Cargoful, trasporto merci a basse emissioni

La società innovativa Cargoful, fondata da quattro giovani ingegneri, vuole rendere meno inquinante il trasporto merci attraverso l'efficienza e l'uso di nuove tecnologie

Per fondare un’azienda che si occupa di trasporti nel 2020, l’anno che la storia ricorderà come quello del Covid e del lockdown, qualcuno potrebbe pensare che ci vuole un bel coraggio. In realtà, forse proprio la situazione di emergenza, che ha portato molte persone a una riflessione sulla sostenibilità, ha dato la spinta a quattro giovani amici italiani, ingegneri, sparsi fra Londra, Boston, Isernia e Milano, a ideare una soluzione per la logistica green, cioè una tecnologia che permette alle aziende che movimentano merci di inquinare meno.

Si definisce la logistica “l’insieme di tutti quei processi di ordine organizzativo, gestionale e strategico, interni ad un’azienda, dalla fornitura alla distribuzione finale dei prodotti”.

A dirigere la società c’è oggi Filippo Tamburini, uno dei quattro fondatori insieme a Erica Pezzica, Alessandro Salvetti e Cosmo Valentino, che ci ha raccontato di più sulla loro impresa.

Non del tutto un caso che Cargoful sia nato in pandemia, quando improvvisamente le problematiche di logistica e trasporti sono diventate per i 4 amici l’opportunità di poter offrire delle soluzioni in una sfida che li affascinava. All’origine c’è l’idea di portare innovazione digitale e sostenibilità in un settore cruciale come quello del trasporto delle merci: ogni anno vengono movimentate merci per oltre 900 milioni di tonnellate, da circa 4,2 milioni di camion, per dare un’idea delle sue dimensioni, dagli ultimi dati presentati dall’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, emerge un mercato di circa 92 miliardi di euro a fine 2022, con un +2,8% rispetto all’anno precedente.

In Italia, il settore dei trasporti è direttamente responsabile del 25,2% delle emissioni di gas a effetto serra e del 30,7% delle emissioni di CO2, a cui si aggiungono  le emissioni nel settore dell’aviazione e del trasporto marittimo internazionali. Il 92,6% delle emissioni nazionali di tutto il comparto è attribuibile al trasporto stradale di passeggeri e in particolare merci. Decarbonizzare il settore è un imperativo che spesso le aziende non sanno come affrontare, ed è su questo che lavora Cargoful, proponendo una soluzione che non obbliga al rinnovo del parco mezzi, una spesa molto ingente da affrontare.

fondatori di Cargoful
I quattro fondatori di Cargoful

A pochi mesi dalla nascita, la startup trova subito un primo terreno di prova, comincia a collaborare con Sani Trasporti, un importante realtà in provincia di Parma specializzata nel trasporto alimentare e, grazie al confronto con un’azienda di maggiore esperienza, verificano la validità su larga scala del modello che hanno sviluppato. Proseguono quindi focalizzandosi nell’ambito dei prodotti alimentari e delle bevande.

Trasporti a pieno carico per un più basso impatto ambientale

Già da qualche anno è emersa l’attenzione ai temi della sostenibilità da parte degli operatori della logistica, con interventi che hanno interessato la riprogettazione degli spazi, la diversificazione degli imballi, la “pallettizzazione” dei prodotti; non sono neppure mancate le opere che hanno portato a ottimizzazioni nell’isolamento e nell’impiantistica degli edifici. Sono pure cresciute le flotte che usano combustibili di minore impatto ambientale, come gas naturali compressi o liquefatti, biocombustibili e veicoli elettrici per le distanze più brevi.

Per Tamburini e soci un miglioramento decisivo su questi aspetti può avvenire facendo leva sui processi digitali. La maggior parte dei camion che trasportano merci sono mediamente pieni al 70%: riuscire a farli viaggiare a pieno carico porta notevoli efficienze, a livello di costi e di riduzione della CO2.

Come fare?

Cargoful dice sì: il punto cruciale è riorganizzare tutto il sistema informativo aziendale, spesso frammentato o addirttura caotico (e poco digitalizzato) in un sistema digitale intelligente e più fruibile.
“Tutto ciò che abbiamo realizzato ha l’obiettivo di riorganizzare i processi aziendali, facilitando e automatizzando la pianificazione e il supporto ai clienti finali”, ci spiega Filippo: “abbiamo sviluppato degli algoritmi basandoci sui dati storici che permettono alle nostre aziende partner di pianificare automaticamente le proprie flotte, portando a un sostanziale miglioramento del risultato operativo finale”.

Il primo beneficio è strettamente legato agli automezzi che viaggiano di meno: con il duplice vantaggio di una minore emissione di CO2 e il risparmio economico che ne deriva. “Vogliamo rivoluzionare i processi attuali per rendere il trasporto più sostenibile, sia per i lavoratori che per l’ambiente”, riprende Filippo: “attraverso il nostro sistema non solo effettuiamo una pianificazione migliore e aumentiamo la visibilità delle catene di fornitura, ma riusciamo a quantificare il recupero di efficienza delle flotte misurando i relativi impatti ambientali ed economici”. Si tratta di un punto fondamentale per realizzare concretamente un impatto positivo: è molto più importante ridurre la CO2 prodotta, sottolinea l’ingegnere, che basarsi solamente sulle varie attività di compensazione che si possono effettuare.

Una rete collaborativa destinata a evolvere

Il parco clienti della società comprende sia grandi operatori della logistica con centinaia di mezzi, sia piccole realtà che ne hanno solo una dozzina: se l’approccio di base è il medesimo, le criticità sono però diverse. Ad esempio, per i piccoli corrieri la gestione dell’ultimo miglio è la più importante, come pure la comunicazione tempestiva verso i clienti. L’evoluzione che Filippo vede, e auspica, passa attraverso un network fra differenti aziende: “il nostro sistema non solo riduce i chilometri percorsi dai mezzi, ma facilita e abilita una maggiore collaborazione tra persone e aziende”. In quest’ottica più operatori potranno cooperare insieme per raggiungere un’ottimizzazione di sistema ancora maggiore.

Attualmente Cargoful lavora molto in Italia, ma l’ambizione è crescere in Europa, considerato il grandissimo movimento merci all’interno del Continente: “la catena di approvvigionamento è essenzialmente europea”, conclude Filippo, “per cui pensiamo alla nostra crescita attraverso una pianificazione che si estende oltre i confini nazionali”.

I trasporti causano in Europa circa il 25% delle emissioni di CO2 per il 36% dovuta alle merci.

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