Formazione, ecco il modello innovativo che ‘scommette’ sulle ragazze

I percorsi educativi di BET SHE CAN aiutano a sviluppare coraggio e libertà di scelta in coloro che saranno le ragazze e le donne di domani

Nella delicata fase della preadolescenza, tra gli 8 e i 12 anni, le bambine e le ragazze si trovano a vivere un periodo cruciale della loro crescita personale e sociale. È in questo momento che si costruiscono le basi della loro consapevolezza e delle loro aspirazioni, ancora relativamente libere dai condizionamenti culturali e sociali. BET SHE CAN si pone proprio l’obiettivo di accompagnarle in questo percorso, offrendo strumenti e opportunità per valorizzare il loro potenziale e guidarle verso una piena libertà nelle loro scelte e azioni.
Fondata nel 2015 da Marie Madeleine Gianni, l’organizzazione non profit nasce dalla volontà di investire sul futuro attraverso un modello educativo innovativo, che si basa su tre pilastri fondamentali:

  • sviluppo dell’Io: rafforzare l’autostima, la consapevolezza delle proprie emozioni e l’espressione autentica di sé;
  • sviluppo dell’Io con Te: incoraggiare la costruzione di relazioni significative e l’abilità di collaborare e comunicare efficacemente;
  • sviluppo del Noi: qui la focalizzazione è di tipo sociale per promuove l’inclusione, il rispetto reciproco e l’impegno verso la comunità.
fotografia del logo di BET SHE CAN

Come ricorda la Presidente Marie Madeleine Gianni, BET SHE CAN emerge da un’intuizione personale: “nella mia professione ero arrivata a livello dirigenziale, ma non volevo aspettare la pensione per dedicare del tempo per gli altri. Ho cercato quindi qualcosa che funzionasse bene anche con i miei interessi: ho scelto di partire dalle bambine, fornendo dei percorsi che le aiutassero a crescere”.
L’organizzazione, che opera su tutto il territorio nazionale, non si limita a lavorare con le più piccole, ma coinvolge attivamente i contesti sociali di riferimento, come la famiglia e la scuola. L’obiettivo è creare un ambiente favorevole che sostenga il processo di crescita delle giovani partecipanti, sviluppato progetti caratterizzati dalla loro scalabilità e sostenibilità, sempre con l’attenzione a misurare l’impatto e i risultati ottenuti.

Progetti concreti per un investimento sul futuro

L’idea fondante di BET SHE CAN è semplice e potente: agire prima che i condizionamenti sociali si consolidino, offrendo esperienze e prospettive originali che permettano alle bambine di scoprire e valorizzare i propri talenti. In questo modo, l’organizzazione punta su interventi mirati e radicati nei contesti di vita delle partecipanti.
“Tutti i percorsi sono studiati in dettaglio”, spiega Marie Madeleine: “ogni progetto è documentato e misurato per avere una formula chiavi in mano, che poi proponiamo alle aziende, di medio/grandi dimensioni”.

I numeri confermano la qualità e l’efficacia degli interventi: dal 2015 sono stati realizzati circa 70 percorsi che, oltre ai 13.000 partecipanti, hanno coinvolto più di 28.000 persone: “il progetto ha efficacia non solo sui fruitori diretti”, sottolinea la presidente, “ma anche su tutte le altre persone che interagiscono con bambini”.
Le bambine seguono dei percorsi di empowerment nelle scuole primarie e medie, nei luoghi di aggregazione della comunità (in particolare nelle Biblioteche Municipali), nelle aziende stesse, con percorsi e attività ludiche per le figlie e i figli dei dipendenti.

Alla base del lavoro della Onlus c’è infatti una logica di investimento puro, un impegno a 360° che abbraccia tutti gli aspetti della persona: in apparenza non c’è alcuna emergenza o bisogno evidente, ma la voglia di credere che il futuro si possa cambiare aiutando chi vi si affaccia a conoscersi meglio, a prendere coraggio, a capire dove può arrivare mettendo a frutto al meglio il proprio potenziale.
La presidente Gianni è affiancata da altre due professioniste di grande esperienza, ovvero Laura Arena e Giovanna Leto di Priolo: “io sono più l’anima creativa”, ci confida Marie Madeleine, “ma avevo bisogno di un elemento legale e poi di una visione strategica a lungo termine, che ho trovato rispettivamente in Laura e Giovanna”. C’è poi naturalmente il sostegno di altri professionisti e soprattutto della squadra che realizza i progetti.

fotografia di Marie Madeleine Gianni di BET SHE CAN
Marie Madeleine Gianni fondatrice di BET SHE CAN

Formule innovative per un invito all’azione

I vari percorsi educativi si sviluppano in tre ambiti principali, definiti a seconda degli obiettivi che si prefiggono di raggiungere. Corpo e Mente nasce per rafforzare la personalità delle bambine e sviluppare uno spirito critico, promuovendo la conoscenza e il rispetto del proprio corpo, la tutela del benessere psicofisico. Ci si concentra anche verso una corretta alimentazione, la consapevolezza delle proprie potenzialità e la gestione delle relazioni interpersonali.
Attraverso Mestieri e Passioni si avvicinano le bambine a professioni solitamente considerate maschili, con una attenzione particolare dedicata all’ambito STEM, scoprendo spesso “vocazioni nascoste”. Nei percorsi definiti Ambiente e Contesto i partecipanti sono aiutati a comprendere meglio l’ambito in cui vivono, per accrescere la consapevolezza e prevenire rischi, specie legati ai media e social network. Viene inoltre promossa una relazione rispettosa e sostenibile con il pianeta.

