L’Italia è in grado di ripudiare la guerra?

La campagna lanciata da Emergency richiama l’articolo 11 della Costituzione Italiana, invitando ognuno a ripudiare il ricorso alla guerra, facendosi quindi promotore di dialogo

Quello di Emergency è un nome ormai noto a tutti e in tutto il mondo: soprattutto in quella parte del mondo dilaniata dalle guerre. L’organizzazione umanitaria è stata fondata da Gino Strada, medico chirurgo, e dalla moglie Teresa Sarti, insegnante, nel 1994: alcuni anni dopo ottiene il riconoscimento giuridico sia di ONLUS che di ONG. Alla base dei coniugi Strada c’è la ferma convinzione che il diritto alla cura sia universale, senza discriminazioni di alcun tipo.

Per sensibilizzare su questo tema sono state svolte numerose attività nel corso dei 30 anni. Verso la fine del 2024 è stata promossa una nuova iniziativa, che sta continuando a crescere: si tratta del Progetto R1PUD1A, volutamente scritto con tale modalità grafica, allo scopo di richiamare l’Articolo 11 della Costituzione Italiana.
Nel testo si dichiara che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” e si sottolinea l’importanza di assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni, favorendo le organizzazioni internazionali che si adoperano a tale scopo.

Parole che assumono un valore ancora più forte proprio in questo momento, in un mondo dove i conflitti si moltiplicano e la spesa militare globale ha raggiunto la cifra record di 2.400 miliardi di dollari, con un aumento del 27% solo nell’ultimo anno
Uno scenario inquietante, dove la voce di Emergency e la sua esperienza sul campo riporta al centro la triste verità comune a tutte le guerre: le vittime. Negli ultimi ottant’anni si stima che oltre 260 conflitti abbiano causato più di 25 milioni di morti: oggi il 90% delle vittime o dei feriti di una guerra sono civili (all’inizio del ‘900 erano il 10%).

Fin dalla sua nascita, Emergency si è impegnata a offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime di guerra, delle mine antiuomo e della povertà, promuovendo parallelamente una cultura di pace e di rispetto dei diritti umani. L’associazione ha operato in 20 paesi, fra cui Afghanistan, Iraq, Sudan, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana, dove è tuttora presente: ha costruito oltre 60 ospedali, centri pediatrici e di primo soccorso, poliambulatori e ambulatori mobili. Tra le realizzazioni più innovative spicca il Centro Salam di cardiochirurgia in Sudan, una struttura di eccellenza che accoglie pazienti da tutta l’Africa.
Grazie all’impegno di migliaia di volontari e professionisti, nel corso degli anni sono state curate milioni di persone: secondo i dati ufficiali, viene assistita in media una persona ogni minuto.

Comuni e scuole in prima linea contro la guerra

Il progetto sta trovando terreno fertile in tutta Italia: hanno già aderito alla campagna, esprimendo il loro sostegno formale, oltre 300 Comuni, insieme a più di 500 scuole che hanno coinvolto migliaia di studenti in attività educative e di sensibilizzazione. Proprio questa partecipazione è stata particolarmente significativa per promuovere la riflessione sulla pace e sul ripudio della guerra: un impegno educativo cruciale per sensibilizzare le nuove generazioni su temi fondamentali per il futuro.

Fotografia di vari momenti della campagna di Emergency

Questi numeri raccontano una storia di partecipazione straordinaria, dove istituzioni e cittadini si uniscono per ribadire con determinazione il “no” alla guerra. È un’opposizione che presenta una nazione che riconosce nella pace un valore fondante e non negoziabile.
La forza di R1PUD1A sta proprio nella sua capacità di essere trasversale, di parlare a tutti gli italiani al di là delle appartenenze politiche: “non è infatti un progetto di parte”, racconta uno dei numerosi volontari, “ma un richiamo a quel sentire comune che unisce la stragrande maggioranza della popolazione italiana, e mondiale, nel desiderio di pace”.

Ripudiare la guerra non significa solo rispettare la Costituzione, ma soprattutto costruire una cultura di pace che protegga le generazioni future. “La risposta che sta ricevendo R1PUD1A”, continua Simona, un’altra volontaria, “dimostra che, quando si richiamano i principi fondanti della nostra convivenza civile, le persone rispondono con entusiasmo e partecipazione”. La campagna invita tutti a riflettere e ad agire per un futuro dove il dialogo e la diplomazia sostituiscano le armi.

