Introdotte dalla Direttiva Europea 2018/2001, recepita in Italia a marzo 2020 con l’approvazione del Decreto Milleproroghe, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono una realtà piuttosto giovane che ha mosso i primi passi negli ultimi tre anni.
Le CER portano una grande novità nei modelli energetici, che è racchiusa nel nome stesso: la partecipazione dal basso. Sono le Comunità, i cittadini, i territori a diventare il fulcro di questo nuovo modello basato sul principio di eguaglianza e condivisione.
Se nel campo dell’energia solitamente sono le esperienze dei Comuni più grandi a fungere da patrimonio di buone pratiche, si veda ad esempio il caso di Brescia con il teleriscaldamento, per le CER la tendenza si inverte e sono i Comuni più piccoli che riescono a risolvere per primi le problematiche connesse alla costituzione e gestione delle Comunità.
I piccoli comuni fanno da apripista
La Lombardia in questo senso è un’area unica a livello nazionale: estremamente frammentata, con un elevatissimo numero di Comuni (1506, contro i 330 dell’Emilia Romagna che ha superficie comparabile), il 70% dei quali ha meno di 5000 abitanti. Tanti Comuni di piccole dimensioni, con struttura amministrativa ed uffici tecnici spesso sprovvisti delle competenze e delle risorse economiche necessarie, in cui ancora manca la figura dell’energy manager. Eppure sono proprio queste realtà che riescono a sopperire alla carenza di competenze tecnico-amministrative con quelle relazionali, spesso grazie alla presenza di un sindaco o un assessore pioniere che riesce ad anticipare le novità e diventare un esempio da seguire. Per un Comune piccolo con un’amministrazione illuminata è infatti più facile guidare e coordinare i soci rispetto ad una grande città come Milano, dove le CER sono viste come soluzioni di “quartiere” piuttosto che gigantesche Comunità Comunali. A ciò si aggiunge un altro punto di forza del sistema Lombardo, ossia la collaborazione costante tra enti pubblici, terzo settore, associazioni di volontariato, fondazioni e la capacità di fare rete con le numerose realtà di un territorio popolato da altri enti locali ed industrie che si relazionano costantemente.
Solisca, Cer dei primati e della solidarietà
È in questo habitat così frammentato, ma anche così ricco di opportunità che nasce SOLISCA, la Comunità Energetica di Turano Lodigiano, Comune di 1500 abitanti in Provincia di Lodi.
Solisca è il femminile di Sole, fonte di energia rinnovabile che alimenta la CER di Turano: 47 kW di pannelli fotovoltaici posizionati sul tetto della palestra e del campo sportivo adiacenti all’edificio comunale, più una colonnina di ricarica per veicoli elettrici a cui è collegato anche un servizio di car-sharing. La Comunità è composta dal Comune in qualità di Prosumer (produttore e consumatore dell’energia elettrica, che detiene 9 punti di prelievo) e da altri 15 Consumer (solo consumatori) tra cui la parrocchia e diversi nuclei famigliari a basso reddito. L’energia generata serve indirettamente la cittadinanza anche alimentando l’auto elettrica, che viene utilizzata dal Comune per i servizi dal lunedì al venerdì, dalle 7 alle 16, mentre negli altri orari è prenotabile tramite app dai cittadini.
La Comunità Energetica Rinnovabile di Turano Lodigiano ha mosso i primi passi nel 2020, quando il quadro normativo era ancora in via di definizione, su iniziativa del sindaco Emiliano Lottaroli. L’impianto fotovoltaico è stato realizzato da Sorgenia come intervento per oneri di compensazione della Centrale elettrica installata dall’azienda a Bertonico Turano Lodigiano nel 2011 (impianto a ciclo combinato con 800 MW di potenza, alimentato a gas naturale).
Inaugurata a gennaio 2022 e pienamente operativa dal 1 aprile dell’anno scorso, la CER di Turano detiene diversi primati nazionali: prima CER della Lombardia, prima CERS (Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale) del Nord Italia e prima ad essere stata completamente digitalizzata.
Solisca è servita da una piattaforma digitale messa a punto da Sorgenia che permette di visualizzare e monitorare i dati di produzione, consumo e prelievo, compresi quelli degli utenti individuali, dalla rete della CER in tempo reale. L’interfaccia mostra anche i “ricavi economici” della Comunità che alla fine del primo anno verranno suddivisi tra i suoi soci sulla base del regolamento con attenzione particolare ai nuclei a basso reddito.
A circa un anno di funzionamento Solisca inizia a tirare le somme: l’impianto ha prodotto circa 50 MW di energia, il 30% dei quali sono stati condivisi tra i soci. Quasi 15 MW di autoconsumo virtuale quindi, che corrispondono a 26 tonnellate di CO2 evitata, l’equivalente di quella assorbita da 158 alberi. Questa energia condivisa tra i soci riceve l’incentivo del GSE a cui si aggiungono i ricavi per l’energia immessa in rete ed il risparmio per quella evitata ossia l’autoconsumo reale di energia solare consumata direttamente sul posto, generando un beneficio economico complessivo di quasi 15 mila euro.
Tuttavia non sono i ricavi economici la ragione per cui è nata Solisca, “l’obiettivo dell’indipendenza energetica e dell’autonomia dalle fonti fossili dovrebbe essere una priorità per le amministrazioni comunali, così come lo è asfaltare le strade, cosa che facciamo da sempre senza aspettarci un ritorno economico” sottolinea Emiliano Lottaroli, che insieme ad ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) gira l’Italia per raccontare la storia di Turano e condividere le best practices con gli altri Comuni italiani.

Contrasto alla povertà energetica
Per costituirsi in CER Turano ha scelto la forma giuridica di associazione non riconosciuta, una delle più semplici e meno onerose, che permette entrata e uscita agevole dei soci. A Turano è lo stesso sindaco ad essere Presidente della CER e a svolgere gran parte delle incombenze burocratiche, che comprendono la stesura di Statuto e Regolamento, la convocazione delle assemblee e i rapporti con i soci. “Vado in giro a difendere questo modello di Comunità Energetica perché ha in sé, oltre agli elementi economici ed ambientali, anche quelli sociali in quanto rappresenta uno strumento di contrasto alla povertà energetica. Povertà energetica che è provocata da tanti fattori e non solo dal caro bolletta, significa anche vivere in una casa poco efficiente e non avere i mezzi per trasformarla o per autoprodursi energia sostenibile ed essere tagliati fuori dalla transizione ecologica”.
Quando è stata costituita la CERS di Turano Lodigiano, la normativa fissava il tetto massimo di 200 kW di potenza per gli impianti di produzione con il vincolo per i soci di essere collegati alla stessa cabina secondaria. Con gli aggiornamenti introdotti a dicembre nell’ultima delibera ARERA, si allargano i confini alle aree sottese dalle cabine primarie e cresce anche la taglia degli impianti che possono arrivare fino ad 1 MW.
In quest’ottica la Comunità energetica di Turano prevede di crescere accogliendo nuovi soci, a partire dai 15 già in “lista d’attesa” che grazie al termine del vincolo sulle cabine secondarie potrebbero finalmente entrare a far parte di Solisca. La tipologia degli aderenti sarà poi il punto di partenza per valutare un ulteriore espansione anche degli impianti, ad esempio aggiungendo un accumulo per coprire i consumi serali o aumentando la potenza per rispondere ad una maggior domanda diurna.