L’approccio di BET SHE CAN è debitore di una impostazione «aziendale», pragmatica e di sostanza: la presidente evidenzia la focalizzazione sulla concretezza e la fermezza nel proporre percorsi di qualità, che durano almeno quei 2/3 mesi necessari per portare risultati. C’è poi una forte attenzione alla replicabilità, in modo da essere efficaci in contesti analoghi: “alla conclusione dei progetti ne promuoviamo il prosieguo, anche senza la presenza attiva della Fondazione, sulla base dell’esperienza maturata dai soggetti coinvolti”.

Rispettando i valori della Fondazione, tutti i progetti sono ritagliati sulle esigenze dei sostenitori, affidandone poi la realizzazione a professionisti che possiedono competenze qualificate e specifiche, mantenendo la struttura centrale leggera. “Cerchiamo proprio di incentivare il coinvolgimento degli impiegati delle aziende”, continua Marie Madeleine, “che talora diventano proprio dei mentor, cioè coloro che seguono i ragazzi più grandi nell’attivazione dei progetti”.

Il supporto attivo dei partner

Nel corso degli anni BET SHE CAN ha sviluppato tre formule progettuali particolarmente efficaci:

  1. La Tribù©: una caccia al tesoro che coinvolge le ragazze in esperienze innovative nella loro città, trasformandole in agenti del cambiamento.
  2. Uno, due, tre Storia!©: laboratori creativi nelle scuole ispirati ai libri-progetto della fondazione, come “Volo con te” e “L’Età di mezzo”.
  3. Con l’Altra Metà del Cielo©: progetti tecnici come prototipi o programmi informatici, sviluppati in collaborazione tra studenti di istituti tecnici e bambine delle scuole primarie.

Nei casi in cui siano coinvolti studenti di istituti tecnici, i percorsi rientrano nel quadro dell’alternanza scuola-lavoro, in convenzione con aziende o direttamente con la Fondazione.

Impossibile fare una sintesi delle decine di progetti realizzati con altrettante aziende, vale però la pena accennare a qualche esempio di successo. Mattel ha partecipato a un programma del primo tipo, che risulta ideale per tutte quelle aziende con forte radici locali che intendono sensibilizzare e mobilitare la cittadinanza su importanti tematiche di Diversity & Inclusion.
Un esempio del secondo caso è Medtronics, che con l’illustrazione dei mestieri chiave dell’azienda, effettuata dalle figlie dei dipendenti a seguito di interviste, ha comunicando la possibilità per tutti di accedere a qualsiasi tipo di lavoro. È emerso pure un proficuo dialogo tra genitori e figli riguardo alla natura del proprio lavoro e al percorso seguito per raggiungere la propria posizione. Questo tipo di progetto è indicato per quelle aziende con forte squilibrio di genere nella composizione della forza lavoro e che vivono le sfide per la ricerca delle professioni STEM.
Analogamente Ferrovie dello Stato ha sostenuto un progetto del terzo tipo, che ha consentito alle bambine delle Scuole Primarie di approcciarsi a materie e percorsi di studio STEM, mentre gli studenti degli Istituti Tecnici (prevalentemente maschi) hanno ricevuto un prezioso bagaglio di soft skills, essenziali per la loro futura carriera lavorativa.

fotografia di bambine di BET SHE CAN attorno a un foglio

Grazie alla collaborazione con il Comitato Territoriale Iren di Reggio Emilia, BET SHE CAN ha recentemente lanciato il progetto pilota “L’età di mezzo – Cambio pelle” presso le scuole secondarie di primo grado Kennedy e Manzoni di Reggio Emilia. L’obiettivo è quello di sensibilizzare ragazze e ragazzi sul consumo consapevole e sulla sostenibilità ambientale, combinando narrazione, riflessione identitaria e un laboratorio creativo di riciclo.
Attraverso attività pratiche e creative, i partecipanti vengono guidati nella trasformazione di abiti dismessi in opere d’arte che riflettano emozioni e pensieri. Questo processo non solo stimola l’immaginazione, ma promuove una consapevolezza critica dell’impatto ambientale del fast fashion e del ciclo di consumo eccessivo.
Ispirato all’omonimo libro “L’età di mezzo”, il progetto vuole diventare un modello replicabile su scala nazionale: “vogliamo verificare la validità di questo nuovo prototipo di attività laboratoriali dove saranno creati kit educativi e materiali didattici”, ci racconta la presidente, “da distribuire in oltre 60 biblioteche, che siano in grado di proporre ai ragazzi attività sul territorio”.

La visione di BET SHE CAN è ambiziosa, proiettata verso un mondo in cui il potenziale di ogni essere umano emerga liberamente, una realtà fatta da persone consapevoli, responsabili e coraggiose.
È cambiato qualcosa in quest’ultima decina d’anni, da quando la Fondazione ha avviato le sue attività? È l’ultima domanda che abbiamo rivolto a Marie Madeleine Gianni: “quello che verifichiamo al termine dei nostri progetti è che ci sono sempre dei cambiamenti positivi, spesso profondi e autentici. È importante valorizzare le competenze che ci sono ed è per questo che lavoriamo molto attraverso i partner, soprattutto aziende e biblioteche. L’impatto c’è su tutti, anche su ognuno di noi; certo, il contesto è importantissimo. Non nascondo che ci sono fenomeni preoccupanti, che tutti conosciamo, ci sono equilibri che cambiano: però dal 2015 a oggi sento una consapevolezza diversa che mi dà molta fiducia, per lo meno laddove abbiamo le condizioni per poter cambiare qualcosa”.

BET SHE CAN

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