Delivery Hero, BlaBla Car, Wefox, Zalando, Ecosia, GetYourGuide, Flixbus, Glovo, Cabify, WeWork e poi fondi di venture capital come eVentures, Heartcore Capital, Northzone, Verdane, Project A, Holtzbrinck Ventures, Helen Ventures, Earlybird, Rocket Internet, sono una manciata delle aziende che hanno già aderito al progetto LFCA, Leaders for Climate Action, un movimento di imprenditori e una chiara presa di posizione a favore della decarbonizzazione del pianeta. Aderendo a LFCA si impegnano a rendere le loro aziende carbon-neutral, a creare community per elevare gli standard di tutela ambientale del settore dell’industria tecnologica e ad agire per sensibilizzare i policy maker.
I leader di queste aziende, la maggior parte Millennial, sono la prossima generazione di leader mondiali oggi a capo di società tecnologiche, ma sempre più impegnati anche in ambito politico e civile, come anche questa iniziativa dimostra.
LFCA raccoglie in questo momento (il numero cresce di ora in ora) 726 membri imprenditori, 435 imprese high-tech, 64 venture capital con sedi in 22 Paesi, per un totale di circa centomila dipendenti e circa un miliardo di utenti attivi.
“Crediamo nell’impegno diretto e personale – dice Boris Wasmuth co-fondatore di Gemeduell e di LFCA, come riporta il sito di Startupbusiness – i fondatori e i CEO che vogliono aderire al progetto devono semplicemente aderire al Green Pledge che li impegna a misurare e ridurre la loro impronta di CO2 sia personale sia delle loro aziende”.
Cosa faranno concretamente queste aziende per supportare la decarbonizzazione?
LFCA fornisce una serie di strumenti (ad esempio delle guide) per aiutare gli imprenditori a compiere azioni a supporto dell’ambiente nella propria impresa ma anche nella propria vita (che tutto comincia sempre da un cambiamento personale).
Non è richiesta nessuna quota di adesione, ma solo l’impegno a tenere sotto controllo l’impatto ambientale con annuali azioni di misurazione e intervento. Più del 60% delle imprese che aderiscono a LFCA hanno già implementato azioni come preferire fornitori di energia che utilizzano fonti rinnovabili, selezionare fornitori di servizi cloud che a loro volta sono carbon-neutral e adottare efficienti politiche per i viaggi e le trasferte. Mediamente si registra una riduzione dell’impatto di CO2 nell’ordine del 20% entro il primo anno.
In fine LFCA benché convinta che l’impegno individuale sia importante, si impegna anche a lavorare per sensibilizzare le scelte politiche al fine di estendere la sensibilità verso la necessità di riduzione delle emissioni a tutta la catena del valore e a tutti i settori industriali su scala certamente europea ma con ambizioni di effetti anche di carattere globale.
Jeremias Heinrich, altro co-fondatore di LFCA e di Arvantis Group ha enfatizzato come la strategia dell’organizzazione è quella di fare delle azioni per la tutela del clima un movimento di massa presso l’intera industria high-tech europea sensibilizzando e aiutando le imprese ad adottare azioni concrete fin da subito per raggiungere la neutralità climatica.
Cosa significa ‘neutralità climatica’ per un’azienda
Neutralità climatica (climate neutrality) per le aziende è un obiettivo raggiungibile se le loro inevitabili emissioni di CO2 sono state controbilanciate sostenendo progetti di compensazione del carbonio riconosciuti a livello internazionale. Questo processo è stato definito nel Protocollo di Kyoto come il Clean Development Mechanism (CDM) e si basa sulla constatazione scientifica che i gas serra come la CO2 sono distribuiti uniformemente nell’atmosfera. Pertanto, per quanto riguarda il clima globale, non importa dove vengono generate o risparmiate le emissioni di gas serra sulla terra. Pertanto, le emissioni che non possono essere evitate in un Paese industrializzato possono essere compensate da progetti di compensazione del carbonio nei Paesi in via di sviluppo. Ciò può essere ottenuto attraverso misure come la protezione delle foreste, il rimboschimento o l’espansione delle energie rinnovabili.
I progetti che riguardano la protezione delle foreste stanno diventando sempre più importanti, grazie anche al meccanismo noto come REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and Degradation – Onu) che mira ad evitare le emissioni di CO2 associate alla deforestazione. Invece di trarre profitto dal taglio degli alberi per scopi commerciali – legalmente o illegalmente – la conservazione delle foreste diventa un nuovo modello di business e migliora anche le condizioni di vita della popolazione locale. In questo contesto, la conservazione delle foreste non solo contribuisce a ridurre le emissioni di CO2, ma protegge anche i corpi idrici, stabilizza i sistemi di precipitazioni e ha un impatto positivo sulla biodiversità e sulle comunità locali.