A COP28 Dubai, le basi per uscire dai combustibili fossili

Si chiude anche la Cop28 di Dubai e non mancano le polemiche. Proviamo a tirare le somme senza disperare nel pessimismo, i negoziati non finiscono alla fine della conferenza, ma proseguono durante l’anno fino all’incontro successivo

Dopo l’approvazione e la messa in pratica immediata del Loss and Damage, i due temi principali di questa COP28 a Dubai sono stati il Global Stocktake e l’Obiettivo Globale sull’Adattamento.

Questi due accordi, insieme, dovrebbero definire le azioni necessarie per una rapida diminuzione o eliminazione dell’uso dei combustibili fossili entro il 2030 e i limiti all’utilizzo delle tecnologie CCS per lo stoccaggio del carbonio.

La scienza indica come diminuire fino ad eliminare l’utilizzo dei combustibili fossili, aumentare l’uso delle fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica sono tre azioni combinate che permettono di mantenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5°C. In questo modo avremo la possibilità di adattarci e mitigare il clima che cambia; combinando il tutto con la protezione degli habitat, della natura e della biodiversità possiamo avere un futuro sul quale sappiamo come intervenire ed evitare scenari poco conosciuti e difficili da affrontare.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, durante il suo intervento a COP28 ha dichiarato che: “siamo sull’orlo del disastro climatico e questa conferenza deve segnare una svolta. Occorre impegnarsi per rispettare l’obiettivo 1,5°C e porre fine all’era dei combustibili fossili”.

Vediamo come hanno risposto i Paesi partecipanti a COP28 e ripercorriamo gli eventi degli ultimi giorni per arrivare alle decisioni finali.

Global Stocktake, l’inventario globale sul clima

Uno dei temi principali di questa COP28 è senza dubbio il Global Stocktake, GST. Durante i lavori di queste settimane è stata presentata una bozza di circa trenta pagine. Questi sono stati i tre principali punti di discussione all’intento del documento:

• Eliminare o ridurre tutti i combustibili fossili con o senza l’utilizzo di tecnologie di abbattimento delle emissioni (CCS)

• Triplicare l’utilizzo delle energie rinnovabili e duplicare l’efficienza energetica.

Il Global Stocktake rappresenta anche un primo elenco, mai presentato finora alle precedenti edizioni delle Conferenze delle Parti, di ciò che ogni Paese ha realmente fatto e messo in pratica per il clima dopo gli impegni presi con l’Accordo di Parigi e rappresenta un documento base per mettere in atto le future politiche per il clima.

L’impegno ad eliminare i combustibili fossili potrebbe essere totale oppure solo una riduzione. Ecco che gli accordi si giocano anche sull’utilizzo dei termini “phase out”, ovvero eliminazione, uscita dai combustibili fossili oppure “phase down”, riduzione. In questi giorni si è sentito molto utilizzare anche il termine “unabated”, cioè abbattimento, che potrebbe essere affiancato al termine phase out.

In questo caso, significa che gli Stati continueranno con la combustione di carbone, petrolio e gas combinate con la cattura e lo stoccaggio delle emissioni di CO2 risultanti. Sarebbe una sorta di scappatoia che permetterebbe di continuare ad utilizzare i combustibili fossili su larga scala, affiancando l’uso delle tecnologie CCS.

Oltre ai due temi principali, il Global Stocktake prevede di creare e aggiornare piani nazionali sul clima per restare entro 1,5°C di innalzamento della temperatura globale. La discussione verte sulla transizione equa e giusta per tutti i Paesi, anche se è molto difficile mettere d’accordo tutti sul significato di equa e giusta.

I Paesi in via di sviluppo richiedono un aiuto finanziario e tecnologico per poter avere una loro transizione ecologica.

Anche la riforma del sistema finanziario è in discussione e prevede di approvare un nuovo documento collettivo chiamato New Collettive Quantified Goal on Climate Finance (fonte: Ecco Think Tank).

Un documento importante, il World Energy Outlook 2023 conferma che triplicare l’uso delle energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica sono due punti essenziali. C’è però un terzo punto che riguarda il secondo gas serra più importante dopo l’anidride carbonica: il metano. Il metano è responsabile per il 30% del surriscaldamento globale rispetto al periodo preindustriale. Sarà essenziale ridurre le emissioni di metano del 75% entro il 2030.

Queste tre azioni insieme fornirebbero l’80% dei tagli alle emissioni e permetterebbero di raggiungere l’obiettivo di 1,5°C.

