L’amore per il proprio paese e il desiderio di renderlo un posto migliore in cui vivere: questo è ciò che ha spinto un gruppo di amici, professionisti e amanti della natura a far nascere nel 1998 Il Nibbio, un’associazione senza scopo di lucro che fin dall’origine si è adoperata per impedire l’abbandono di Morano Calabro (CS), un bellissimo borgo, situato nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, che ha sviluppato un modello di sviluppo socio-culturale che coniuga il recupero di antiche case abbandonate con la rivitalizzazione del patrimonio e dell’artigianato locale, valorizzando la cultura dell’ospitalità e la consapevolezza di vivere in armonia con l’ambiente naturale.
L’anima di questo progetto è Nicola Bloise, che a un certo momento della sua vita ha deciso di lasciare il suo ruolo dirigenziale in un’importante azienda per dedicarsi a tempo pieno alla rinascita del paese in cui è nato: “il Nibbio mi ha permesso di vivere appieno tutte le mie passioni”, ci racconta, “come la natura e il territorio che ci circonda, la storia, la musica, l’ospitalità; offrendo un esempio concreto di come sia possibile valorizzare al meglio le risorse che si hanno a disposizione”. Nicola è giustamente orgoglioso di tutto ciò che è stato finora realizzato che, sottolinea, è avvenuto con le sole forze e il coinvolgimento delle persone, senza aspettarsi finanziamenti o convenzioni statali.
Un esempio di albergo diffuso
Il Nibbio è un perfetto esempio di come prendere qualcosa di vecchio e farlo tornare nuovo, a partire dalle case abbandonate: nel corso degli anni sono state rilevate dall’associazione, ristrutturate e riportate a nuova vita. Ognuna di queste segue un tema, legato agli oggetti che vi sono contenuti e fanno parte dell’arredamento: c’è infatti la casa Del Musicista, dove trovano spazio vecchie radio, spartiti e dischi, oppure quella Del Vasaio, con i manufatti in terracotta e ceramica permeati di storia che sembrano quasi raccontare la vita del Mastro Peppino che nel secolo scorso, all’interno della sua bottega, plasmava l’argilla con un’abilità unica.
C’è poi la casa Dell’Artista, con i suoi arredi artigianali, libri e manufatti artistici, la soffitta Dei Ricordi e quella Delle Ginestre, dove sono stati recuperati tessuti dimenticati per trasformarli nei protagonisti di queste incredibili dimore; ci sono ancora le forme irregolari della casa del Dolcedorme, dal nome dall’omonima catena montuosa che si ammira affacciandosi dal balcone, fino alla Grotta del Fauno, che mescola le caratteristiche originarie dell’antica struttura con un design moderno, alternando vari materiali come legno, vetro, antichi tessuti in ginestra, fino alla pietra della roccia su cui si appoggia.
Chi soggiorna al Nibbio viene condotto da Nicola alla “sua casa”, perché durante i giorni di permanenza ognuno si deve sentire come a casa propria. Ma l’albergo diffuso è solo una parte del concetto di ospitalità caro a Bloise: un’altra casa si è trasformata nel Convivio, pensato come uno spazio di aggregazione aperto a tutti. “Nel corso degli anni abbiamo ospitato artisti di tutto il mondo”, ricorda Nicola, ”che, con la massima spontaneità, vengono a suonare nello spazio del locale attrezzato con gli strumenti, coinvolgendo spesso con naturalezza le altre persone che vi si trovano in quel momento”. L’interesse dell’associazione per ogni forma di arte ha favorito varie manifestazioni culturali, dalla letteratura alla poesia, ma anche di tipo culinario.
Quando il tempo lo consente Il Giardino del Nibbio è lo spazio all’aperto dove degustare le eccellenze dei territori calabresi e dei prodotti biologici: dai vini autoctoni alla famosa liquirizia, dal tipico bergamotto, al cedro, fino ai salumi locali. Tutti piatti che testimoniano un’antica cucina, tanto semplice quanto sana.
Il Museo naturalistico
I membri dell’Associazione hanno voluto analogamente valorizzare la flora e la fauna locale: a tale scopo è stato creato il Museo Naturalistico Del Nibbio, allestito all’interno di altre case recuperate che sorgono in prossimità del Castello Normanno-Svevo. Quando nei boschi circostanti venivano trovati degli animali morti, questi erano presi e imbalsamati in un apposito laboratorio e poi esposti all’interno di teche dove veniva ricostruito il loro habitat naturale. Le varie sezioni raccolgono sia mammiferi, che uccelli e insetti, oltre che fossili e minerali: “abbiamo creato un percorso dove, ad esempio, insegniamo come gli insetti siano essenziali per la vita dell’uomo”, continua Nicola, “e per questa ragione abbiamo attivato collaborazioni con le scuole con laboratori didattici e un servizio con guide per escursioni in cui conoscere questa terra meravigliosa”.
Oltre a ciò, va ricordata la videoteca di 50 posti, a disposizione dei visitatori con materiale multimediale relativo alla natura e al territorio, sia della Calabria che della Lucania.
Qui non si butta niente
C’è infine un ulteriore aspetto che rappresenta forse il fiore all’occhiello del Nibbio: qui non si butta via nulla, ma tutto viene recuperato nel magazzino, perché tutto può essere riciclato e avere una nuova vita, proprio partendo da ciò che può avere le origini più umili. Una lampada è stata creata riempiendo un fiasco di vetro con tante lampadine fulminate, mentre un’altra è nata da un pezzo di ceramica e da tubi da buttare, così come vecchie schede con altre componenti informatiche ormai obsolete sono state combinate per formare un quadro assolutamente unico; i listelli del parquet in alcune case derivano poi da portoni di legno che stavano andando al macero.
Anche entrare nel magazzino è un’esperienza sorprendente, poiché si trovano tanti di quegli oggetti che verrebbe spontaneo definire “cianfrusaglie”, ma facendosi accompagnare da Nicola ci si può quasi immaginare a che cosa porterà la fantasia e l’inventiva di tutti i vulcanici collaboratori dell’associazione. Tanti pezzi differenti si uniscono con materiali che non ci si aspetterebbe e diventano creazioni uniche: davvero un esempio brillante, creativo e virtuoso di economia circolare.
Un ultimo accenno va dato al progetto più ambizioso del Nibbio, che prevede la ristrutturazione di una chiesa sconsacrata, per ricavare spazi ricreativi e formativi aperti a tutti: “la musica sarà il tema centrale di questo progetto, perché vorremmo organizzare diversi eventi musicali e molte altre iniziative”, conclude Nicola; “e per i bambini vogliamo offrire occasioni di formazione gratuita”.