A rareca rarechea, a Napoli un progetto artistico e sostenibile

A rareca rarechea a Napoli significa la radice radica. Questo nome è stato scelto per un progetto attivo nella città, ideato da donne, che unisce innovazione, economia circolare e cura della natura e della comunità.

Il progetto A rareca rarechea è promosso da Fondazione Morra Greco con il supporto della Regione Campania ed è stato presentato all’EDI Global Forum nello scorso mese di ottobre a Napoli. In quell’occasione nel capoluogo campano si sono incontrati rappresentanti di oltre 150 musei del mondo. La finalità del progetto A rareca rarechea è quella di avvicinare l’arte alla collettività, all’ambiente e ai temi dell’attualità.

L’EDI Global Forum ha fatto conoscere questo progetto alla città e ai rappresentanti dei musei arrivati in Italia da diverse aree del mondo. I tre temi principali dell’ultima edizione del Forum erano: il cambiamento climatico, il benessere e la giustizia, la trasformazione digitale.

A’ Rareca è un progetto al femminile, che ha visto coinvolte Francesca Cocco per la Fondazione Morra Greco, l’artista napoletana Antonella Raio e Carla Langella, docente di Design per la Comunità dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Francesca Cocco partecipa al progetto in doppia veste: come project manager di EDI Global Forum e come Responsabile Business Development per Knowledge for Business, l’azienda che ha realizzato il materiale innovativo di cellulosa che viene messo sugli alberi.

A rareca rarechea permette di connettere tre aspetti:

• la natura, grazie all’artista Antonella Raio e al suo amore per il verde,

• il sociale, attraverso gli studenti di Architettura del Corso di Laurea in Design per la Comunità

• l’innovazione e l’economia circolare, utilizzando un materiale innovativo per realizzare gli anelli degli alberi.

Come ha raccontato l’artista Antonella Raio in un’intervista: “nel curare gli alberi, noi curiamo noi stessi”. Il nome A rareca rarechea prende origine da una parola napoletana che significa famiglia. La radice dell’albero, come le radici che ci collegano alla nostra storia famigliare.

Le parole stesse indicano un rapporto costante e forte tra uomo e natura. Il legame tra cultura e natura è vigoroso, ma manca ancora una solida consapevolezza di come la cultura ha anche un impatto sull’ambiente. Si può pensare in modo diverso alla cultura e all’ambiente, attraverso un nuovo modo di essere e di raccontare: il progetto A rareca rarechea ne è un esempio.

La cura degli alberi è cura del territorio e della comunità

A rareca rarechea è un progetto articolato, un concept realizzato dall’idea di Antonella Raio e dagli studenti universitari che hanno progettato gli anelli di ottone, come un’opera d’arte narrante, che racconta la vita degli alberi e delle persone del quartiere che li ospita.

I ragazzi dell’Università hanno svolto un lungo lavoro, intervistando persone dei diversi quartieri e rielaborando i dati in un filmato che racconta la storia di cura di ciascun albero. Gli alberi interessati sono rappresentanti delle specie Eucalipto e Ficus Benjamin e crescono sul territorio del Comune di Napoli.

Per questo progetto, sono stati scelti cinque alberi rappresentativi, situati in diverse zone della città. Ogni albero racconta la storia di cura del quartiere, della comunità, delle persone che se ne prendono cura e vengono a loro volta curate dalla relazione con un essere vivente: l’albero.

Come mi ha raccontato Francesca Cocco, Napoli è una città con una carenza di spazi verdi e alberati. Il progetto A rareca rarechea è una grande spinta alla cura del verde, a prendersi cura del territorio, ad avvicinare le persone per creare una comunità, anche attraverso l’arte. Con questo obiettivo, sono stati selezionati cinque alberi in città e su questi sono stati messi degli anelli fatti di ottone e di un materiale innovativo in cellulosa batterica; ogni albero racconta una storia di cura reciproca.

Un momento dell’azione artistica ‘A Rareca rarecata dell’artista italiana Antonella Raio tenuta a Napoli ph. Nunzia Brancaccio/Biennio Fotografia Accademia Belle Arti di Napoli

In pratica, basta scaricare sul proprio smartphone l’app gratuita realizzata da Arti Vive, inquadrare il simbolo che si trova sull’anello di ottone dell’albero e in automatico parte il video che racconta la storia della cura, delle persone che si prendono cura di ogni albero e allo stesso tempo di sé stesse e della comunità.

Il primo albero racconta la storia di una donna che lavora in un bar e che ha ricevuto l’albero in eredità dall’orologiaio del negozio accanto. Ogni giorno si prende cura di questo albero, che ormai è diventato parte della sua famiglia.

Il secondo albero si trova nel Distretto di Salute Mentale dell’Asl Napoli 1 e racconta la cura del verde in un contesto in cui la Sanità sposa pratiche di benessere delle persone che si rivolgono al Distretto.

Il terzo albero è in un cortile nel centro storico di Napoli, in un angolo riparato, un po’ fuori dai percorsi turistici di larga percorrenza, mentre il quarto albero si trova in una piazza che ospita un’associazione che si occupa di diritti umani e migranti. Infine, il quinto albero è all’interno del vivaio dove lavora Antonella Raio e racconta un amore più vasto per la natura e il mondo vegetale.

Anelli di ottone e nanocellulosa batterica, un materiale circolare

A chiudere il cerchio di questo progetto, di questa storia di cura reciproca che è A rareca rarechea, c’è il materiale innovativo realizzato da Knowledge for Business.

“Gli anelli posti su ogni albero sono fatti della stessa sostanza dell’albero”: questa frase usata da Francesca Cocco mi ha emozionato. Chiudere il cerchio della sostenibilità, con un’innovazione che viene dalla natura stessa.

Il materiale innovativo col quale è fatto il cerchio che avvolge l’albero è composto da nanocellulosa batterica che si forma naturalmente grazie al lavoro di batteri, lieviti e zucchero. Una nanocellulosa che potrà essere applicata anche per realizzare tessuti per la moda e per la cosmesi. Un materiale generativo, non estrattivo, che non consuma nuove risorse naturali, ma che proviene da estratti degli scarti della lavorazione frutticola.

Durante EDI Global Forum che si è svolto lo scorso autunno a Napoli, il progetto A rareca rarechea è stato presentato ad oltre 150 musei di tutto il mondo, attraverso un percorso per le vie della città che ha toccato i punti che ospitano i primi cinque alberi.

A rareca rarechea è un progetto che unisce l’innovazione delle fibre rigenerative all’amore per il verde e permette di narrare storie di persone, di arte, di comunità e di ambiente. Un’idea che ci auguriamo venga replicata in altre città italiane e del mondo.

Concludo con un’anticipazione su uno dei prossimi obiettivi di Fondazione Morra Greco: quello di trasformare le carte relazionali realizzate dagli studenti del Corso di Design delle Comunità in un kit di esperienze per le scuole di ogni fascia d’età per portare un messaggio e una spinta alla cura e al legame con la natura e l’ambiente.

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