente, che quindi deve alimentarsi il più possibile seguendo un ciclo chiuso”.
La regolazione del benessere del suolo prevede una rotazione delle colture, che consente al terreno di prosperare ed essere sempre ricco di sostanze nutritive. “La produzione del pane è arrivata in cascina per questo effetto”, continua Marta, “mentre le uova sono state invece richieste dai clienti e per questo abbiamo introdotto le galline”.
È stata inoltre adottata la tecnica del pascolamento razionale Voisin, ampiamente applicata in Sudamerica, Stati Uniti e Africa: se il pascolo libero è ottimale per gli animali, può in realtà creare dei problemi al terreno, o a quelle parti dove all’erba non è lasciato l’adeguato tempo di riposo per ricrescere. Con tale modalità ogni giorno gli animali si alimentano in uno spazio limitato diverso e si crea così un equilibrio nell’ecosistema pianta – animale – suolo: “in questo modo”, aggiunge Marta, “il pascolo diventa un attivatore della ricrescita positiva dell’erba”.
Dal latte di capra si producono i famosi Caprini di Montevecchia, formaggi freschi e stagionali, oltre che yogurt e budini. Dalle farine biologiche dei loro campi nascono pane, focacce, biscotti, a cui si aggiungono frutta e verdura di stagione, uova fresche delle galline ruspanti, fino ai salumi prodotti in loco: ogni alimento è il risultato di un’attenta cura e di una filiera corta, che favorisce la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti.
La Cascina è anche impegnata nella valorizzazione della cultura contadina e delle tradizioni agricole locali: promuove infatti la conoscenza delle varietà autoctone, conservando le antiche tecniche di coltivazione. Ciò contribuisce a tenere vive le radici culturali del territorio e a preservare la biodiversità agricola. L’approccio che privilegia la semplicità e la genuinità degli alimenti è conseguenza della stessa vocazione alle relazioni umane delle famiglie della Bagaggera: si vuole instaurare un rapporto di fiducia con i consumatori, per dare la possibilità di conoscere l’origine dei cibi che acquistano e di fare scelte consapevoli.
L’agricoltura diventa inclusiva e coinvolgente
Negli spazi della cascina ha sede l’Associazione Corimbo Onlus, che dal 2012 segue i progetti socioeducativi rivolti a persone con disabilità: ci sono diversi percorsi di formazione e inserimento lavorativo per valorizzare le competenze di ognuno, in un ambiente di lavoro stimolante.
“Abbiamo 10 ragazzi che lavorano fra bar, ristorante, caseificio, panificio, nell’ambito agricolo, seguiti da due educatori che garantiscono che l’inserimento avvenga nel migliore dei modi”, sottolinea Marta: “vogliamo che le persone più fragili sviluppino una maggiore autonomia e acquisiscano fiducia in sé stessi”.
Nel corso di questi primi dieci anni sono stati sviluppati oltre 60 percorsi di formazione, con progetti innovativi di lavoro e di cultura aziendale: il passo successivo sarà quello di farsi conoscere meglio dalle istituzioni (già si sono attivate delle convenzioni con tirocinanti della provincia di Lecco), affinché l’inclusione possa avvenire anche in contesti “meno protetti” di quanto avviene in cascina.
Inoltre, dal 2020 è presente in cascina l’Agrinido, un asilo nido rivolto ai bambini dai 6 mesi ai 3 anni, che si ispira al metodo pedagogico Montessori. “L’idea è nata da un’educatrice che si è proposta”, ricorda Marta, “e che risponde a un altro bisogno della collettività: in questo modo possiamo lavorare con l’infanzia in una dimensione agricola, quindi vera e autentica”. Attraverso attività ludiche e didattiche, i bambini scoprono il mondo agricolo, sviluppando una sensibilità verso l’ambiente e l’alimentazione sana.
Il coinvolgimento con il territorio, ma non solo, avviene poi con la proposta di diversi eventi nel corso dell’anno: l’inizio di ogni stagione è scandito da specifiche Feste solidali, con musica, balli e banchetti che vedono la presenza di altri agricoltori amici. Spesso si organizzano aperitivi, altre giornate di festa, e periodicamente trovano spazio varie rassegne teatrali e artistiche.
Fondata con l’obiettivo di produrre alimenti sani e genuini, in un ambiente sostenibile e solidale, la Cascina Bagaggera rappresenta un modello esemplare di come l’agricoltura possa trasformarsi in un’opportunità per l’integrazione sociale e la formazione. Unire l’attenzione all’impatto ambientale e sociale diventa un’opportunità per migliorare il mondo in cui viviamo, promuovendo il benessere collettivo.