La presenza sempre più estesa di biciclette in tutto il mondo è legata a diversi fattori, non ultime le preoccupazioni per il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico. Tutto ciò ha portato al boom della bike economy, l’ ambito che include tutte le attività e i servizi legati al ciclismo: produzione, manutenzione, bike sharing, cicloturismo.
Già nel 2017 Legambiente stimava in 6,2 miliardi di euro il PIB (Prodotto Interno Biciclette) che comprende la produzione di biciclette e accessori, il cicloturismo e i benefici generati dai ciclisti come il risparmio di carburante e i benefici per la salute. Oggi, si prevede che il mercato globale delle biciclette crescerà a un tasso del 6,5% dal 2023 al 2028, raggiungendo oltre 83 miliardi di dollari entro il 2028.
Un impatto economico sempre più rilevante
Ci sono biciclette per ogni budget: si possono trovare modelli da 50 euro per raggiungere anche i 15.000 euro dei mezzi ultraleggeri usati dai ciclisti professionisti, che i produttori più importanti propongono nel loro catalogo. Nonostante la sua semplicità intrinseca, la bici offre un’infinita combinazione di varianti estetiche: si continuano poi a studiare soluzioni sia dal punto del design che dell’ergonomia per fornire le massime prestazioni, oltre a dare al ciclista comfort e sicurezza. A tutto ciò va poi aggiunto il settore degli accessori, che comprende componenti sempre più tecnologici e l’abbigliamento.
Si comprende dunque perché questa industria in Europa continua a crescere con oltre 22 milioni di biciclette vendute nel 2021, un aumento dell’1% rispetto al 2020. La crescita delle biciclette elettriche è stata la forza trainante di tale aumento con oltre 5 milioni di unità vendute, con un +12% rispetto al 2020. Le vendite totali di bici ed eBike hanno sfiorato i 20 miliardi di euro, in aumento del 7,5% rispetto al 2020. In crescita anche il settore degli accessori con un valore di 3,6 miliardi di euro, in aumento del 20% rispetto al 2020. La Germania rimane il principale mercato per le eBike, mentre l’Italia resta il primo produttore di bici tradizionali e primeggia anche nella somma che comprende le eBike. Gli investimenti totali nel 2021 hanno superato 1,75 miliardi di euro creando circa 170.000 posti di lavoro diretti/indiretti.
Un caso di innovazione che fa scuola: Colnago
Determinati traguardi non si sarebbero mai potuti raggiungere se, nel corso del tempo, non fossero state trovate e inventate nuove soluzioni: il nostro Paese ha fatto la storia in quest’ambito e continua a essere protagonista. Si potrebbero elencare centinaia di aziende, ma ce n’è probabilmente una che ha saputo innovare come nessun’altra: Colnago.
L’azienda viene fondata nel 1954 a Cambiago (MI), dove tuttora ha sede, da Ernesto Colnago: in quegli anni era un meccanico ventenne che una volta incrociò Fiorenzo Magni (quello che era chiamato il terzo uomo fra Coppi e Bartali), a cui sistemò le pedivelle della bici, allineate male. Nella corsa del giorno seguente Magni notò la differenza e volle Colnago come suo meccanico al Giro d’Italia. Il ciclista toscano vincerà quel Giro e Colnago parteciperà ad altri 48 fra Giri d’Italia e Tour de France, come meccanico al servizio dei migliori professionisti.
Colnago è stata definita “la Ferrari delle biciclette” e la similitudine è quanto mai azzeccata, anche per l’amicizia che ha unito l’imprenditore brianzolo con Enzo Ferrari. Il primo incontro fra i due avvenne in una trattoria fuori Modena, quando Colnago parlò della sua idea di usare il carbonio per il telaio della bici: Enzo Ferrari lo esortò a fare la forcella anteriore dritta, disegnandola su un tovagliolo al ristorante. Ernesto Colnago la realizzò il mattino seguente. Sarà quindi lui a portare la prima bici in fibra di carbonio nelle competizioni, nata proprio grazie a questa collaborazione con il centro studi di Maranello, che proseguirà negli anni a venire.
