Nel cuore degli Appennini centrali, tra strette vie di pietra e antiche mura medievali, il piccolo comune di Pettorano sul Gizio sta vivendo una rinascita inaspettata grazie alla pacifica convivenza con l’orso bruno marsicano, uno dei mammiferi più minacciati d’Europa.
Fino a pochi anni fa, la presenza di questi grandi carnivori generava tensioni tra i residenti, spesso preoccupati per la sicurezza e per i danni alle coltivazioni. Ma oggi la situazione è radicalmente cambiata. Pettorano sul Gizio, già noto coem uno dei 308 piccoli centri storici della rete dei borghi più belli d’Italia, è diventato un esempio di come sia possibile trasformare un apparente conflitto uomo-natura in un’opportunità per l’intera comunità.
Tutto è iniziato nel 2015, quando il paese è stato dichiarato “comunità amica degli orsi“, la prima del suo genere in Italia. Da allora, la comunità ha implementato strategie semplici ma efficaci: contenitori per i rifiuti a prova di orso, recinzioni elettriche per gli orti e una costante campagna di sensibilizzazione rivolta ai residenti e ai visitatori.
L’aumento dell’interesse turistico ha stimolato l’economia locale, con l’apertura di bed and breakfast, ristoranti e negozi artigianali. Tra il 2020 e il 2024, i visitatori sono aumentati di quasi dieci volte, contribuendo ad invertire il trend di spopolamento tipico di molte aree montane.
Modelli a confronto: Abruzzo e Trentino
Un risultato opposto a quello raggiunto, invece, in Trentino, dove negli scorsi anni la reintroduzione dell’orso attraverso il progetto Life Ursus ha portato a un aumento significativo della popolazione ursina, che oggi supera i 100 esemplari. Tuttavia, la gestione degli orsi è spesso criticata per le sue politiche aggressive, come l’approvazione di leggi che regolamentano l’abbattimento degli individui considerati problematici. Questo approccio ha generato tensioni sociali e una narrazione mediatica che tende a “mostrificare” l’orso, alimentando paure irrazionali e ostilità verso questo animale.
L’approccio abruzzese, al contrario, non solo hanno ridotto drasticamente gli incidenti tra uomini e orsi, ma ha anche attratto un numero crescente di turisti e nuovi residenti affascinati dalla possibilità di osservare gli animali in natura senza rischi. È il caso di “Barbara”, un’orsa ormai diventata celebre per le sue passeggiate notturne vicino alle case, rispettata e protetta dalla popolazione locale.
Le iniziative per la tutela dell’orso
Il comune di Pettorano sul Gizio è parte del progetto europeo LIFE Bear-Smart Corridors, che mira a migliorare la coesistenza tra uomo e orso. L’obiettivo è ridurre i conflitti, come le incursioni degli orsi nei centri abitati, preservando il loro habitat naturale (la Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio) e diminuendo le perdite economiche causate da danni alle proprietà agricole.

Un’importante iniziativa è l’apertura nel 2014 del Centro di Interpretazione “Tana dell’Orso” presso il Castello Cantelmo, uno spazio espositivo pensato come un laboratorio educativo per giovani e adulti, con l’obiettivo di sensibilizzare i visitatori sulla tutela della biodiversità e sul valore del paesaggio. È anche un’attrazione turistica che arricchisce l’offerta culturale del borgo.
L’esperienza positiva di Pettorano sul Gizio oggi rappresenta un modello replicato altrove: circa venti comunità in Europa guardano a questo piccolo comune italiano come esempio di equilibrio tra conservazione ambientale e sviluppo locale, dimostrando che proteggere la biodiversità può significare anche ridare vita ai territori.