Come lasciare una Impronta positiva nel proprio territorio

Dal panificio alla cascina solidale, il Gruppo L’Impronta sviluppa l’inclusione lavorativa e la sostenibilità

Quando si parla di periferie urbane si è talvolta tentati ad associare il termine a situazioni di disagio, incuria, abbandono: ma con più di attenzione si scoprono delle straordinarie realtà che testimoniano invece promozione sociale, riqualificazione, inclusione. Nell’area sud di Milano, si è formato negli anni ’90 un gruppo di volontari attenti ai temi della disabilità, legato in particolare alla Parrocchia di San Barnaba nel quartiere Gratosoglio: Andrea Miotti è uno di questi giovani, che dopo la laurea inizia a lavorare nel terzo settore e fonda nel 1999 l’associazione L’Impronta.
Una realtà che nel corso degli anni ha sviluppato molteplici progetti ed è cresciuta diventando un importante gruppo di cooperative sociali, di tipo A e B. Il loro impegno si rivolge soprattutto al sostegno di persone fragili, con un’attenzione all’inserimento lavorativo: nel tempo sono state coinvolte oltre 500 famiglie e più di 50 lavoratori con disabilità.

Analogamente il Gruppo offre numerosi e diversi servizi a sostegno dei minori e famiglie, con progetti di tipo individuale, diurno o residenziale, caratterizzati dallo spirito d’accoglienza e l’attenzione al singolo: si cerca di incoraggiare la socializzazione e il benessere dei minori in difficoltà, valorizzando le loro caratteristiche e favorendo la costruzione di relazioni amicali sane e sincere.

fotografia di Flavio al lavoro al bar caffetteria BUM - buoni un mondo
Fulvio al lavoro al bar caffetteria BUM – buoni un mondo

Nel 2014 viene aperto Gustolab, un piccolo panificio e pasticceria che non solo produce cibi biologici e di alta qualità, ma impiega al suo interno persone con vari tipi di disabilità. Di recente, il panificio e laboratorio si è ampliato e trasferito in via Antegnati, all’interno di un moderno complesso residenziale del quartiere Vigentino. Il nuovo progetto si chiama Bum – buoni un mondo e oltre alla panificazione e pasticceria c’è anche un ristorante e caffetteria, che include sempre ragazzi con fragilità: oltre alle 6 persone che già vi lavorano ce ne sono altre 3 che inizieranno a breve percorsi di tirocinio. “Con la produzione si è ampliata la possibilità di stabilire nuovi legami con altre aziende e altre realtà”, ci racconta l’educatrice Marta Resteghini, responsabile dei progetti della cooperativa: “le aree più ampie ci hanno permesso di arricchire i nostri servizi, senza però distoglierci dall’obiettivo primario, che è l’inclusione lavorativa”.

I benefici della filiera corta delle cooperative

Grazie ai nuovi spazi il lavoro è davvero ben organizzato, come conferma Noemi mostrando i vari locali del laboratorio: “ora la panetteria e la pasticceria sono separate, e si è aggiunta la zona della pasta fresca che prima non avevamo”. All’interno ci sono poi 12 postazioni pensate per la formazione, con anche possibilità di connessione da remoto: inoltre, sono particolarmente adatte per le attività da svolgere con le scuole oppure di team building.
Quanto realizzato dal laboratorio e dalle varie realtà dell’Impronta è poi presentato e servito ai clienti del BUM: “presto sarà possibile acquistare non solo i prodotti che facciamo qui ma anche quello che proviene dai nostri partner che operano nel sociale”, aggiunge Fulvio, il coordinatore del bar, “come il riso delle cascine, il vino biologico, succhi, confetture e altro ancora”.

A tale proposito un ruolo fondamentale ha la cascina agricola sociale Agrivis: edificata nel 2023 rispettando i canoni architettonici e di sostenibilità, è suddivisa in tre strutture: nel primo blocco vive la famiglia dei custodi, mentre due appartamenti sono dedicati ad accogliere temporaneamente fino a 10 persone fragili. C’è poi il laboratorio di trasformazione alimentare, che propone oltre 35 varietà di prodotti, e infine il magazzino e ricovero degli attrezzi.

Il laboratorio di Agrivis presenta due linee di produzione: la filiera interna è costituita dalle verdure e ortaggi stagionali coltivati nei campi limitrofi alla cascina, da cui nascono sughi e conserve. Nel secondo caso vengono realizzati nettari e confetture dal recupero dello scarto alimentare: “la frutta che ci viene donata è un eccesso di produzione oppure presenta quelle caratteristiche estetiche che non rispettano i canoni del mercato della GDO”, spiega Lucia, la tecnologa alimentare responsabile del laboratorio di trasformazione. Un tema che avevamo approfondito presentando l’esperienza di Bella Dentro.

Le molteplici anime del Gruppo L’Impronta permettono quindi di offrire diversi percorsi, già collaudati, orientati all’integrazione e all’inserimento, con l’aiuto di formatori ed educatori: “qui i ragazzi possono sperimentarsi in vari ambiti e sviluppare le loro competenze”, sottolinea Irene, la responsabile dei laboratori didattici e formativi.

Questo non è un bar, è il RAB

Marta ribadisce che “l’inserimento lavorativo di persone con fragilità resta una priorità per L’Impronta”, che nel giugno 2022 ha beneficiato di un’importante opportunità: ha infatti rilevato la gestione di Rab, il bar al contrario che si trova in Corso San Gottardo 41, in zona navigli di Milano. Oltre al servizio tradizionale, che comprende pure tavola fredda e aperitivi, lo spazio del Rab ben si presta per chi vuole andare a studiare, lavorare, passare del tempo con altri oppure partecipare alle numerose iniziative proposte periodicamente: oltre a mostre, presentazioni di libri, esposizioni, il bar ospita lo sportello WeMi, un punto informativo gratuito sui servizi sociali del Comune e delle cooperative.

fotografia dell'interno del bar RAB
L’interno del bar RAB: il numero sulla lavagna sotto l’orologio indica i 9 caffè sospesi

Al suo interno lavorano dei ragazzi con disabilità che, dopo le prime naturali titubanze, acquisiscono dimestichezza e autonomia, migliorando nel contempo gli aspetti relazionali: “passano dalla timidezza e chiusura iniziale a una vera empatia, che nasce proprio dai rapporti con le altre persone, siano essi colleghi oppure clienti”. Lo conferma Filippo, il gestore del locale, che ha inoltre notato una cordialità che spesso si crea con la clientela: “molti vengono e ritornano proprio perché nascono dei rapporti fra le persone”, proprio perché l’aggregazione è l’elemento caratterizzante della proposta di Rab.

Il percorso decennale del Gruppo L’Impronta dimostra dunque che è possibile creare un impatto sociale e ambientale positivo, attraverso progetti che valorizzano la diversità, promuovono l’autonomia e contribuiscono al benessere della comunità. Come Rab non è solo un bar, Bum, Agrivis e le altre cooperative del Gruppo offrono proposte concrete e un impegno verso un mondo più giusto, inclusivo e sostenibile.

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