Intesa Sanpaolo è la prima Banca in Italia e tra le prime in Europa a ricevere la certificazione “Gender Equality European & International Standard (GEEIS-Diversity)”, che ha l’obiettivo di valutare l’impegno delle organizzazioni in materia di diversità e inclusione. Un ente esterno certificatore, l’associazione Arborus che si avvale di Bureau Veritas, ha infatti accertato in che modo la principale Banca d’Italia si comporta nella gestione dei propri dipendenti, in che modo sostiene le donne e la carriera delle stesse al suo interno, e in generale come promuove un ambiente di lavoro e dei trattamenti lavorativi equi e giusti per tutte le persone.
Il processo di valutazione ha esaminato i dati, i processi del personale, le policy e i piani d’azione con particolare attenzione alla consequenzialità tra le attività di ascolto, le iniziative e i progetti svolti e il monitoraggio dei risultati.
“Questa certificazione volontaria indica che Bureau Veritasriconosce l’attenzione di Intesa Sanpaolo per l’equità di genere e per la valorizzazione della componente femminile della Banca. Una significativa attestazione dei risultati raggiunti con le nostre politiche di genere che conferma il buon posizionamento nei principali indici internazionali in ambito di promozione delle pari opportunità sul luogo di lavoro”, ha commentato Paola Angeletti, dirigente di IntesaSanpaolo.
Intesa Sanpaolo è riconosciuta come una delle banche più sostenibili al mondo e per quanto riguarda le attività di diversity&inclusion ha già ottenuto diversi riconoscimenti: è inserita nel “Bloomberg Gender-Equality Index” 2021 (GEI) con punteggio ampiamente superiori alla media del settore finanziario globale e nel Diversity & Inclusion Index di Refinitiv, indice internazionale che seleziona le 100 aziende al mondo quotate in borsa come più inclusive e attente alle diversità.
Nel consiglio di amministrazione Intesa Sanpaolo siedono 7 donne su 19 cariche, il che equivale oltre il 36%, una percentuale molto buona se si considera che a livello globale, secondo le analisi della società di consulenza Oliver Wyman la percentuale non oltrepassa il 23%.
In Intesa Sanpaolo le donne rappresentano il 54% dell’intera popolazione aziendale ed in particolare il 40% del totale dirigenti e quadri direttivi e il 28,6% dei dirigenti.
In una nota per la stampa Diego D’Amato, Presidente e Amministratore Delegato di Bureau Veritas Italia, la società che ha realizzato la valutazione, ha sottolineato come le attività a favore di diversità e inclusione di Intesa Sanpaolo siano rilevanti a livello internazionale. “Per Bureau Veritas è motivo di orgoglio confrontarsi con realtà all’avanguardia nell’ambito della gestione delle risorse umane”.
Come realizza le sue politiche di diversità e inclusione?
Sono numerosi i progetti e le iniziative avviati dal Gruppo nel tempo, in tema di diversità e inclusione. La società ha sottoscritto i Women’s Empowerment Principles promossi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, definiscono le linee guida per le imprese sui cui basare azioni concrete per l’equità di genere e per l’empowerment femminile. Secondo questi principi, le aziende si impegnano a promuovere l’equità di genere ed ad assicurare, con trasparenza, sviluppo professionale, sicurezza, benessere e salute per tutte le lavoratrici ed i lavoratori. Con attività di formazione e supporto sostiene la carriera delle proprie dipendenti, collabora inoltre con altre associazioni per promuovere la cultura STEM presso le ragazze e la loro motivazione. Bellissimo il progetto ‘Inspiring Girls’ realizzato in collaborazione con Valore D.
Per completare il quadro della sostenibilità in Intesa Sanpaolo (e anche il suo impegno in direzione degli obiettivi dell’Agenda 2030) ricordiamo che in campo ambientale, ha creato un fondo di 6 miliardi di euro destinato all’economia circolare; per promuovere l’inclusione economica e la riduzione della povertà, tra cui un fondo di impatto per 1,5 miliardi di euro di finanziamenti a categorie di soggetti con difficoltà di accesso al credito.