L’Italia è tra i Paesi che credono maggiormente nell’idrogeno come vettore energetico pulito del futuro, in grado di accelerare il processo di decarbonizzazione, tanto da avere una Strategia Nazionale Idrogeno, allineata a quella europea.
Civitavecchia punta sull’idrogeno verde per diventare un porto eco-sostenibile. Il progetto Life3H, dal valore di 7,46 milioni di euro, mira a creare una “Hydrogen Valley” nel porto laziale, utilizzando fonti rinnovabili per produrre idrogeno e alimentare due nuovi autobus.
Proprio nei giorni scorsi, è stata presentata la fase sperimentale del progetto che prevede l’impiego di due autobus ibridi (ad idrogeno ed elettrici) per i servizi di trasporto pubblico del porto, che saranno alimentati da un rifornimento giornaliero di 10 kg di idrogeno proveniente dall’Interporto di Civitavecchia.
L’iniziativa, finanziata attraverso il Pnrr, prevede la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno verde nell’area retroportuale entro settembre 2025. L’obiettivo è duplice: migliorare la qualità dell’aria e innovare il trasporto pubblico locale.
Pino Musolino, presidente dell’Autorità portuale, spiega che l’obiettivo è offrire infrastrutture all’avanguardia per rendere il porto più competitivo a livello europeo. I due nuovi autobus verranno utilizzati principalmente per collegare il porto alla stazione ferroviaria, con un occhio di riguardo ai servizi per i croceristi.
Il sindaco Ernesto Tedesco sottolinea l’importanza del progetto per lo sviluppo delle energie rinnovabili, mentre Steven Clerckx, promotore dell’iniziativa, ammette che l’Italia deve recuperare il ritardo rispetto ad altri paesi nel campo dell’idrogeno verde.
Per Civitavecchia, prima in Italia per numero di passeggeri crociera, questa è un’opportunità per diventare un “porto green” e ridurre l’impatto ambientale del turismo.
A livello europeo, il progetto contribuisce all’obiettivo di produrre 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde entro il 2030, in linea con le strategie del Green Deal e di REPowerEu.