Nel giorno del Safer Internet Day 2022 e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA), il Comitato Interministeriale per i Diritti umani (CIDU) e l’UNICEF Italia hanno tradotto e pubblicato il Commento generale n. 25 “Sui diritti dei minorenni in relazione all’ambiente digitale” del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia.
Il documento è stato anche ‘tradotto’ in una versione child friendly che contiene le riflessioni di alcuni giovani della Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Agia e di Younicef, il movimento dei giovani volontari di UNICEF Italia.
Ho trovato molto interessante questo lavoro, e molto appropriato che venga diffuso in una giornata come oggi, nata per promuovere un uso più consapevole e corretto di internet. Purtroppo l’odio online è qualcosa che tutti noi, chi più chi meno, oggi sperimentiamo. E purtroppo, ci sono situazioni in cui la dimensione di violenza generata dalle parole, per quanto originate nel ‘virtuale’, sfocia con tutta la sua carica di cattiveria e capacità di far male, nella vita fisica.
Il filosofo italiano Luciano Floridi ha coniato il termine ‘onlife‘ per descrivere il contesto di vita in cui oggi viviamo, che è il risultato dell’addizione online + life.
Non possiamo più considerare vita online e vita offline come due sfere separate, ciò che succede in una sfocia nell’altra in un continuo intreccio.
Questo vale anche per ciò che siamo ed esprimiamo attraverso i social: cyberbullismo e odio online sono espressioni di persone che hanno problemi nella relazione sociale, sono espressione di vizi culturali.
Quindi, non è mai il mezzo, ovvero il social, il computer, il telefonino, che bisogna demonizzare, piuttosto dobbiamo lavorare sulle persone, sulla cultura, sui malesseri della società e dei giovani.
La consapevolezza dei giovani
Il Commento generale n. 25 che è stato pubblicato inizia riportando i commenti di alcuni ragazzi:
“Attraverso la tecnologia digitale possiamo ottenere informazioni provenienti da tutto il mondo”;
“La tecnologia digitale ci connette con il mondo e ci fa scoprire la nostra identità”;
“Quando sei triste, Internet può aiutarti a intravedere qualcosa che ti
da’ gioia”;
tutte dichiarazioni tratte da una raccolta altrettanto interessante che si chiama ‘Our rights in a digital world‘ realizzato da 5rightsfoundation, in cui si sono raccolti i punti di vista di tanti giovanissimi in diverse parti del mondo, per cogliere cosa sanno e cosa ne pensano del digitale e dei suoi aspetti ‘problematici’, come l’accesso, il trattamento delle informazioni, la privacy, la salute.
Si possono scoprire cose sbalorditive, ad esempio che il digitale è anche uno strumento di discriminazione: alcuni ragazzi riportano (in Pakistan ma anche in Canada) che le ragazze possono essere escluse dall’uso delle tecnologie, così come si lamenta la mancanza di accessibilità per i portatori di disabilità.
L’accesso a internet garantisce a molti l’accesso a informazioni anche sul benessere cui non hanno accesso in altro modo.
‘Ho imparato l’igiene durante le mestruazioni grazie a internet’ dice una ragazza indonesiana.
Non manca la consapevolezza dei pericoli: dal fatto che in rete sia possibile comprare anche droghe e armi, fino ai pericoli di condivisione di informazioni, dal cyberbullismo e odio online, alle fake news.
La sensazione generale è che i giovani, i ragazzi, siano ben consapevoli di molte più cose vogliamo credere noi adulti e molto maturi, riconoscendo anche i propri limiti, in quanto piccoli, esposti e indifesi. (Siamo a noi adulti che dobbiamo prendercene cura).
E hanno ben chiaro come vorrebbero il web. Forse varrebbe la pena coinvolgerli di più, considerato che tutto quello che c’è nel mondo web (nel mondo in generale) e che non va bene è frutto delle decisioni di persone adulte.
Vorrebbero un mondo digitale più privato, protettivo e trasparente: un mondo che sia appropriato all’età e che consenta loro interessi, relazioni e opportunità. Sono convinti che i genitori, i governi e le aziende debbano rispettare i loro diritti, in particolare quelli per consentire loro l’accesso a informazioni veritiere nella loro lingua, alla privacy e alla protezione dalla violenza e dai contenuti inappropriati. Vogliono anche massimizzare i benefici dell’essere online, in particolare per creare e plasmare un mondo migliore, esprimersi con la propria voce, essere considerati.
Questo documento ci ricorda che è importante considerare che le tecnologie digitali
hanno un impatto sui bambini senza la loro partecipazione attiva, ed è proprio in questi contesti che i diritti dei bambini hanno una parte da giocare.