Per questo, i temi dell’alimentazione e dei biocarburanti sono stati molto discussi all’interno di questa COP28. Sistemi alimentari, agricoltura, acqua e biocarburanti hanno un enorme impatto sul consumo di suolo, sui sistemi alimentari e sulla natura e biodiversità.

Allo stesso tempo, però, per il settore dell’alimentazione si denuncia una grave carenza di fondi: meno del 3% dei finanziamenti del clima riguarda i sistemi alimentari (fonte: Ecco Think Tank).

Obiettivo Globale sull’Adattamento a COP28

Il Global Goal on Adaptation, in sigla GGA è un gruppo di discussione che riguarda gli obiettivi di adattamento globale sul clima. Come per tutti i temi trattati durante COP28, i negoziati non finiscono alla fine della conferenza, ma proseguono durante l’anno fino all’incontro successivo. Del Global Adaptation si è parlato a giugno a Bonn, come ci ricorda Italian Climate Network. Questo documento è nato dopo l’Accordo di Parigi per rafforzare la risposta mondiale al cambiamento climatico.

Occorre migliorare la capacità di adattamento, favorire la resilienza climatica e ridurre al minimo la vulnerabilità dei Paesi più a rischio. Non è facile mettere d’accordo gli Stati su un documento condiviso. Vengono comunque fornite delle metodologie, degli indicatori e dei sistemi di misura comuni per favorire questo lavoro.

COP28 si conclude ponendo le basi per la fine dell’era dei combustibili fossili

Negli ultimissimi giorni di lavoro a COP28 sono state presentate due nuove bozze dei documenti principali: il Global Stocktake e il Global Goal on Adaptation. Da queste ultime bozze è scomparso il termine che indica l’uscita dai combustibili fossili, phase out: per questo le bozze sono state dichiarate inaccettabili da numerosi Paesi presenti al vertice.

La mattina del 13 dicembre, alle ore 11 a Dubai, arriva la notizia che è stato approvato il testo del Global Stocktake con l’impegno ad uscire dalle fonti fossili. Un momento storico che segna l’inizio del lavoro, da parte di ogni singolo Stato presente, per arrivare ad emissioni Net Zero nel 2050.

I principali punti approvati nella versione finale del Global Stocktake sono:

• L’uscita dai combustibili fossili è iniziata e l’obiettivo è quello di arrivare a zero emissioni nette al 2050

• Abbandonare (nel testo è usato il termine transitioning away) i combustibili fossili in modo giusto, equo e ordinato: queste sono le parole presenti nel documento approvato

• Tutti i Paesi, secondo i propri ritmi, si impegnano a triplicare l’uso delle energie rinnovabili e a duplicare l’efficienza energetica entro il 2030

• Il gas non viene menzionato nel testo, ma per il carbone ci si impegna ad accelerare gli sforzi verso la sua eliminazione graduale

• Il nucleare per la prima volta entra in questo testo, ma con un ruolo marginale: si parla infatti di accelerare le tecnologie a basse emissioni come il nucleare stesso e le tecnologie di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCUS)

• Anche il metano e tutte le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte entro il 2030

• Per ridurre le emissioni che derivano dal trasporto stradale si dovrà aumentare lo sviluppo delle infrastrutture e la diffusione di veicoli a basse emissioni

L’obiettivo di rimanere entro 1,5°C di temperatura media globale sembra fare passi avanti, visto l’impegno verso l’uscita dai combustibili fossili, anche se il termine phase out non è stato inserito nel testo come si pensava.

Per quanto riguarda la finanza climatica, il bollettino Ecco Think Tank fornisce queste stime: “per l’adattamento dei Paesi in via di sviluppo servono dai 215 ai 387 mila miliardi di dollari l’anno fino al 2030; solo per l’energia pulita occorre mettere in campo 5 mila miliardi l’anno entro il 2050”.

I finanziamenti per il clima dovranno sostenere una transizione verso un’economia equa e giusta.

Queste le principali decisioni finali della COP28 per quanto riguarda l’energia pulita e i combustibili fossili. Altri documenti correlati saranno firmati e approvati in giornata ma la notizia che tutti aspettavamo è quella dell’uscita dai combustibili fossili che inizia da subito per arrivare al traguardo di emissioni nette zero previsto per il 2050.

Dove e quando si svolgerà la prossima COP? L’appuntamento con la prossima edizione della Conferenza delle Parti sul clima è previsto dall’11 al 24 novembre 2024 a Baku in Azerbaijan.

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