Tempo fa abbiamo parlato del progetto utopistico per realizzare la città ‘ecologica del futuro’ (stando alle dichiarazioni ufficiali) voluto dal principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman. Un progetto apparentemente folle, di una megalopoli nel deserto da 1 trilione di dollari, che dovrà rappresentare – secondo il piano – un elemento consistente della strategia araba di riduzione della dipendenza nazionale dall’economia petrolifera. Dovrebbe vedere la luce nel 2025, quando arriverà a coprire un’area totale di 26.500 km², per un’estensione di 170 km lungo la costa del Mar Rosso nella provincia di Tabuk, a sud della Giordania. Il nome NEOM deriva da due parole: la prima parte arriva dal prefisso greco per “nuovo”, mentre la M è un riferimento a Mustaqbal, parola araba che significa “futuro” (oltre a essere l’iniziale del nome del principe ereditario, Mohammed bin Salman). In questi anni il progetto ha iniziato a concretizzarsi, presentandosi come una metropoli avveniristica e sfavillante, qualcosa al limite della fantascienza: 100% artificiale ma completamente sostenibile; la terra del futuro – si legge sul sito istituzionale – che punta a solare ed eolico per produrre la propria energia e promette, in modo piuttosto generico, di fondarsi sui principi di sostenibilità. Inoltre, sarà giuridicamente autonoma rispetto al governo, con proprie tasse, leggi sul lavoro e sistema giudiziario.
Le novità circa lo stato di avanzamento del progetto di questo nuovo mondo si susseguono, la più recente riguarda l’annuncio da parte del Consiglio di amministrazione NEOM di Aquellum, uno spazio empirico e di lusso incorporato nelle colline, una città nella città ( o meglio, una comunità) offrirà agli ospiti un assaggio di vita futuribile attraverso una gamma di esperienze pionieristiche.
Per esempio: per accedere ad Aquellum i i visitatori si imbarcheranno in un viaggio partendo dal primo porticciolo flottante al mondo, dove saliranno a bordo di una nave dal design particolare per attraversare un canale sotterraneo nascosto, per arrivare alla comunità comincia un incredibile viaggio sensoriale.
Una volta all’interno – si legge in una nota stampa – gli ospiti vivranno un’elettrizzante esperienza verticale da 100 metri di altezza con uno straordinario cortile che si estende dall’acqua al cielo. Questa comunità digitalizzata sotterranea crea esuberanza e interconnettività fondendo ambienti di hotel, appartamenti, spazi per la vendita al dettaglio, zone di intrattenimento e per il tempo libero oltre a hub innovativi. Un dinamico boulevard si snoda tra il cortile, collegando diversi spazi sociali, zone di ospitalità di altissimo livello, opere d’arte immersive, eventi, aree di shopping e dining. Un caratteristico spazio, battezzato ‘Il Generatore’, ospita laboratori di ricerca unici realizzati per personalità dirompenti, innovatori e pensatori creativi, offrendo una piattaforma in cui il futuro viene reimmaginato.
In buona sostanza, si tratterà di un luogo che integra dimensioni virtuali e che si sviluppa, sfidando la fisica odierna delle città, sfruttando tutto lo spazio orizzontale-verticale.
Come ci si muoverà? Un sistema di transito interno omnidirezionale faciliterà l’accesso ai piani superiori, trasportando residenti e visitatori nelle loro case e hotel, salendo a giardini sull’attico con viste panoramiche mozzafiato della costa.
Non si è ben capito ancora tutto questo progetto, figlio ovviamente di una leadership dotata di immense risorse economiche e proporzionale megalomania.
L’Arabia Saudita vende attualmente più di 10 milioni di barili di greggio al giorno, cosa che ne fa il maggior produttore mondiale. La ricchezza che ne deriva non è ovviamente per tutti, è una monarchia assoluta, pertanto anche le informazioni che riguardano dati sociali come la povertà non sono del tutto attendibili. Secondo rapporti non ufficiali, quasi il 13% della popolazione dell’Arabia Saudita vive sotto la soglia di povertà. Altre fonti parlano del 25%. Sicuramente esistono sacche di povertà e molta disuguaglianza sociale, a partire dal ruolo delle donne nella società. Se veramente si volesse rendere credibile questo progetto come luogo ‘del futuro e completamente sostenibile’ gli sforzi dovrebbero andare anche a eliminare la povertà, creare istituzioni più democratiche, eliminare le disuguaglianze sociali. I soldi non mancano, ma questo sembra ben più utopistico dei progetti edilizi.