Come avevamo appreso in questa intervista con l’economista Marcella Corsi, la Certificazione della Parità di Genere ha l’obiettivo di migliorare la presenza delle donne nel mercato del lavoro, accrescere le opportunità di fare carriera e di non essere discriminate, di bilanciare vita e lavoro. La Certificazione, è uno strumento per promuovere in azienda azioni concrete e per verificarle, ed uno dei modi in cui si sta rendendo operativa la “Strategia Nazionale per la Parità di genere”. Ma, nonostante al suo rilascio consegua il ‘premio’ di un’agevolazione contributiva, non è semplice per le aziende ottenerla poichè si apre un processo complesso e dispendioso.
Tanto è vero che per le sole piccole e medie imprese e micro imprese, al fine di facilitare il processo di certificazione, sono previsti contributi (fondi del PNRR) destinati sia a supportare servizi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione, sia a sostenere i costi di certificazione.
Ora, la Lombardia è la prima regione a stanziare ulteriori 10 milioni di euro (il doppio in pratica dei fondi PNRR destinati alla stessa cosa, 5,5 milioni) per le imprese lombarde che attuano azioni per favorire la parità di genere compresa la certificazione.
Il fondo ricalca le linee nazionali, per le aziende si tratterà di un contributo fondo perduto ed è destinata alle medie, piccole e piccolissime imprese, a copertura di due tipologie di costo:
- i servizi consulenziali di accompagnamento alla certificazione, con un contributo fino a un massimo di 7.000 euro per l’acquisto di servizi di consulenza a supporto delle imprese che intendano avviare le attività propedeutiche all’ottenimento della certificazione della parità di genere;
- le spese sostenute, fino a un massimo di 9.000 euro, per ottenere la certificazione della parità di genere.
L’importo dei contributi assegnati all’impresa è differenziato in base al numero di dipendenti presenti in Lombardia. Il contributo per singola impresa non può superare l’80% delle spese ammissibili.
In Lombardia, finora ,sono state presentate 94 domande (di cui il 50% da parte di aziende sotto i 50 dipendenti) per un importo richiesto pari a 850.000 euro.
Le politiche per la riduzione del divario di genere potranno produrre un aumento della partecipazione femminile al mondo del lavoro, che in Lombardia è già superiore alla media nazionale: 59,5% a fronte di una media italiana del 49,4%.
Foto di Maksym Harbar su Unsplash