Antropocene, non ditelo più

Da almeno 10-15 anni questa parola viene proposta per riferirsi a una nuova era, quella attuale, caratterizzata dall'impatto dell'uomo sul clima e l'ambiente naturale. Dietro front.

La principale istituzione mondiale sulla geologia, l’ International Commission on Stratigraphy, ha respinto definitivamente la proposta di un’Epoca dell’Antropocene come unità formale della Scala dei Tempi Geologici.

Cioè, l’Antropocene non esiste, non comparirà nei testi di geografia tra l’Olocene e la fine della specie umana.

Cosa significa Antropocene

L’Antropocene è il nome proposto per battezzare l’epoca geologica in cui viviamo caratterizzata da un impatto così determinante delle attività umane sulla Terra da ”meritare’ una precisa distinzione e denominazione. Il termine combina “Antropo-“, che deriva dal greco per “umano”, e “-cene”, un suffisso geologico che indica un intervallo di tempo. L’idea è che l’azione umana abbia avuto un’influenza così rilevante sul clima, sull’ambiente e sulla geologia stessa da richidere una classificazione separata nella scala temporale della Terra. Questo concetto è stato oggetto di dibattito tra gli scienziati geologi e ambientali, con alcuni che sostengono che l’Antropocene sia già in corso, mentre altri ritengono che non sia ancora sufficientemente definito per essere riconosciuto come una nuova epoca geologica (detta anche: unità cronostratigrafica).

Il primo studioso a proporre una definizione specifica per l’era geologica in cui la Terra è massicciamente segnata dalla attività umana fu un italiano, il geologo Antonio Stoppani, che nel 1873 scrisse che l’attività umana rappresentava una nuova forza tellurica e propose il termine di era antropozoica per definirla.

Una discussione che dura dal 2009

Racconta in un articolo del New York Times, il ricercatore Stephen Lezak, che si occupa di politiche climatiche alle University of Cambridge e University of Oxford, che prima del recente voto, l’accoglimento dell’idea di Antropocene ha superato diversi ostacoli fondamentali per ottenere consenso scientifico. Ci sono stati persino tentativi di nomi alternativi: il Capitalocene, il Plantationocene e persino il Ravencene. Il termine Antropocene, tuttavia, ha prevalso ed è entrato nel lessico scientifico e anche popolare.

La Commissione internazionale di stratigrafia, l’autorità mondiale per la definizione della storia del pianeta, ha istituito un gruppo di lavoro nel 2009 per decidere se sia o meno il caso di inserire questa epoca geologica. Dieci anni dopo, il gruppo ha formalmente raccomandato l’introduzione dell’epoca Antropocene. Ma la proposta doveva ancora essere approvata da una matrioska di comitati all’interno della commissione e del suo organismo di riferimento, l’Unione Internazionale di Scienze Geologiche.

Il processo che ha portato alla votazione è stato molto controverso. Dopo la votazione iniziale, gli scienziati in minoranza hanno chiesto l’annullamento della stessa, adducendo questioni procedurali.

E infine il verdetto

I geologi alla fine hanno detto NO: non ci si può riferire all’era attuale come Antropocene. Non che questo fatto cambi alcunchè rispetto ai problemi del cambiamento climatico, possiamo vederla come una bagarre geologica-storica-linguistica. Tuttavia, il nostro ricercatore Stephen Lezak, individua una ragione per la quale essere contenti, poiché l’etichetta Antropocene, sottolinea, aveva implicazioni politiche problematiche e colpevolizzanti. Essa suggeriva l’idea che l’intera specie umana fosse responsabile, ignorando il fatto che in realtà sia solo una minoranza (sebbene molto potente) a utilizzare insostenibilmente le risorse del Pianeta, miliardi di esseri umani conducono ancora vite con impronte ambientali relativamente modeste. Inoltre, designare una nuova epoca geologica rappresenta un atto di pessimismo che può influenzarci negativamente nell’affrontare con una certa carica di speranza le sfide che ci attendono.

Le epoche geologiche non sono momenti transitori. La più breve, l’Olocene – quella in cui viviamo – dura da 11.700 anni. L’idea che stiamo entrando in una nuova epoca definita dal disastro ambientale causato dall’uomo implica che non usciremo presto da questa situazione. Forse mai.

Questo pregiudizio potrebbe limitare la nostra prospettiva sul futuro geologico, impedendo di immaginare soluzioni migliori. La discussione sull’Antropocene non finirà qui probabilmente, e il suo compito è soprattutto di continuare a sollecitare la nostra attenzione sull’impatto dell’umanità sull’ambiente e sull’etica della responsabilità ambientale.

(Immagine di copertina: Itatiaia National Park, Itatiaia, Brazil)

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