Ernesto Colnago ha creato per primo soluzioni che hanno rivoluzionato il mondo del ciclismo: dalla piegatura a freddo dei foderi delle forcelle alla bici superleggera, di 5,5 kg, con cui Eddy Merckx stabilì un record dell’ora destinato a durare vent’anni. Ebbe l’intuizione di accorciare le dimensioni del telaio, creando le congiunzioni microfuse, più resistenti, per evitare la dispersione di energia durante le pedalate: poi fu la volta dei freni a disco e di numerose altre innovazioni tecnologiche. Il 91enne sciur Ernesto, come viene chiamato affettuosamente, ha ricevuto diverse onorificenze, fra cui quella di Cavaliere del Lavoro, ma forse il vertice a cui difficilmente qualcuno potrà mai arrivare è rappresentato dalle oltre 7.000 vittorie che le sue biciclette possono vantare nelle competizioni ufficiali.
Il ruolo chiave del bike sharing e del cicloturismo
La bike economy è un settore vivace con molte startup, dove la Lombardia si sta confermando la regione trainante dell’intera filiera: diverse realtà si stanno impegnando nel settore sia nella costruzione e nella manutenzione di biciclette, ma anche nell’ambito del noleggio.
I servizi di bike sharing sono diventati un fenomeno globale con quasi 9 milioni di biciclette, di cui oltre 194.000 a pedalata assistita, distribuite in quasi 1.600 città di 92 Paesi. L’Europa ha quasi la metà delle 1.914 strutture di bike sharing, seguita dall’Asia, dove si concentra il 95% delle bici per la presenza della Cina. L’Italia ha recentemente superato la Germania con 110 sistemi di bike sharing, diventando così leader in Europa. Nelle grandi città, i ciclisti che consegnano merci, principalmente cibo, utilizzano biciclette, con una tendenza in aumento verso le bici elettriche. Assodelivery ha registrato a fine 2021 62.938 ciclisti, più del doppio rispetto all’anno precedente.
Aumenta pure il numero di Cargobike in Europa, con circa 43.600 stimate a fine 2020: sono mezzi dotati di un carrello oppure hanno un portapacchi capiente e sono utilizzate da molte aziende per un agile trasporto delle merci. In alcuni paesi europei non è raro vedere cargobike che trasportano persone, soprattutto bambini: in Italia va sicuramente migliorata la sicurezza stradale per garantire un uso più diffuso di questa modalità di trasporto.
La bicicletta ha poi un impatto estremamente significativo sull’industria del turismo, con un valore stimato di 44 miliardi di euro, legato alle vacanze o ai fine settimana in bicicletta. Questo settore ha dato vita a nuove professioni, come le guide cicloturistiche e le guide MTB, che rispondono alla crescente domanda di cicloturismo.
L’Italia, sebbene leader europeo nella produzione di biciclette, ha una cultura del ciclismo ancora limitata, con solo il 4% degli italiani che utilizza la bicicletta per spostarsi. La scarsa qualità delle infrastrutture e la cultura autocentrica sono un grosso ostacolo alla crescita del ciclismo in Italia. Tuttavia, c’è speranza di miglioramento, come esemplificato da città come Copenaghen e Amsterdam, che hanno investito in piste ciclabili sicure ed estese, portando a una diminuzione degli incidenti e a una cultura del ciclismo sicuro.
Se dunque la Lombardia ha una sorta di funzione da traino nella “Cycling Strategy” nazionale, è altresì vero che in tutto il territorio nazionale si stanno attuando politiche di investimento, che seguono le indicazioni dell’Unione Europea: i fatti dimostrano che lo sviluppo della bike economy porta notevoli benefici, a partire da quelli ambientali, sociali e sanitari.
Milano, avanti tutta con le piste ciclabili
All’inizio dell’anno il Comune di Milano ha partecipato a un bando internazionale denominato BICI, ovvero Bloomberg Initiative for Cycling Infrastructure, promosso appunto da Bloomberg Philanthropies, con l’obiettivo di realizzare nuove piste ciclabili: il capoluogo lombardo è stato selezionato per ricevere un contributo di 400.000 dollari. Proprio il 3 giugno, in occasione della Giornata Mondiale della Bicicletta, sono stati annunciati i nomi dei 10 vincitori, scelti fra 275 proposte provenienti da tutto il mondo, tra cui c’è anche il Comune di Milano.
Il piano prevede la creazione di un itinerario di circa 6 km, orientati in particolare nei tragitti verso le scuole milanesi: in questo modo si potranno riqualificare una serie di spazi, migliorandone la qualità e la sicurezza per tutti gli utenti della strada.