3 milioni di alberi entro il 2030. Strade, piazze, cortili, tetti, ogni spazio sarà utile per piantarne uno, un esercito verde per rallentare il riscaldamento globale: Milano vuole ridurre la CO2, ripulire dalle polveri sottili l’aria, migliorare il benessere dei cittadini e fare la sua parte per la ‘climate action‘.
E’ questo il semplice ma ambizioso obiettivo del Comune di Milano che insieme a Città metropolitana di Milano, Regione Lombardia, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano, ERSAF e Fondazione di Comunità Milano, promuove questo progetto che va nella direzione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e in particolare del Goal 13 dedicato al cambiamento climatico (Climate Action).
Il progetto Forestami è nato a seguito di una ricerca del Politecnico di Milano e grazie al sostegno di Fondazione Falck e FS Sistemi Urbani.
Obiettivo ancora più specifico è aumentare la copertura della tree canopy (canopia arborea) del 5%.
La tree canopy è un indicatore utilizzato per stimare il numero di alberi in una data zona ed è usato soprattutto dagli addetti ai lavori per valutare in che misura le chiome degli alberi coprono la superficie urbana, il che fornisce un’idea di quanto sia verde una certa area.
Lo scorso dicembre Google ha lanciato un nuovo strumento digitale simile a Goole Maps per ‘mappare’ la canopia arborea, il Tree Canopy Lab. E’ molto utile perché individua dove è più necessario e dove c’è spazio per piantare nuovi alberi.
Fino a oggi sono stati piantati 281.160. I progetto è appena stato avviato nel 2018 e nei primi due anni è stata fatta parecchia ricerca e minitoraggio per fotografare la situazione di partenza: attraverso immagini satellitari combinate, e verifiche sul campo, ora si sa che nella Città Metropolitana di Milano il 16% della superficie è occupata dalle chiome degli alberi. Un livello molto basso (ma meglio di Parigi 8,8 e Londra 12,7, secondo Treepedia), basti pensare che l’obiettivo di aumento al 20% (entro il 2030) sarà ancora al di sotto dei valori di tante città virtuose nel mondo, le migliori sono Singapore (29,3), Sydney (25,9), Vancouver (25,9).
Per la ricerca Forestami, sono stati anche mappati i vuoti e i loro usi reali (es. Pubblico, residenziale, infrastrutturale, agricolo, …) attraverso mappe satellitari, per definire dove fossero gli spazi potenziali che potessero ospitare nuove superfici vegetali, e per guidare in tal modo lo sviluppo del progetto. Finora (settembre 2020) abbiamo raccolto 229 diverse aree, pronte ad accogliere nuove piantagioni.
Qui è possibile leggere o scaricare il primo report di questo progetto che andrà avanti fino al 2030.
La forestazione urbana nel mondo
La forestazione urbana è oggi in cima alle agende delle grandi metropoli del pianeta (da New York a Melbourne, da Singapore a Parigi) e anche Milano – con Forestami – vuole essere una delle metropoli motore di questo cambiamento.
Non è la sola città italiana a impegnarsi in tal senso: Napoli, ha il progetto Ossigeno Bene Comune; la città di Prato ha il progetto Prato Urban Jungle; l’Emilia-Romagna ha l’obiettivo di piantare 4,5 milioni di alberi e di creare, nei prossimi 5 anni, nuove “infrastrutture verdi” nelle città e nelle zone prossime ai centri urbani, ripristinare l’ecosistema naturale di pianura, le aree boschive e le foreste; la Regione Lazio con il progetto Ossigeno e i suoi 6 milioni di nuovi alberi, uno per ogni abitante della Regione, per contrastare il cambiamento climatico, compensare le emissioni di CO2 e proteggere la biodiversità; a livello nazionale ci sono grandi progetti come quello di AlberiItalia, che ha come obiettivo mettere a dimora 60 milioni di alberi su tutto il territorio italiano, al fine di contrastare la crisi climatica; mentre il governo nazionale, con il Decreto Clima, promuove progetti di forestazione urbana nelle 14 Città metropolitane italiane, stanziando 30 milioni di euro per il finanziamento di progetti.
Foto di copertina: Stanley Park, Vancouver, Canada, una delle città più verdi al mondo. Photo by Mike Benna on Unsplash