I bambini vogliono – e hanno bisogno – di essere parte del mondo digitale; non solo come utenti di prodotti, servizi e piattaforme digitali, ma come creatori, responsabili delle decisioni e come cittadini, sia ora che in futuro.
I diritti digitali dei bambini
“Ogni giorno nel mondo 175 mila bambini e ragazzi si connettono per la prima volta nella loro vita a Internet: in media, uno ogni mezzo secondo. I minorenni oggi vivono sempre più connessi e in un mondo sempre più digitalizzato. A seconda delle loro età hanno bisogno di forme diverse di supporto, consapevolezza e libertà. Per questo in occasione del Safer Internet Day oggi abbiamo lanciato la versione italiana del Commento n. 25 con l’obiettivo di fornire uno strumento utile alla protezione dei minorenni in rete, affinché vengano rispettati i loro diritti – come ricevere informazioni corrette sui rischi e i pericoli online – e per facilitare un adeguamento delle politiche e delle normative che li vedono protagonisti in relazione all’ambiente digitale”, dice Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia.
Quali sono quindi i diritti digitali dei minori?
Innazitutto ci sono 4 principi generali, il primo è quello della ‘Non discriminazione’.
Un punto interessante che riguarda in primo luogo il diritto dei minorenni all’accesso che deve essere tutelato e promosso dagli Stati. Pensiamo all’esempio nel nostro Paese di quanto avvenuto con la DAD, cioè all’impossibilità per molti ragazzi di seguire la scuola a causa della mancanza di internet e strumenti adeguati, vi sembra che questo principio sia stato realizzato?
La non discriminazione cui ci si riferisce è anche quella, molto subdola, che si realizza attraverso lo sfruttamento dei dati personali dei minori che poi sono utilizzati per indirizzare processi automatici di profilazione.
Il tema dello sfruttamento dei dati di profilazione a fini di marketing è ripreso in diversi punti di questa Convenzione dei diritti dei minori.
Un altro principio è il ‘superiore interesse del minorenne‘ che indica come spetti allo Stato fare in modo che venga tutelato il diritto di cercare, ricevere e diffondere informazioni, di essere protetti da eventuali danni e il diritto a che sia dato il giusto peso alle loro opinioni. Questo significa che occorre una maggiore vigilanza delle autorità su quanto avviene nell’ambiente digitale e se ci sono interessi da sacrificare non sono certo quelli del minore.
Un altro principio, che declina il concetto precedente è il ‘Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo’. Come sappiamo, l’ambiente digitale è carico di pericoli e trabocchetti per tutti, figuriamoci per i più piccoli, che per quanto consapevoli sono spesso molto ingenui e fiduciosi. I minori possono entrare in contatto con “contenuti violenti e di natura sessuale, attacchi cibernetici e molestie, gioco d’azzardo, sfruttamento e abuso, inclusi lo sfruttamento e l’abuso sessuale, e l’incitamento e l’istigazione al suicidio o ad attività potenzialmente letali, anche da parte di criminali o gruppi armati qualificati come terroristi o estremisti violenti”. Anche in questo caso, il richiamo è agli Stati e a quanto dovrebbero fare in più per adottare misure idonee a rendere il web un luogo più pulito e sicuro.
Ultimo principio generale: ‘Rispetto delle opinioni del minorenne’
L’attenzione deve andare verso il superamento del minore come oggetto e non soggetto: è chiaro che tutto deve essere posto in relazione a età e contesto, ma è anche evidente che dal momento che il web da’ a tutti la possibilità di esprimersi, questo aspetto andrebbe valorizzato per coinvolgere i più giovani nelle questioni che li riguardano o nel momento in cui manifestano i propri bisogni.
Andando nello specifico dei diritti, essi includono: accesso alle informazioni; libertà di espressione; libertà di pensiero, coscienza e religione; libertà di associazione e riunione pacifica; diritto alla privacy e registrazione alla nascita e diritto all’identità.
Quest’ultimo punto è da rimarcare.
Registrazione alla nascita e acquisizione di una identità digitale sono una premessa necessaria per risolvere gravi problemi globali che riguardano i minori, come le tratte, le migrazioni, l’accesso a servizi di base come la salute e l’istruzione.
La mancanza di registrazione delle nascite, che ancora si verifica in aree povere e remote del mondo, o nei Paesi in guerra, facilita la violazione dei diritti dei minorenni, gli Stati interessati dovrebbero utilizzare una tecnologia aggiornata, come le unità di registrazione mobili, per garantire questo primario diritto. Che equivale nella nostra società al diritto di esistere.
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