Lo straordinario ‘stucco’ ecologico per la cura delle barriere coralline

Università degli Studi di Milano-Bicocca, Istituto Italiano di Tecnologia, Acquario di Genova: grazie alla collaborazione tra questi tre realtà di eccellenza italiane, si accende una speranza per il recupero delle barriere coralline, fortement minacciate dal cambiamento climatico

Le barriere coralline, fondamentali per la biodiversità marina, sono sempre più minacciate dai cambiamenti climatici e dall’azione umana nell’ambiente marino. Un team di ricerca italiano ha introdotto una soluzione molto promettente: un nuovo materiale sostenibile per il restauro delle barriere coralline danneggiate.

L’Università degli Studi di Milano-Bicocca e l’Istituto Italiano di Tecnologia, in stretta collaborazione con l’Acquario di Genova, hanno sviluppato un materiale biodegradabile e indurente specificamente progettato per le operazioni di recupero delle barriere coralline.

Foto del team di ricerca presso il MaRHE Center
Foto del team di ricerca presso il MaRHE Center

Le proprietà ecologiche e innovative di questo materiale sono state documentate in un video girato alle Maldive nell’aprile 2023 e recentemente pubblicate sulla rivista scientifica Advanced Sustainable Systems.

Si tratta, in pratica, di una sorta di ‘stucco biodegradabile a indurimento rapido a base di oli vegetali’ e permette il restauro e la riabilitazione sostenibile delle barriere coralline.

Corallo e nuovo materiale
Corallo e nuovo materiale

Il processo di recupero attivo delle barriere coralline prevede la coltivazione di nuove colonie di coralli in vivai protetti, chiamati “nurseries”, per poi trasferirle nelle aree danneggiate. I materiali tradizionalmente utilizzati per questo scopo derivano spesso dall’industria petrolifera, sono solitamente cemento commerciale o resine epossidiche, che risultano potenzialmente tossici e richiedendo tempi di indurimento prolungati, fino a un giorno, che possono compromettere il successo del trapianto a causa delle correnti marine.

Il nuovo materiale, composto interamente da componenti vegetali, presenta un tempo di indurimento notevolmente ridotto, di soli 20-25 minuti. Questa caratteristica accelera le operazioni di restauro e aumenta la probabilità di successo del trapianto dei coralli.

Gli esperimenti condotti presso l’Acquario di Genova e il MaRHE Center alle Maldive hanno confermato l’efficacia del materiale, con coralli che hanno mostrato una crescita sana e nessun segno di stress durante il periodo di osservazione.

La ricerca di questo materiale innovativo si inserisce non solo nel contesto del restauro delle barriere coralline in natura, ma anche nel più ampio impegno dell’Acquario di Genova per implementare tecniche di mantenimento sostenibili e rispettose dell’ambiente per le specie marine. Il progetto ha beneficiato di finanziamenti nell’ambito del programma “Futuro Centro Nazionale per la Biodiversità” del PNRR, e il materiale è attualmente oggetto di una domanda di brevetto.

Con questa innovazione, si apre una nuova speranza per la conservazione delle barriere coralline, cruciali per la salute degli ecosistemi marini globali.

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