Azioni concrete che danno forza alla denuncia

La forza di questa iniziativa sta nella sua capacità di trasformare un principio costituzionale in azioni tangibili. Per rendere questo movimento davvero inclusivo e partecipato, Emergency ha creato dei kit di mobilitazione e attivazione, che permettono a chiunque di prendere parte all’iniziativa, sia online che sul territorio.
È possibile scaricare grafiche, materiali da stampare e diffondere nella propria zona: le modalità di partecipazione passano dalla semplice condivisione sui social usando l’hashtag #r1pud1a, all’organizzazione di eventi nei propri territori, fino all’adesione come ente o istituzione.

Fotografia del ponte di Rialto di Firenze che aderisce alla campagna di Emergency

Il cuore della campagna si può riassumere nell’impegno a silenziare le armi per far parlare le parole. Lo stesso Papa Francesco durante un Angelus in Piazza San Pietro, dove il banner “R1PUD1A” era stato esposto, ha ricordato che “la guerra dovrebbe essere bandita, mentre bisogna dare spazio al dialogo”.
Le iniziative sono state molteplici e significative: città grandi e piccole hanno aderito con iniziative simboliche e concrete, come l’affissione di striscioni con la scritta “Questo Comune RIPUDIA la guerra” sui palazzi comunali. Numerose le manifestazioni nelle piazze italiane, come quelle al Ponte di Rialto a Venezia o al Colosseo di Roma.

Fotografia di un teatro che aderisce alla campagna di Emergency

La campagna ha trovato eco anche nei teatri, nei festival e nei cinema italiani, con adesioni significative: proprio nella capitale è stato presentato il documentario “Long Night”, che racconta la crisi umanitaria in Afghanistan attraverso gli occhi del personale medico-sanitario di Emergency. Numerose istituzioni culturali, come l’Anteo Spazio Cinema di Milano o il Cinema Troisi di Roma, e diversi festival prestigiosi, tra cui la Settimana della Critica di Venezia e il Siciliambiente Film Festival, hanno sposato il messaggio di Emergency, contribuendo alla diffusione di una cultura di pace.
Personaggi pubblici come Fiorella Mannoia, Alessandro Bergonzoni o Flavio Insinna hanno inoltre dato il loro supporto pubblico alla campagna, amplificando ulteriormente la sua visibilità.

L’eredità di Gino Strada e Teresa Sarti continua a vivere nelle attività di Emergency, che si conferma un punto di riferimento internazionale per promuovere i diritti umani e la solidarietà concreta verso le vittime delle guerre e delle ingiustizie sociali.
L’attuale campagna ci ricorda che ripudiare la guerra non è solo un dovere morale sancito dalla Costituzione italiana, ma è una scelta consapevole per costruire un mondo migliore. Un percorso dove ognuno è chiamato a fare la propria parte.

Il progetto R1PUD1A di Emergency

PIù POPOLARI

chatgpt carbon footprint

ChatGPT e il suo impatto ambientale

Si parla tanto negli ultimi tempi di ChatGPT, una forma di intelligenza artificiale, sviluppata dalla società OpenAI, che grazie a un modello linguistico molto...
microsoft crediti carbonio

Microsoft invests in mine reforestation: what signal does this send to the carbon credit...

The tech giant bets on nature: the agreement with Living Carbon shines a spotlight on a market in search of credibility and impact. We discuss it with a top expert.
microsoft crediti carbonio

Microsoft investe nella riforestazione delle miniere: che segnale è sul mercato dei crediti di...

Un colosso della tecnologia scommette sulla natura: l’accordo con Living Carbon accende i riflettori su un mercato in cerca di credibilità e impatto. Ne parliamo con un super esperto.
metaverso autismo

Metaverso e autismo: come ATED rivoluziona l’inclusione con tecnologie immersive

L’innovazione tecnologica è per l’associazione ATED uno strumento prezioso per includere chi rischia di rimanere ai margini della società
Società Benefit

Società Benefit: cosa sono, vantaggi, come diventarlo

Le Società Benefit (SB) sono una forma giuridica d’impresa che integra nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, anche precise finalità di beneficio comune. Le...