Non è solo un festival, ma un gesto collettivo verso un nuovo modo di abitare la montagna. Corpo Montagna nasce nel cuore della Val Saviore, tra i comuni di Cevo e Saviore dell’Adamello (BS), come un laboratorio diffuso di pratiche outdoor e culturali che rimettono il corpo e la relazione con l’ambiente al centro dell’esperienza. Quattro giorni – dal 30 maggio al 2 giugno 2025 – per vivere la montagna fuori dagli stereotipi, attraverso escursioni, incontri, musica, laboratori, arte e momenti di condivisione accessibili a tutte e tutti.
Ideato da Avanzi Discover insieme alla Casa del Parco Adamello, il festival rappresenta un’occasione concreta per ripensare il rapporto tra persone, territorio e natura in chiave partecipativa, sostenibile e inclusiva.
Una montagna per tutti i corpi
Il titolo Corpo Montagna non è casuale: indica una precisa intenzione di superare l’idea della montagna come luogo di sfida solitaria, spesso elitario, e di restituirle la sua dimensione collettiva, vissuta attraverso corpi diversi, esperienze plurali e pratiche non competitive.
«Con Corpo Montagna vogliamo promuovere un approccio sostenibile e accessibile alle terre alte, che valorizzi la relazione tra territori e comunità, tra città e aree interne», racconta Giovanni Pizzochero, tra gli ideatori del festival e responsabile della Casa del Parco. «Una montagna aperta a tutte le identità, anche quelle tradizionalmente escluse dal racconto alpino».

Outdoor, arte e attivismo climatico
L’evento si sviluppa in quattro giornate tematiche con un programma fitto e multidisciplinare che intreccia discipline outdoor (trekking, arrampicata, trail running, yoga, slackline, equitazione), laboratori creativi, esperienze per bambini e talk con attivisti e divulgatori ambientali. Il tutto ambientato tra i sentieri, la pineta, le valli e gli spazi della Casa del Parco e del Parco dell’Adamello.
La crisi climatica è uno dei fili conduttori: basti pensare che, secondo l’Osservatorio CittàClima di Legambiente, le Alpi hanno perso il 50% della copertura glaciale nell’ultimo secolo a causa di un aumento delle temperature di 1,3°C. In questo contesto, il festival assume anche un ruolo educativo e di sensibilizzazione.
Tra i momenti più suggestivi, l’installazione sonora Un Suono in Estinzione dell’artista Neunau (Sergio Maggioni): un’opera immersiva e scientificamente fondata, costruita con oltre 15.000 ore di registrazioni del ghiacciaio dell’Adamello per raccontare, attraverso il suono, gli effetti del cambiamento climatico.
Un’economia circolare del gesto
Accanto al programma esperienziale, la presenza di Patagonia, con il suo celebre servizio Worn Wear, aggiunge una dimensione concreta di economia circolare: per tutta la durata del festival sarà possibile far riparare gratuitamente capi tecnici, di qualsiasi marca, allungandone il ciclo di vita e promuovendo la cultura del riuso.
Una scelta coerente con l’impostazione del festival, che considera la sostenibilità non come una moda, ma come una responsabilità condivisa: verso l’ambiente, verso le comunità locali e verso le generazioni future.

Tra le vette e la comunità
Il programma prevede anche talk e presentazioni con ospiti d’eccezione: Giovanni Mori (News dal pianeta Terra), Sofia Farina (L’AltraMontagna), Marco Zambaldo (IDA e Milano Montagna), Alberto Benchimol (Sportfund), Protect Our Winters, oltre a proiezioni, presentazioni editoriali e la nuova rivista “Burro” sul trail running. Le attività saranno guidate da realtà del territorio come Adamello Vertical, Graffiti Climbers, Slackline Brescia, Dama Horse e molte altre.
Lo spazio della Pineta di Cevo ospiterà le attività per bambini, quelle “slow” e le serate musicali, con live e DJ set. L’ultima giornata sarà dedicata interamente al racconto dell’Adamello e dei suoi legami con il resto del territorio, fino alle città.
Una nuova grammatica dell’alta quota
Corpo Montagna è un festival che va oltre la celebrazione della natura: è un atto collettivo di risignificazione delle terre alte, un invito a creare una nuova grammatica del vivere la montagna, fatta di rispetto, equità, ascolto e bellezza condivisa.
Un’occasione per incontrarsi, respirare, muoversi e riflettere. Perché in un tempo segnato da crisi globali, la montagna può diventare un laboratorio di futuro – accessibile, giusto, rigenerativo.