Di tutte le forme d’arte la musica è probabilmente la più diffusa e la più accessibile dal maggior numero di persone, vista anche l’estrema diversità nella quale si può esprimere: si presta inoltre particolarmente bene come veicolo di comunicazione e coinvolgimento, al punto tale che si è proprio creata una disciplina per operare a livello terapeutico ed educativo, in tantissimi ambiti. Uno di questi riguarda la disabilità, nelle sue molteplici sfaccettature: interrogandosi su tale problematica, a metà degli anni ’70 alcuni professionisti e volontari hanno gettato le basi di quella che è oggi la Fondazione Esagramma, che dà vita nel 1983 al primo triennio di MusicoTerapia Orchestrale. Sviluppando però una propria metodologia, con delle caratteristiche originali che, vedremo successivamente, hanno trovato ampia diffusione in contesti analoghi.
Le due persone che hanno promosso per primi questo straordinario progetto sono Pierangelo Sequeri, sacerdote e teologo, e Licia Sbattella, bioingegnere e psicoterapeuta clinica: entrambi sono inoltre professori universitari e naturalmente musicisti.
La forza della musica
Proprio la musica è apparsa come una modalità molto coinvolgente per supportare la crescita personale di tutti, anche in caso di disabilità intellettiva, senza dover possedere una previa competenza musicale. “L’obiettivo del primo percorso che Esagramma offre a bambini e ragazzi con disabilità è terapeutico”, sottolinea Francesca Vergani, conduttrice dei percorsi di musicoterapia orchestrale e violinista, “affinché ogni partecipante possa raffinare la sua palette di risorse relazionali, espressive e di modulazione di sè”. Nel tempo sono cresciuti i gruppi di musicoterapia orchestrale che coinvolgono persone di ogni età, ma parallelamente si sono sviluppati i corsi di strumento individuale o in piccoli gruppi.
“I gruppi di MusicoTerapiaOrchestrale sono costituiti da 4 ai 7 allievi con disabilità più o meno coetanei, affiancati da musicisti e professionisti educativi come psicologi ed educatori”, spiega Gabriele Rubino, direttore dell’orchestra sinfonica e psicologo: “si lavora molto sugli aspetti relazionali e sull’acquisire progressivamente una maggiore autonomia”. L’obiettivo primario di questo percorso è proprio quello di fornire competenze relazionali sempre più ampie e sofisticate, che vengono man mano apprese dai singoli, con l’aiuto dell’equipe psicopedagogica che segue il gruppetto durante il triennio.
La sfida e la meraviglia dell’orchestra
Sono centinaia i ragazzi con ritardo mentale e autismo che ogni anno partecipano ai progetti, supportati da psicologi e musicisti: questo lavoro nel tempo ha consentito la formalizzazione definitiva del metodo, nelle sue varie fasi e con i suoi obiettivi. Il tutto è stato poi raccolto nel libro “Ti penso dunque suono” di Licia Sbattella, che descrive in dettaglio questa metodologia: il lungo processo di ricerca e di sperimentazione svolto negli anni non solo ha permesso di andare oltre i tradizionali modelli di musicoterapia ma, ben più importante, ha permesso ai partecipanti di raggiungere risultati altrimenti insperati.
Al termine del triennio di MusicoTerapiaOrchestrale c’è la possibilità per chi lo desidera di continuare un percorso, che a questo punto diventa esclusivamente educativo musicale: ed è così che nel 2000 nasce l’Orchestra Sinfonica inclusiva Esagramma, la prima in Europa composta anche da persone con disabilità. “L’orchestra offre una sfida per tutti”, riprende Gabriele, “non solo per la persona con disabilità, ma anche per chiunque desidera mettersi in gioco, nell’ascolto di sé e degli altri”.
Entrare a far parte di un’orchestra sinfonica non è solo un’esperienza affascinante dal punto di vista dell’educazione musicale, ma è soprattutto formativa per la persona: “è un contesto che dà modo a ognuno di esprimersi, anzi di esporsi”, continua Francesca. “La bellezza dell’orchestra è costituita dalla naturale valorizzazione delle differenze che la caratterizzano: i brani che essa esegue sono così belli e ricchi proprio perché ogni musicista ha il proprio strumento, diverso dagli altri per il timbro e la tecnica con cui è suonato”. Allievi e allieve imparano a suonare uno strumento prima di tutto guardando e imitando l’insegnante, utilizzando strumenti ad arco, arpe celtiche e anche percussioni: l’orchestra è poi completata da altri musicisti che suonano i fiati e il pianoforte.
La scelta dei brani da eseguire è naturalmente fondamentale e i musicisti professionisti curano gli arrangiamenti con grande attenzione: “vogliamo che ognuno sia portatore di una parte importante dell’orchestra, al punto che questa non può mancare, altrimenti chi ascolta si accorge che manca qualcosa”. Gabriele fa eco alle parole di Francesca rimarcando che lo scopo dell’orchestra è quello di offrire esecuzioni che appassionino, che abbiano la massima dignità interpretativa: “il nostro obiettivo è quello di suonare bene, di fare emozionare e ricevere l’apprezzamento del pubblico che ci ascolta”.
Un’orchestra straordinaria
Vero è che relazionarsi con la disabilità intellettiva è talvolta complesso e richiede competenze che non si improvvisano e molta pazienza: ma la validità del metodo sviluppato da Esagramma è confermata dallo sviluppo di numerosi Centri Satellite che sono nati e sono cresciuti negli anni. Si tratta di realtà che, con personale appositamente formato da Esagramma, propongono gli stessi percorsi per favorire lo sviluppo di capacità relazionali e promuovere l’autonomia della persona disabile. Si va da Emisferi Musicali, presenti con 3 strutture in Piemonte, al La Nota In Più di Bergamo, da MusicAlia di Piacenza fino a IOS(U)ONO a Messina, per un totale di 13 Centri in Italia e uno a Lille, in Francia.
In questi primi 40 anni Esagramma ha sviluppato non solo percorsi educativi e riabilitativi, ma altri progetti che vanno dalla guida all’ascolto al sostegno delle capacità linguistiche e, grazie alle competenze maturate, si propone anche per supportare il personale docente e gli studenti: oltre ai corsi di formazione e aggiornamento per insegnanti, sono state pensate attività inclusive rivolte a classi scolastiche che vanno dalle elementari alle superiori. Analogamente è stata definita una proposta che si rivolge alle aziende, con il Team Building Orchestrale, che sfrutta le dinamiche musicali e relazionali che si formano in un gruppo orchestrale, per lavorare sulle dinamiche che emergono in un contesto aziendale.
In definitiva l’orchestra è per Esagramma una realtà che accoglie, dove ognuno ha il proprio spazio e tutti sono fondamentali: è anche quello spazio in cui lavorare insieme per diventare sempre più competenti nel padroneggiare la musica e il proprio strumento. Ma è soprattutto un luogo di crescita, in cui assumersi responsabilità e raggiungere una maggiore autonomia, scoprendo e valorizzando le risorse di cui ognuno è portatore.