Bonus edili, bonus figli, bonus mobilità, bonus TV, bonus vacanze, bonus fiscali, bonus terme, bonus studenti, bonus verde, bonus nonni, bonus idrico, bonus caldaia, bonus matrimonio, bonus baby-sitter, superbonus: l’elenco potrebbe continuare, sono tante davvero le agevolazioni economiche messe in campo da Governo in questi anni di pandemia. L’obiettivo è naturalmente quello di aiutare famiglie, cittadini e imprese ad affrontare la crisi, un imponente sistema di ‘welfare‘ che non si era mai visto in precedenza.
[welfare – letteralmente significa benessere, è molto utilizzata dalle aziende per indicare l’insieme di iniziative, beni e servizi messi a disposizione dall’impresa come sostegno al reddito del dipendente; in ambito di politiche pubbliche e di Governo, il welfare è il sistema di sussidi, interventi e appunto bonus per l’assistenza sociale dei cittadini]
Difficile credere che molte di queste agevolazioni, di questi bonus (o social benefit), non vengano goduti, perché non si conoscono, si pensa di non averne diritto o non si riesca a presentare la domanda.
Ed effettivamente, non sempre è semplice comprendere il ‘burocratese’ con il quale tante volte le disposizioni sul tema sono scritte.
E’ proprio pensando a questo problema che nasce Blubonus, neonata società benefit, che ha trovato una soluzione che da un lato consente alle persone di capire, grazie a un linguaggio inclusivo e non burocratico, le agevolazioni cui hanno diritto; dall’altro, crea un ponte tra welfare aziendale e pubblico.
Come società benefit, quel particolare modello di impresa che concilia il profitto con il bene comune, Blubonus persegue le seguenti specifiche finalità di beneficio comune:
– promuovere le tematiche relative alla conoscenza e all’accesso al welfare da parte dei cittadini, attraverso: studi, analisi e diffusione di informazioni e dati, organizzazione e/o promozione di eventi, convegni, manifestazioni, seminari e simili;
– creare opportunità di occupazione e di crescita profesionale, nel rispetto della persona umana e delle singole attitudini, anche tramite percorsi di alternanza scuola-lavoro o altre iniziative realizzate con altre imprese, istituzioni e enti privati e pubblici.

Come funziona Blubonus
Ce lo spiega Moira Tonni, cofondatrice della società.
“In questo momento stiamo lavorando molto per l’assegno unico per i figli, un tema sul quale c’è spesso (come per tutti i bonus) tanta informazione ma anche tanta confusione. Abbiamo creato un mini portale dove c’è un percorso personalizzato con tante informazioni, che sarà messo a disposizione dei dipendenti di tante aziende che ne facciano richiesta. Fermo restando che il nostro obiettivo finale è sempre quello di arrivare alle persone, abbiamo considerato le aziende, con i loro dipendenti, un canale appropriato per raggiungere tanti in modo mirato. “
Naturalmente, si tratta dei primi passi per questa giovane società, nata a ottobre 2020 a Brescia.
“Al momento abbiamo deciso di concentrarci su tutto quanto attinene le agevolazioni per figli, suddivisi per fasce di età, dalla nascità fino a quando sono grandi. I bonus sono tanti e per essere approfonditi crediamo sia meglio concentrarci su un ‘modulo’ alla volta.”
Blubonus ha cominciato subito a riscuotere interesse presso le aziende, che possono effettivamente offrire un servizio utile ai propri dipendenti aiutandoli a ottenere social benefit a cui hanno diritto.
“Abbiamo lavorato tanto – dice Moira – adesso è il momento di metterci alla prova e di vedere se il nostro servizio è apprezzato e davvero utile come pensiamo, ma i primi riscontri sono molto positivi. Per noi è davvero importante l’impatto sociale e generare un cambiamento positivo e anche misurabile”.
Riguardo la scelta di essere sin dall’inizio una società benefit, cioè che persegue profitto economico e finalità di bene comune, Moira dice:
“Tutti noi del team arriviamo da precedenti esperienze, anche personali, nel volontariato e nel terzo settore, pertanto con Blubonus la sfida che abbiamo affrontato da un punto di vista culturale è stata quella imprenditoriale, quella del ‘profit’. Il senso del beneficio comune era già nelle nostre corde, ma il modello di società benefit ci è sembrato davvero che possa conciliare queste due anime”.